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Presenteta l’ultima fatica di Nicola Fanizza “Araldo Di Crolalanza un ministro all’ombra del Duce”

Bari: Presentato “Araldo Di Crolalanza, un ministro all’ombra del Duce”dello studioso di storia, filosofia e antropologia Nicola Fanizza.

 Lunedì 31 gennaio, presso l’Albergo delle Nazioni è stato presentato il nuovo libro di Nicola Fanizza. Un libro che lascia parlare i documenti. Accanto all’autore il Professor Mario Spagnoletti, il Professor Vito Gallotta e Gino Dato della casa editrice PROGEDIT.

di Piero Fabris

Nicola Fanizza, come pochi, consulta le carte e trova nel dubbio l’ingrediente principale per la sua passione sulle “cause ed effetti” di certe ruote panoramiche della storia.

Nicola Fanizza

Dove altri si limitano a citare saggi di incensati studiosi, senza preoccuparsi delle possibili cantonate, interpretazioni o dell’onestà intellettuale, viziata dall’ideologie, magari infarcite dalle leggende metropolitane, il Fanizza, tira diritto e bussa alle porte degli archivi, delle biblioteche, sottraendo all’avido oblio i ricordi di azioni, piccole e grandi, utili per comprendere il mutato corso della storia e le visioni con le quali oggi la concepiamo. L’autore approfondendo la figura di Araldo di Crolalanza, sapeva bene di toccare un mito molto caro ai Pugliesi, ma come lui stesso ha ripetuto: “Ho solo fatto delle ricerche andando alle fonti”. Nicola Fanizza ha realizzato un testo di inediti dal quale traspare non solo la sua passione, ma soprattutto il riflesso d’atmosfere di quell’epoca. Un vero e proprio affresco di fatti e personaggi che apparivano acclarati e che invece, alla luce delle pagine del ricercatore sono da ripensare. Un libro fastidioso, meglio detto: scomodo! Sicuramente non servo di parte. Un lavoro che ripercorre del podestà di Bari (dal dicembre 1926, al luglio 1928) e poi ministro dei lavori pubblici, la sua vita, grazie alla quale si comprende l’ascesa di un uomo che, accanto ai suoi compagni del liceo- ginnasio Morea di Conversano (Tommaso Fiore, Alfredo Violante, Michele Viterbo, Giuseppe Di Vagno), sognava una Patria migliore: Una “giovine Italia” mazziniana! Con essi vedeva nella guerra il fuoco purificatore! E, nell’elaborato sono ben evidenziate le varie anime che all’interno dei fasci esistevano, ma soprattutto si colgono i fermenti di quei tempi: l’alba del cinematografo con le sue prime vamp; il teatro dominato da Gabriele d’Annunzio ed Eleonora Duse; la lirica esaltante delle opere del compositore Giacomo Puccini; del vuoto ideologico creatosi, perché i vecchi partiti, post risorgimentali, avevano esaurito le loro ragioni d’essere e non riuscivano a essere risolutivi, capaci di rispondere ai bisogni di concretezza come, per esempio, la realizzazione delle riforme agrarie quale attuazione delle promesse fatte a coloro che combatterono nel primo conflitto mondiale, per un’Italia nuova. Il libro ripercorre la vita di Araldo, facendoci intuire il suo carattere, prudente e dinamico. Ci sarebbe piaciuto un capitoletto dedicato al processo, ma forse il Fanizza ha in mente un proseguo!

L’autore lo ritrae giornalista accanto a Piero Delfino Pesce, ne sottolinea la capacità polemiche e riflessive grazie alle quali si fece notare attraverso “Puglia Giovane”, il “Quotidiano di Trani” e altri giornali dei quali era redattore. S’intendono i percorsi che lo videro all’inizio accanto ad Alfredo Violante, dal quale si distaccò per posizioni diverse e il perché fu chiamato a realizzare: un “fronte unico” tra le correnti pugliesi del fascio per le elezioni del 1924.  Raggiunse il picco più alto della sua carriera divenendo Ministro dei lavori Pubblici. A Bari e a Mola è ricordato per il porto e tante opere che miravano a rendere le nostre città superbe sovrane, sull’adriatico.  Araldo si guadagnò la stima di Benito Mussolini che osservava la stanza del suo ministero, accesa fino a tardi. Purtroppo il contagioso “Superomismo”, il suo credere di essere al di sopra delle parti lo portò ad abusare del potere. Il Fanizza con puntualità di dati dimostra come Araldo, nonostante fosse a Roma, grazie a suoi uomini di fiducia, manteneva il controllo sui territori pugliesi. Fu il crac Alberotanza che aveva ingannato tanti risparmiatori a renderlo inviso al Duce, oppure il favorire la ditta “La Rocca” suscitando malumori in molti commercianti.  Il lavoro del Fanizza che inizia con un bel ritmo è pieno di note, rimandi, ricordi, ci offre persino, un’appendice del carteggio tra il di Crolalanza e il Principe di Montenevoso. Uno spaccato inedito, coraggioso sulla figura del di Crolalanza. Un libro non abbatte un mito, sicuramente ci offre un’occasione per meditare sul potere, sull’essere ministri, ovvero servitori del paese. Un invito a ricercare con onestà intellettuale e magari approfondire, continuare lo studio su questa figura.

One thought on “Presenteta l’ultima fatica di Nicola Fanizza “Araldo Di Crolalanza un ministro all’ombra del Duce”

  1. Un grande uomo su cui io ho preparato la mia tesi di laurea .e ho vinto un concorso dedicato a lui tanti anni fa .Peccato se avessi saputo che Fanizza avrebbe scritto un libro ,avrei collaborato con lui .Ho tantissimo materiale sulla sua vita e anche lettere personali inedite scritte da D’Annunzio per la perdita dei suo unico figlio maschio. Grandissima personalità ,umile e generosa. Lavoro dei lavori pubblici, morto possedendo solo una casa popolare, altro che i ministri di oggi. Ero grande amica della sua defunta figlia Perla.

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