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Il senso della misura in Anna Magnani attraverso il libro di Chiara Ricci

“ANNA MAGNANI – Racconto d’ATTRICE” (Graphe.itEdizioni, pagg.147, € 13,00) Chiara Ricci

di Piero Fabris

Con il testo: “ANNA MAGNANI – Racconto d’ATTRICE” (Graphe.itEdizioni, pagg.147, € 13,00) Chiara Ricci si supera. Il testo è ben equilibrato. È scritto con competenza, ma soprattutto con passione. Attraverso queste pagine l’autrice ci restituisce Nannarella, la sua autenticità, la sua fragilità, la sua capacità di immedesimazione nei personaggi.

“ANNA MAGNANI – Racconto d’ATTRICE” (Graphe.itEdizioni, pagg.147, € 13,00) Chiara Ricci

Chiara Ricci non l’ha vivisezionata, al contrario ci offre della sua vita un ritratto ordinato che ci permette di coglierne la forza, la bellezza autentica che la hanno manifestata fulgida prima ancora di ricevere la stella l’otto febbraio 1960 sulla celebre Walk of Fame di Hollywood Boulevard, prima ancora dell’Oscar il 21 marzo del 1956 per la migliore interpretazione. Il lavoro della Ricci è chiaro e puntuale, grazie al quale si comprende lo spessore dell’attrice che valuta ogni proposta con quella “diffidenza” intelligente, che è rispetto per se stessi e per il proprio pubblico. I suoi personaggi, le storie, devono essere autentiche, riflettere la realtà sempre. Una donna ingombrante, esigente, ma soprattutto un’ICONA, ovvero un messaggero di lealtà sulle cui labbra, smorfie, risate improvvise e fragorose, stornelli (sciantosa, canzonettista, attrice di rivista) vi è il vero, la voce del popolo, il sussurro di chi soffre, di chi sopravvive in vicoli di solitudine con coraggio.

Chiara Ricci
Chiara Ricci

Le righe della Ricci riflettono l’ansia, l’incertezza della Magnani con tutti riverberi (pregi e difetti) dell’umano. Anna Magnani non ama primeggiare, occupa il suo spazio scenico con pienezza e lo illumina con rigore; si sintonizza con gli altri rendendo i quadri di un’opera teatrale o una pellicola non una mera proiezione della volontà del regista quanto l’espressione più autentica della generosità umana. Attraverso questo lavoro “biografia artistica” a lei dedicata, l’autrice svelandola e rivelandola apre sipari su un’Italia, ma potremmo dire sul mondo, postbellico che rimuove le macerie, ma non rielabora i fatti. È l’lo stivale pronto ad abbandonarsi al consumismo, alle vetrine dell’apparire, al posto di ricostruirsi su valori veri!  Nel libro si coglie il nerbo ribelle di donna madre, schietta, verace, l’energia con la quale si ribella a sistema che vuole ingabbiarla in certi ruoli e oscurarne l’aura, la sua d’identità. Vi è in appendice al testo la sua filmografia e la sua teatrografia, ma è l’analisi attenta, svolta dalla Ricci nei capitoli: “La Voce umana”; “Assunta Spina”; “La carrozza d’oro”; “La rosa Tatuata” e “La pelle di Serpente” a far luce sull’onestà e la serietà con la quale si immedesima nei personaggi superando la “finzione”, immedesimandosi nella parte dove tante donne da lei interpretate sono evocazione di un ideale di libertà. Un libro per meditare, riflettere.  Pagine da leggere lentamente per apprezzarne lo spessore. A volte fa bene soffermarsi su certi fogli per rivedere e gustare pellicole immaginate per personaggi come Annarella e poi affidati a Sofia Loren: Al di là del potere economico di Carlo Ponti che ha certamente influito sulla scelta del ruolo principale, forse l’Italia (o il pianeta tutto) aveva bisogno di evasioni, di perdersi nei sogni di carta patinata, di perdersi nella celluloide e stendere sipari su tele dell’Anima, cioè sulla vita cruda. Un libro quello di Chiara Ricci che ci invita a guardare alla Magnani come incarnazione di bellezza la cui fiamma interiore fa la differenza e traccia un raggio dorato “…oltre il tempo”.  

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