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Storia di Florencia Bianco orfana di femminicidio.

Florencia Bianco- Un cammino di rabbia, orrore e solitudine: “Per lo stato italiano sono morta il giorno in cui mia mamma è  stata uccisa”

Florencia Bianco, poco più di vent’anni, parla con lucidità e snocciola date e orari sulla tragedia che la colpisce quando lei aveva solo dodici anni. L’orrore dei giorni che seguirono il brutale omicidio, raccontano di una ragazzina abbandonata nell’indifferenza dello stato e della famiglia d’origine.
Florencia nonostante tutto reagisce, aiuta se stessa e suo fratello più piccolo. Lei oggi vuole cambiare la legge a favore degli orfani di femminicidio.

L’intervista a Florencia Belen Bianco

Cosa è  successo alla tua mamma?
La mia mamma è stata uccisa il tredici febbraio 2012 alle ore ventuno e dodici, dal suo ex compagno Carmine Buono.
Mamma si chiamava Antonia Bianco e aveva quatantatre anni anni appena compiuti solo dieci giorni prima, il tre febbraio. È stata uccisa nonostante avesse denunciato quest’uomo più volte, sia per stalking che per molestie. Ma non è stata ascoltata.
L’assassino è il padre di mio fratello, il più piccolo. Ho due fratelli e tutti e tre noi abbiamo tre padri diversi e il padre del più piccolo è stato l’assassino della mia mamma.

Che ricordi hai della vita con lei?
Ho pochissimi ricordi, mamma lavorava tutto il giorno per poter mantenere la famiglia, dato che non ha mai avuto un uomo stabile a suo fianco. Ricordo che lei si occupava di noi con amore. Ripenso a lei quando mi accompagnava dal pediatra, per sottopormi a controlli  medici periodici a causa di una mia malformazione che ho dalla nascita. Ma ricordo anche quando bisticciavo con lei come accade a tante figlie con la propria mamma.

FLORENCIA BIANCO con la mamma vittima di femminicidio

La mamma era cambiata dopo aver incontrato il suo compagno?
Si, mia madre era cambiata molto dopo aver incontrato Carmine Buono. All’inizio della relazione, lui le aveva raccontato di essere un single e lei era felice di aver trovato l’uomo della sua vita.  Con la gravidanza, mamma scopri che Carmine aveva già avuto due mogli e altri sei figli. Iniziarono i problemi e mamma cambiò, non fu mai più serena.
Come ogni relazione violenta, anche in questa storia, con la gravidanza si svelano i lati oscuri del maltrattante. La donna è  in trappola e lui può continuare indisturbato il progetto che porterà alla morte della compagna.

Mamma ti aveva confidato i suoi problemi?
Mamma si confidava sempre con me, tutti in famiglia sapevano dei problemi con Carmine. Lui la minacciava, minacciava me, mia nonna e addirittura i nostri parenti in Argentina. Purtroppo mi sono ritrovata all’età di otto anni a dover telefonare alla polizia per metterla in salvo da Carmine, perché già quel giorno la stava ammazzando cercando di investirla. Io chiamai le forze dell’ordine facendo scappare quell’uomo. Quindi, anche se mamma non si fosse confidata, i problemi comunque erano anche i miei.

Quanti anni avevi quando la mamma viene uccisa? E i tuoi fratelli?
Quando la mia mamma è  morta io avevo dodici anni, mio fratello più piccolo solo cinque e l’altro ventiquattro.

Cosa ti è  successo dopo?
Dopo la morte di mamma io e mio fratello siamo stati affidati a mia zia, una delle due sorelle di mamma, in Toscana. Ma giunti in questa casa ho chiesto aiuto alle assistenti sociali,  il compagno di mia zia picchiava mio fratello e abusava di me. Quindi siamo finiti in una casa famiglia. Da qui sono stata affidata per un anno a una cugina di mamma in Argentina. Mentre mio fratello è stato affidato a una famiglia dove vive tuttora e fortunatamente sta bene. Invece l’altro fratello, il  maggiore ha una bella famiglia con due meravigliosi bimbi e abitiamo nello stesso stabile.

FLORENCIA BIANCO con la mamma vittima di femminicidio
FLORENCIA BIANCO con la mamma vittima di femminicidio

Oggi io vivo con mia nonna, qui ci sono arrivata dopo essere stata anche a Milano, dall’ altra sorella di mamma che pensò bene di prendersi il denaro che avevo ricevuto dopo la sua morte.
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Quali sono state le tue emozioni verso la mamma e nei confronti dell’assassino?
Ho sentito tanta rabbia, rabbia e ancora rabbia e un infinito senso di colpa. Quella mattina mamma, prima di andare al lavoro, mi svegliò per chiedermi uno smalto e io ci litigai perché volevo ancora dormire. Fu l’ultima volta che la vidi.
La rabbia la sento nei suoi confronti perché lei era testarda e non ascoltava i consigli di nessuno.  Se ci avesse ascoltato sarebbe ancora viva? Forse.  Ci aveva telefonato dicendo che avrebbe visto Carmine per risolvere dei problemi di mio fratello. Sia io che mia zia e mia nonna le avevamo detto di tornare a casa. Invece lei è andata a quell’ ultimo incontro.

L’assassino ha mai chiesto perdono?
No, lui non ha mai chiesto perdono. Si ritiene non colpevole. Io vorrei andarci a parlare in carcere, ma la mia famiglia non è d’accordo. Con la morte di mamma io ho perso tutto. Mi sono ritrovata sola all’improvviso.

Lo stato che ruolo ha avuto nell’ assicurarsi il tuo benessere psicofisico?
Lo stato italiano? Assente. Per lo stato noi orfani di femminicidio siamo morti insieme alle nostre mamme, purtroppo.

FLORENCIA BIANCO

Cosa vuoi fare in futuro?
Faccio molta fatica ad arrivare a fine mese. Sto cercando un lavoro. Non è facile. Vorrei che la pagina “Noi orfani speciali” diventi un’associazione per aiutare tutti gli orfani di femminicidio. Voglio viaggiare in tutto il paese e raccontare la mia storia. Voglio sensibilizzare l’opinione pubblica e i politici. Ricordare loro che noi esistiamo,  siamo orfani e abbiamo bisogno di essere “visti”, vogliamo essere ricordati e considerati.  Purtroppo siamo tanti e ogni giorno una donna viene uccisa lasciando i figli soli.
Ho tanti sogni, amo scrivere,  fotografare,  disegnare e tanto altro. Ho finito da poco la scuola, chissà cosa diventerò in futuro.  So solo che non voglio diventare mamma, perché so come si vive senza la mamma e io non posso pensare di abbandonare mio figlio all’improvviso così come è successo a me.

26 novembre 2021 

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