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L’iconica mostra degli scatti di Elliott Erwitt

Maria Silvia Quaranta

di Maria Silvia Quaranta
foto di Francesco Guida

Bari si dimostra ancora una volta città culturale, anche durante il periodo festivo, ospitando mostre, concerti, esposizioni, opere liriche e teatrali.
Il 28 dicembre è stata inaugurata al teatro Margherita di Bari la mostra “Icons” che raccoglie gli scatti più celebri del fotografo parigino, di origine russa ma vissuto in America, Elliott Erwitt, ad un mese esatto dalla sua scomparsa. La mostra, visitabile fino al 31 marzo, è stata organizzata e promossa da CIME, con il suo direttore Vito Cramarossa, in collaborazione con Sudest57 e curata da Biba Giacchetti.

Teatro Margherita, sede della mostra
Teatro Margherita, sede della mostra

La mostra sostenuta dalla Regione Puglia e dal Comune di Bari è un concentrato della genialità del grande fotografo, un percorso che racchiude la lunga vita professionale attraverso le sue più celebri fotografie, quelle da lui predilette e scelte con particolare meticolosità insieme a Biba Giacchetti. Le immagini ritraggono uno spaccato di storia e di costume del 900, interpretate con ironia dall’obiettivo di Erwitt, passando da immagini del quotidiano a quelle che mostrano personaggi che hanno lasciato il segno nella storia contemporanea. L’esposizione rappresenta il primo tributo alla sua memoria subito dopo la sua scomparsa, avvenuta il 29 novembre scorso. Noto per il suo sguardo poetico, a volte ironico, e la sua capacità di trasformare momenti fugaci in opere d’arte, egli ha lasciato una impronta indelebile nel mondo della fotografia.

Un momento della presentazione della mostra Elliott Erwitt Icons
Un momento della presentazione della mostra Elliott Erwitt Icons

Si tratta di una raccolta unica di umanità, leggerezza e profondità: durante il percorso si viaggerà tra gli scatti ai famosi cani da lui tanto amati, passando ai potenti della terra, alle grandi star del cinema, ai bambini. Si incontreranno i famosi ritratti di Marilyn Monroe, del Che Guevara, di Marlene Dietrich, tutte immagini che hanno fatto la storia, come il famoso diverbio tra Nixon e Krusciov, il funerale di Kennedy, il grande match tra Frazier e Alì, così come le icone amate per la loro forza romantica e tra queste la famosissima immagine nota come “California Kiss”, passando a quelle più intime e private come lo scatto che ritrae la sua primogenita neonata osservata sul letto dalla mamma.

California Kiss
California Kiss
Vito Cramarossa Direttore CIME
Vito Cramarossa
Direttore CIME

Per Bari questa mostra delinea la prosecuzione di un discorso legato all’arte visiva, soprattutto internazionale, con le immagini di Erwitt che rappresentano un momento topico dal punto di vista fotografico, in quanto l’artista ha fatto scuola, segnando la storia della celebre agenzia Magnum Photos. “Erwitt era un fotografo di strada che è riuscito a cogliere la quotidianità e a renderla grande, anche con la sua ironia, la sua tenerezza, il suo romanticismo; e difatti racconta la storia che va dagli anni ‘40 ad oggi e lo fa con i suoi scatti”, ha ricordato Vito Cramarossa, che con CIME porta avanti il tema legato all’arte visiva, soprattutto nella capacità di poter raccontare delle storie che arrivano da tutto il mondo e che fanno sì che i visitatori e Bari possano crescere in una cornice internazionale, con il teatro Margherita che impreziosisce ancora di più questi scatti.
“Oggi raccontiamo un’altra storia, grazie all’obiettivo e all’occhio di un grande della fotografia, che dagli anni ‘40 in poi ci riporta un libro di storia ma allo stesso tempo esalta quella che è la quotidianità; lui riesce a leggere nell’ordinarietà quegli elementi ironici ma molto spesso anche paradossali, sia nel racconto dei passanti, che anche nei momenti storici con le grandi icone come Fidel Castro, il Che, Mohammed Alì”, ha concluso Cramarossa nell’intervista al nostro giornale.

Ines Pierucci Assessora alle Culture, turismo e marketing
Ines Pierucci Assessora
alle Culture, turismo e marketing

L’assessora Ines Pierucci ha voluto ribadire che “Bari oggi celebra Erwitt con delle fotografie che restituiscono anche la quotidianità del presente; i grandi fotografi ci insegnano questo, a leggere il presente attraverso uno sguardo come quello della foto più nota della figura sospesa nel panorama parigino; e allora è alla fotografia che restituisco memoria, perché dovremmo tutti fermarci per riflettere sull’importanza dello sguardo della fotografia nella storia di tutti i tempi”.

Per la curatrice Biba Giacchetti, che ha avuto con il maestro Erwitt un rapporto privilegiato durato 26 anni di quotidiani insegnamenti e di amicizia, questa mostra nasce dall’esigenza di continuare il dialogo tra l’allieva e il suo maestro, rinnovando la gioia di condividere il percorso con tutti coloro che verranno a visitarla.
Al nostro giornale ha voluto ricordare come “il racconto della carriera straordinaria di questo grande fotografo si muove su tante corde sentimentali diverse: è una mostra divertente, allegra, ironica, ma anche molto seria con fotografie che sono di denuncia, sui grandi della terra. Troviamo politici, attori/attrici famose, ma anche i suoi cani antropomorfi, i suoi bambini, aprendo uno piccolo spiraglio sulla carriera di questo grande uomo. Erwitt era molto attento all’interazione tra le immagini e le persone, e non a caso ha pubblicato un libro dedicato ai visitatori delle sue mostre, perché era interessato a vedere le reazioni delle persone ai suoi scatti e quindi si appostava dietro le quinte per seguire le loro espressioni: ognuno di noi reagisce con i propri sentimenti di fronte ad un’immagine, ma alcune foto di Erwitt rappresentano dei sentimenti universali a cui tutti reagiamo nel medesimo modo”. Elliott Erwitt, sapendo di essere uno spettatore privilegiato del suo tempo, ci lascia il messaggio che nella vita tutto può succedere, ma sia per i grandi fatti che nella quotidianità occorre usate delicatezza, mai un atto d’imposizione, creando e suscitando emozioni nell’altro, mettendosi sempre in gioco in prima persona.

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