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L’ Internazionale e altri pensieri

di Cinzia Santoro

Questo primo maggio, incerto, in bilico e corroso mi riporta a uno splendido testo, l’Internazionale, rivisto e curato da Franco Fortini. Intellettuale, poeta, saggista e critico letterario italiano, Fortini con questo componimento lascia il suo testamento ideologico. Un’ introspettiva in versi della rinascita rivoluzionaria a cui il poeta lavora fin dal 1969, la cui versione ultima, fu donata da sua moglie a Ivan della Mea dopo la sua morte.

Fortini scrive: “E tra di noi divideremo lavoro, amore, libertà. E insieme ci riprenderemo la parola e la verità.”
In queste parole sono racchiuse le problematiche più forti che affliggono la società. Attualissimo il richiamo al lavoro che in Italia manca, dopo anni di scellerata politica neo liberale. La perdita di alcuni diritti fondamentali del lavoratore, l’abolizione dell’articolo 18 e la burocrazia che si perde nei meandri di leggi e leggine, ha reso la società italiana precaria a vita ed economicamente più povera.

L’ internazionale e altri pensieri

L’amore, questo sconosciuto, che aveva visto gli italiani cantare sui balconi e gridare all’epidemia “saremo tutti migliori”, è miseramente naufragato, dopo tre anni di limitazioni e paure. Oggi l’individualismo e l’odio feroce verso l’altro, il diverso, che sia l’omosessuale, la femminista, il migrante o semplicemente un individuo che non si conforma alla massa, sono un imperativo. Rigurgiti fascisti sostengono questa visione del mondo, il sessismo, il razzismo e il maschilismo impera ovunque.
La libertà invece ci è stata sottratta un tanto per volta, i programmi spazzatura degli ultimi trent’anni hanno tenuto compagnia a un popolo bacchettone e armato di telecomando prima e dei social ora. Immersi in una realtà virtuale, il profumo dei libri, la bellezza del sapere, lo studio della storia sono stati accantonati. L’incontro e l’aggregazione sociale ridotta alla movida violenta degli spritz e delle bande di ragazzi e ragazze, sempre più imberbi, pronti a picchiare in branco.
L’impegno politico, sociale e collettivo che caratterizzò gli anni dal 1960 alle fine del 1970 è caduto nella pattumiera della storia.
Allora oggi primo maggio, dovremmo cantare questo inno alla rivoluzione, culturale, politica e sociale. Un inno al risveglio della coscienza collettiva e un richiamo all’interesse della vita del nostro paese. Un canto del popolo, un canto del poeta che ci commuove.
Parole emozionanti queste dell’ Internazionale di Fortini, che fanno tremare,  parole attuali, in questo momento storico e politico tanto intricato e impregnato di capitalismo becero.
In un paese alla deriva, lontano da ogni impegno sociale, un paese dei politicanti, europei e italiani, impegnati a schiavizzare i popoli in nome del profitto, le parole di Fortini scuotono gli animi narcotizzati. E ancora Franco Fortini scrive:
“Noi non vogliam sperare niente.
il nostro sogno è la realtà.
Da continente a continente
questa terra ci basterà.”
La terra dono per tutti, anche per chi nacque dalla parte sbagliata del mondo e giunge oggi dalla rotta balcanica o da quella del mediterraneo. Mi chiedo cosa direbbe Franco Fortini dinnanzi allo scempio dei naufraghi e al silenzio colpevole della politica italiana e europea.

“Classi e secoli ci han straziato
fra chi sfruttava e chi servì:
compagno, esci dal passato
verso il compagno che ne uscì.”
Manca oggi la consapevolezza dello sfruttamento che subiamo quotidianamente. La terra e il suo grido d’aiuto, la desertificazione e il surriscaldamento del clima, le inondazioni e il ritiro dei ghiacciai.
Ma il canto dell’ Internazionale oggi mi sostiene.
“Questo pugno che sale ,questo canto che va , è l’internazionale, un’altra umanità.  Questa lotta che uguale l’uomo all’uomo farà. È l’internazionale fu vinta e vincerà”.
Il ritornello si allontana dalla vecchia versione del Bergeret, quella più conosciuta e al posto della “futura umanità”, che ci torna automaticamente alla memoria, scrive “un’altra umanità”.  Umanità che è già qui ora, pronta a ritrovarsi. In quell’ orizzonte politico dove Fortini destinava la sua riflessione sul tema, con la proposta di demitizzare l’intera vicenda sovietica. Sullo sfondo in quegli anni: lo stragismo, il compromesso storico, l’eurocomunismo, le contestazioni sociali che porteranno allo Statuto dei Lavoratori e al referendum sul divorzio, le posizioni forti e radicali dei differenti gruppi della sinistra extraparlamentare. Oggi dovremmo ripartire da queste riflessioni per poter ritrovare la centralità dell’uomo nella vita sociale, politica e culturale. Tornare a studiare il passato per innovare il futuro.
Fortini in un’ intervista afferma:
“Se si crede in una frase di Brecht che dice: ”La tentazione del bene è irresistibile”, allora, si crede, anche, che si possano formare degli anticorpi capaci di trasformare lo schifo, la menzogna, le feci coltivate dalla cultura di massa in altro. È possibile, perciò, è doveroso mutare”. 

L’ internazionale e altri pensieri

Allora riascolto questo canto, proposto dagli Archivi della Resistenza e adattato dai compagni Alessio Lega, Davide Giromini, Rocco Rosignoli, Francesca Baccolini, Guido Baldoni e Rocco Marchi.
Buon primo maggio di resistenza a tutte e a tutti.

30 aprile 2023

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