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La famiglia al centro dello spot Esselunga: il parere dell’europarlamentare Chiara Gemma

europarlamentare
On. Chiara.Gemma

<<Una volta una bambina mi ha detto che avrebbe preferito una famiglia brutta ma unita ad una bella ma divisa. Queste parole mi hanno fatto riflettere e tornano prepotenti adesso che lo spot pubblicitario, promosso da Esselunga, ha posto al centro lo sguardo dei bambini e il loro diritto a sognare una famiglia unita e felice. Niente di più>>. È la risposta dell’europarlamentare Chiara Gemma, docente ordinario di Didattica e Pedagogia speciale all’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” alla domanda cosa ne pensa dello spot della “pesca”. Poi aggiunge <<sicuramente mi sento interpellata come madre, come docente, come pedagogista su un tema che mette a nudo una realtà dove inevitabilmente i più importanti “protagonisti” sono i figli che chiedono con ogni gesto, sguardo, parola di essere ascoltati quando vivono l’esperienza della separazione. Non nascondo la commozione pensando ai tanti, forse troppi, figli di separati che nutrono in sé il desiderio di rivedere riuniti i genitori>>.

La riflessione di Chiara Gemma si pone al di là di ogni possibile strumentalizzazione perché <<dobbiamo guardare oltre. Dobbiamo garantire ai figli la massima serenità, nonostante le difficili ed impreviste decisioni che nel percorso della vita si è scelto di assumere. I figli hanno il diritto di crescere in un ambiente familiare dove l’armonia, la condivisione, il rispetto, la fiducia, come la felicità e l’amore siano tra ingredienti fondamentali per lo sviluppo armonioso della loro personalità>>. Un elemento fondamentale, non scevro da condizionamenti in un contesto che vede due genitori non condividere la medesima dimora, è <<proteggere i figli da ogni conflittualità tra coniugi. I genitori dovranno essere sempre uniti nel comune intento di sostenere e promuovere la crescita, l’educazione, il benessere e, non ultima, la felicità dei propri figli>>.  <<Sappiamo bene – aggiunge Chiara Gemma – come l’educazione, che tra l’altro conduce fuori dall’indole del bambino le sue attitudini, spetta a quelle agenzie educative primarie quali la famiglia e la scuola, testimoni e interpreti di una società che si evolve e si trasforma e dove, in particolare, le trasformazioni della famiglia chiedono, in nome del benessere dei più piccoli, di assumersi una nuova responsabilità educativa>>. La famiglia, ora più che mai, assurge a riscoprire il senso più autentico di luogo in cui convivono legami, amore, comprensione e condivisione, nell’accettazione e nel rispetto delle rispettive differenze. Oggi è un gran dire della crisi dell’istituzione famiglia. <<Fino a quando coesisteranno i valori fondanti, seppure nella separazione, non vi sarà crisi della famiglia. E qualora vi fosse, faccio appello, all’etimologia di questo lemma che tanto spaventa. Da ogni “crisi” discende una scelta, una nuova decisione. Sta ad ogni genitore renderla un’opportunità>>.

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