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“Ti mangio il cuore” film di Pippo Mezzapesa presente alla prima proiezione del Teatro Verdi di Martina Franca

di Clelia Conte

Bravo Pippo Mezzapesa, regista del film in bianco e nero, “Ti mangio il cuore”, “Una grande storia d’amore e di vendetta, di passione impossibile e di sangue” così la definisce il regista, che si è recato al Teatro Verdi di Martina Franca per presentare il suo Film, tratto da una storia vera sulla mafia foggiana dove viveva la prima donna pentita del Gargano. Giuliano Foschini e Carlo Bonini hanno scritto il romanzo omonimo ed hanno contattato il regista per realizzarne una storia cinematografica sulla cosiddetta “Quarta Mafia”, meno nota tra quelle criminali ma molto spietata, comandata dalle famiglie malavitose della Società foggiana e i Montanari del Promontorio. Mezzapesa ha firmato il copione con Antonella Gaeta e Davide Serino.

elodie

La storia si articola tra gli altopiani del Gargano dove vivono due potenti famiglie, i Malatesta e i Camporeale, che avevano avuto già numerosi contrasti con spargimenti di sangue. La rottura tra i due clan riaffiora quando Andrea Malatesta, e Marilena moglie del boss dei Camporeale, si innamorano. Questo però è un amore complicato dal quale scaturiscono disonori e vendette. Una situazione disastrosa dalla quale sorgeranno conseguenze tragiche.

Francesco Patané

Elodie è stata subito favorevole al copione pur dovendo incarnare un personaggio complesso. La cantante-attrice dai caratteri somatici esotico-mediterranei è entrata perfettamente nella parte, vincendo la sua sfida attraverso la sua capacità espressiva e lo sguardo profondo ma al contempo cupo. La sua interpretazione sorprende, rapisce ed affascina lo spettatore che si chiede fino all’ultimo quale sarà la sua prossima mossa. Il personaggio ha una personalità sfaccettata: Marilena per amore prende una decisione molto rischiosa che la porta a trasferirsi nella casa della famiglia nemica dei Malatesta. Qui dimostra un carattere forte ma poi quest’audacia si affievolisce portandola a subirne le conseguenze fino a che l’istinto protettivo materno verso i suoi figli, avuti dal marito latitante, va in contrasto con l’amore verso Andrea Malatesta (Francesco Patané). L’uomo è colui che si trasforma da dissidente della mala al carnefice più spietato che per vendicare la morte di suo padre (e non solo), si accanisce per sterminare tutti i Camporeale.

Gli attori sono “azzeccati” compreso ovviamente il famosissimo Michele Placido che interpreta Michele Montanari il quale rappresenta un personaggio che media tra le due famiglie in guerra. Nella realtà, dopo quarant’anni dall’inizio di questi dissapori sfociati in crimini atroci è proprio la famiglia Montanari a mettere pace tra i Malatesta (pastori) ed i Camporeale (agricoltori).

Elodie -velo

Il film é severo ma ha la fortuna di essere un opera drammatica made in Italy dove il regista si sofferma più al lato psicologico dei personaggi che alla vista dei massacri insanguinati all’americana. Raffinata la rappresentazione fotografica che mette in rilievo un epoca passata, gli anni ’60 di una provincia Foggiana ferma al dopoguerra dove la pastorizia e l’agricoltura erano le uniche risorse. Quel luogo nel quale i greggi si spingevano nelle proprietà degli agricoltori per mangiare le loro risorse verdi e da qui nascevano gli screzi. Il film è innovativo pur avendo delle scene déjà vu come ad esempio l’immagine della bellona col velo nero tra donne anziane durante una processione, l’abbiamo già ammirata in altri film.

Intervistando gli spettatori all’uscita del cinema, ho riscontrato una tale ignoranza da parte delle fans di Elodie che si aspettavano un’opera musicale e ne sono uscite deluse. Io basita!

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