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“La Storia terciute”lo spettacolo della Compagnia Artù

“La compagnia Artù” porta in scena varietà di fatti e persone, perché le vetrine le trovi in centro a Bari

di Piero Fabris

Foto di Daniela Ciriello

Ci catapultiamo durante le prove de “LA STORIA TERCIUTE” di Maurizio Sarubbi, attore e regista teatrale, uno dei fondatori insieme a: Maria Pastore, Susi Rutigliano, Rosa Cavalieri, Vito Campanella, Anna Maria Petrelli e Anna Maria Pisconti della “Compagnia Artù” nata a dicembre 2021. Subito il nostro pensiero si volge alle gesta del Re e dei suoi nobili cavalieri raccolti attorno alla tavola rotonda, simbolo di equidistanza. Ci sorprende sapere che il nome della compagnia è invece una forma di reverenza nei confronti di un gatto, il gatto domestico del Sarubbi il quale ci racconta: “Faccio l’attore da quasi un quarto di secolo.

La Compagnia teatrale Artù da sinistra a destra della foto: M. Sarubbi, A. Ranieri, S.Rutigliano, C.Rubini

Ho cominciato accanto a Lino De Venuto, Giovanni Gentile, Emanuele Battista, Nietta tempesta, osservando Roberto Petruzzelli e quando a casa studiavo le parti assegnatemi se Artù, il mio gatto, veniva ad acciambellarsi sul copione, sapevo che lo spettacolo sarebbe andato bene”. Artù, il felino, era quindi di buon auspicio per la prima del lavoro da portare in scena. Subito il nostro pensiero è andato alla fiaba de “Il Mastro gatto” o “Il gatto con gli stivali” versione di Charles Perrault, dove un mugnaio lascia in eredità al figlio maggiore il mulino, al secondo l’asino e al terzo e ultimo un gatto. Quel micio che sembrava un lascito inutile è invece l’inizio di un percorso sorprendente. Certo, nulla è quel che appare!  Gli chiediamo: “Perché avete deciso di fondare una nuova compagnia teatrale?” Risponde di getto: “Per stanchezza!”. Poi si spiega meglio: “Eravamo stanchi di certe produzioni, volevamo portare in scena storie di contenuti, rielaborate secondo le nostre sensibilità. Volevamo puntare su spettacoli e copioni che non accendessero i riflettori su prime donne o su storie che fossero solo piacevoli”. Esclamiamo: “Quindi il vostro genere è prettamente favolistico!” E domandiamo: “Chiaramente rivisto e corretto?”. Risponde con un ‘No’ secco al quale replichiamo chiedendogli: “Ci dica allora, qual è il vostro repertorio?” E mentre il resto della compagnia compie esercizi di memoria, di respirazione e immedesimazione nei personaggi, Maurizio Sarubbi si guarda attorno e comincia a farci un elenco di lavori andati in scena, cominciando da: “I favolosi anni sessanta” di Emanuele Battista; “A mano a mano… parlando di Rino”,  un omaggio a Rino Gaetano scritto dal Sarubbi e Lidia Cuccovillo; “In viaggio per Spoon River… via Crispi in fondo”, sua; “Due Gatte Randagie” di Aldo Nicolaj; “La Scema” di Susi Rutigliano; “Ma chi è Mazinga” di Annamaria Petrelli, ovvero un omaggio ad Alfredino Rampi e “Come un Corvo Bianco… Chernobil 1986” di Fabrizio Fasano Il cartellone è ricco e vivace. Nella compagnia Artù sono entrate nel frattempo: Lidia Cuccovillo, Sara Pofi, Antonella Ranieri, Caterina Rubini. Una compagnia che affronta con ironia e leggerezza calviniana questioni sociali e che non disdegna il vernacolo, anzi lo valorizza vantandosi di collaborare col “Piccolo Teatro di Bari- Eugenio D’Attoma”. Maurizio Sarubbi coopera con Marika Calabrese, direttrice artistica della scuola “A.S.D. Artedanza” di Triggiano e con “Diamo Voce alla Musica” diretta da Rosa Cavalieri realizzando spettacoli dove esperienze d’Arte si compongono, scompongono, contaminano per dar vita a suggestioni capaci di risvegliare memorie in atmosfere ammalianti. Chiediamo a Maurizio che cosa hanno in cantiere, accenna senza sbottonarsi più di tanto a: “Nonno Sabino e il Petruzzelli” di Vitaliano Iannuzzi; a “La Rondine” di Ersilia Cacace e a “Factum Est” di Giovanni Testori. Lo lasciamo alle prove de “La storia Terciute” una rivisitazione ‘surreale’ di quattro fiabe (Biancaneve, Cenerentola, Cappuccetto Rosso e La Bella Addormentata), ovvero storie di quattro protagoniste del nostro immaginario fantastico in sala d’aspetto di un ginecologo. Chissà cosa avrebbe detto lo psicanalista Bruno Bettelheim vedendo questo spettacolo?

Locandina dello spettacolo

Il debutto sabato 5 novembre ore 21,00 e poi domenica 6 novembre ore 19,00; sabato 12 novembre alle ore 21,00 e domenica 13 novembre alle ore 19,00 al “Piccolo Teatro E. D’Attoma”, strada privata Borrelli 43 – Bari. Info e prenotazioni al 349 6673986.        

3 novembre 2022

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