Niccolò Piccinni e il suo periodo parigino Banner Cultura 29 Gennaio 202429 Gennaio 2024 di Maria Silvia Quaranta L’evento “Compleanno Piccinni” per ricordare il grande compositore natoa Bari il 16 gennaio 1728, è partito dalla proposta di Micaela Paparella,consigliere comunale con delega alle politiche di valorizzazione delpatrimonio storico-artistico e architettonico, in collaborazione conl’assessora Ines Pierucci, con il Fondo Niccolò Piccinni (il cui presidente èl’ultimo discendente del maestro, Maximilien Seren Piccinni), ilConservatorio Niccolò Piccinni, l’Alliance Française Bari, i Luoghi dellamusica, l’Associazione Porta d’Oriente, l’Ensemble il Mondo della Luna el’Orchestra della Città Metropolitana. Michèle Sajous D’Oria, Micaela Paparella, Gigi Leonetti e Serge D’Oria Il 26 gennaio presso la sede dell’Alliance Française, a conclusione dellaserie di eventi che hanno animato la città di Bari, in collaborazione con ilMuseo Civico Bari e la Delegazione Fai Bari, si è tenuta la conferenza“Niccolò Piccinni a Parigi (1776-1800)”, di Michèle Sajous D’Oria.Quale Parigi scopre Piccinni nel 1776? Qual è l’aspetto della città? Qualipersonaggi incontra? Quali sono i suoi successi? A queste domande si èdata una risposta, restituendo l’atmosfera dei 24 anni in cui è vissutoPiccinni. In apertura, dopo i saluti di Gigi Leonetti, capo delegazione Fai Bari, edella consigliera comunale Micaela Paparella, è stato presentato il videodedicato a Niccolò Piccinni, realizzato da FORMEDITERRE con la regiadi Antonio Minelli.La vita e la carriera di Piccinni si svolgono in due tempi ben distinti:quello trascorso in Italia, tra Bari-Napoli e Roma, e quello parigino,interrotto durante la Rivoluzione francese con il temporaneo e non feliceritorno a Napoli. Dopo gli studi compiuti a Bari, a 14 anni Piccinni si reca a Napoli. Nel1758 viene rappresentata a Roma l’Alessandro delle Indie e nel 1761 unodei suoi più conosciuti capolavori la Cecchina ossia la Buona figliola, conlibretto di Carlo Goldoni. Nel 1776 Piccinni, grazie ai rispettivi ambasciatori italiano e francese, viene chiamato a Parigi e diventa maestro della regina Marie Antoinette. Sono varie le opere che egli scrive infrancese: Roland, Atys, Iphigénie en Tauride, Didon. Nel 1784 divieneprofessore all’Académie Royale de Musique, istituzione per la quale vennepuoi fondato nel 1795 il Conservatoire de Musique. Allo scoppio dellaRivoluzione francese nel 1789 Piccinni ne vive gli albori, ritornando poi a Napoli e dedicandosi alla composizione di musiche sacre. Nel 1798 ritorna a Parigi trovando una situazione completamente nuova, dove l’imperatore Napoleone l’accoglie ma non in maniera entusiastica come era accaduto con la regina Marie Antoinette. Il convegno Muore a Passy, il 7 maggio 1800. La Sajous D’Oria nella sua presentazione ha voluto trasmettere al numeroso pubblico presente le atmosfere e le architetture tipiche del periodo parigino del nostro illustre concittadino, anche attraverso la visione di una serie di stampe d’epoca. Quando Piccinni arriva a Parigi il 31 dicembre 1776 va ad abitare il RueSaint Honorè, vicino all’Opéra dell’epoca e al Louvre, una strada che nonè molto cambiata oggi. Egli trova una città che non è quella di oggi, dopo il piano diristrutturazione di George Eugène Haussmann su incarico di NapoleoneIII, ma è ugualmente una città di 500.000 abitanti con molti luoghi emonumenti che sono anche quelli attuali: Place Vendȏme, Place desVosges, Les Invalides, Place de la Concorde, le Palais Royale ( che inrealtà non è stato mai abitato dai reali), le Pantheon, la chiesa di Saint-Sulpice, la Bastille (Piccinni assiste alla sua demolizione perché parte perNapoli nel 1791, vivendo i primi due anni della rivoluzione). Egli sentel’aria della rivoluzione anche prima del 14 luglio, perché uno dei primi attidella popolazione è quello di far chiudere l’Opèra, simbolo dell’ancienrégime legato alla figura della regina Marie Antoinette che amava lamusica ed era sempre pronta a sostenere gli artisti. Era lei che avevachiamato a corte prima il tedesco Christoph Gluck, poi il “napoletano”Piccinni e il veneziano Antonio Salieri. Il suo intento era quello dirinnovare il repertorio francese dominato da Jean-Baptiste Lully, che inrealtà era l’italiano Lulli e Jean-Philippe Rameau, i grandi compositori del ‘700. Uno dei ritratti più famosi di Piccinni è quello di Alexandre-AugusteRobineau, fatto a Parigi, da cui poi sono state riprodotte molte stampe; inuna del 1779 è scritto:” Con una grazia divina, comica e toccante, è ilMolière del canto ma anche il Racine”. Questo per indicare l’importanzadella sua figura a Parigi. Niccolò Piccinni a Parigi Per la sua integrazione linguistica e operistica venne affidato alle cure diJean-François Marmontel (poeta, drammaturgo, collaboratoredell’Encyclopédie di Diderot e d’Alambert, e direttore del Mercure deFrance), in quanto egli doveva comporre su parole in francese e rinnovarecosì la “tragedie lyrique” nell’epoca illuminista. Per far questo Marmontel quotidianamente si recava da Piccinni, spiegandogli una scena esottolineando sul manoscritto le diverse parole con segni e sottolineature.Durante i primi anni egli venne introdotto alla Massoneria, dove tutti gliintellettuali entravano, e diresse nel 1778 la parte musicale per lacerimonia di omaggio funebre a Voltaire. A Parigi Piccinni, dunque, si confronta con tanti grandi personaggi: laRegina di Francia, Marmontel, Ginguené (famoso per la sua Storia dellaletteratura italiana in dieci volumi e suo primo biografo), e Gluck di cuiresta famosa la grande querelle soprattutto sull’opera Ifigenia in Tauride.Ma la Sajous D’Oria ricorda come Ginguenè scrivesse:” Piccinni non siinteressava alla querelle; viveva completamente dedito alla sua arte, siteneva lontano dagli intrighi e da ogni personale ambizione, mentre invecestudiava usi e costumi, gusti e lingua del paese che lo ospitava”.L’antagonismo Piccinni-Gluck non è mai stato a livello di rapportipersonali, perché i due compositori si stimavano: alla morte di Gluck nel1786 Piccinni propose che un monumento pubblico fosse eretto alla suamemoria.Dalla narrazione della studiosa traspare come il periodo francese è perNiccolò Piccinni ricco di soddisfazioni, di riconoscimenti personali epubblici, ed emerge la figura di un grande artista dedito al suo incarico,alla passione per il suo lavoro, riconoscente per l’importante posizione chegodeva nell’élite parigina. 29 gennaio 2024