Sei qui
Home > Cronaca > Adelina Sejdini tradita dagli uomini e dalle istituzioni. Cronaca di una morte annunciata

Adelina Sejdini tradita dagli uomini e dalle istituzioni. Cronaca di una morte annunciata

di Cinzia Santoro
Gli anni novanta segnarono per l’Italia l’inizio di un fenomeno migratorio dall’Albania. In migliaia dalle coste albanesi, presero d’assalto le navi che approdavano nel porto di Brindisi. Nei mesi a seguire giunsero sulle coste del bel paese uomini, donne e bambini che inseguivano il miraggio della dolce vita, agognata tramite la nostra TV.  Erano gli anni di “Non è la RAI”, delle top model icone di stile, del progresso tecnologico e del Karaoke di Fiorello che impazza tra i giovani. Gli anni 90 portano anche e soprattutto cambiamenti geopolitici importanti: la caduta del muro di Berlino, lo sgretolamento dell’Unione Sovietica e in Albania la fine della dittatura. In quegli anni nel paese regnava il caos politico e civile. In moltissime zone rurali le donne venivano rapite da gruppi armati e avviate alla prostituzione in Italia. È in questo contesto che Adelina Sejdini  arriva a Brindisi, dopo una traversata sul gommone, di notte con altre sventurate come lei. Era giovane, minorenne, rapita e violentata per giorni da un branco di bestie feroci.

Adelina Sejdini

Adelina dirà in un’ intervista vent’anni dopo, che non aveva mai dimenticato l’orrore di quei giorni, il dolore fisico e lo strazio del suo cuore. Per quattro anni finirà con altre dieci ragazze sulle strade di Pavia prostituta e schiava sessuale della mafia albanese e degli uomini italiani.  Ma Adelina ha coraggio, ha forza, quella della disperazione, la forza delle donne che non hanno più nulla da perdere. Denuncia e fa arrestare la banda di delinquenti che l’avevano in pugno.  Ma per Adelina  gli anni che seguono sono difficili, resta in Italia con un visto per motivi umanitari e rinuncia alla cittadinanza albanese, affinché non venisse rimpatriata. Il ritorno in Albania avrebbe significato ritorsioni da parte della mafia albanese.

Apolide e lontana dalla sua famiglia, si dedica alle altre donne che sono sulla strada. Poi si ammala, il cancro la colpisce  duramente. Invalida, chiede la cittadinanza italiana ma ormai Adelina non è più utile. Nessuno l’ascolta ma non si arrende. A Roma si da fuoco per protesta. Un urlo disperato, inutile. Alla dimissione dall’ospedale le danno un foglio di via, lei fa un ultimo video dove annuncia che non arriverà al nuovo giorno.  Adelina Sejdini si lancia da un ponte quella stessa sera, abbandonata dallo Stato italiano e tradita per l’ennesima volta dagli uomini. Adelina era una donna, una come noi, sul suo corpo le cicatrici delle violenze subite, nel suo cuore le cicatrici invisibili lasciate dalla disperazione, dalla solitudine e dal sentirsi invisibile. Adelina è stata uccisa, non una ma ogni volta che è stata tradita, umiliata, usata, brutalizzata, ignorata, sminuita.  Era bella, semplice e pur non conoscendola voglio ricordarla come in una delle interviste che aveva rilasciato tempo fa: lo sguardo limpido, la voce incrinata dalla nostalgia per la sua famiglia e le sue parole dignitose e composte.

15 novembre 2021

One thought on “Adelina Sejdini tradita dagli uomini e dalle istituzioni. Cronaca di una morte annunciata

  1. Mi sono documentata e poi leggendo da te mi sono venuti i brividi per questa storia così triste. Non posso immaginare il dolore che portava nel fisico e nel cuore ma voglio ricordarla anche io, pur non conoscendola, come una donna forte e dallo sguardo limpido. Grazie Cinzia per questa denuncia.

Lascia un commento

Top