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Lo scrittore Francesco Picca presenta la sua raccolta di racconti: “LACCA” Bertoni editore

di Clelia Conte

Lacca – Francesco Picca (Bertoni editore, 2019)

Il tema della lettura e, più in generale, della cultura letteraria, è diventato centrale rispetto alla
sensibilità collettiva e alle attenzioni del Governo soltanto in seguito alle restrizioni adottate per
contrastare il Covid-19. Tante le iniziative e gli inviti a riscoprire la lettura come momento di
riflessione oltre che di arricchimento. Come tutti gli altri comparti anche il settore dell’editoria
libraria ha subito un duro contraccolpo economico, soprattutto con riferimento a quelle realtà
medio-piccole che, nella pubblicazione di ogni singola opera, ripongono tanta cura quante speranze.
Francesco Picca

Abbiamo sfogliato con curiosità le pagine di “Lacca”, raccolta di racconti brevi dell’autore

Francesco Picca, edita da Bertoni editore di Perugia.
Laureato in Economia, consulente aziendale in ambito commerciale e risorse umane, Francesco Picca è nato a Taranto ed è tornato a vivere in Puglia dopo alcuni anni trascorsi in Romagna. Proprio i luoghi della Romagna ricorrono spesso tra i diciannove racconti che compongono questa raccolta, la seconda dopo quella edita nel 2015. Altri temi ricorrenti sono il cambiamento e l’attesa, cardini dello svolgersi di vite, di amori, di vicende solo apparentemente trascurabili, di vicissitudini segnanti. La scrittura è asciutta ma non limita la
pienezza delle descrizioni e dei tratteggi caratteriali.

L’intervista

-Francesco, perché la scelta del racconto breve?
Da sempre è la mia dimensione di scrittura. In molti mi hanno sollecitato a cimentarmi in un una forma più estesa, nel classico romanzo, ma al momento non è nelle mie corde. Il racconto breve offre alla mia scrittura un comodo anfratto, un rifugio sicuro, una dimensione di equilibrio narrativo.
L’idea del titolo?
Il libro prende il titolo da uno dei racconti. La lacca è quella che utilizzava mia madre, negli anni ’70. Quel profumo ha accompagnato tutta la mia infanzia e ha stimolato una serie di ricordi.
La copertina raffigura un volto di donna. E’ un’opera dell’artista Domenico Grenci, un pittore di origini calabresi che vive e opera a Bologna. Ho incrociato casualmente in rete alcuni suoi dipinti e la sua arte mi ha letteralmente folgorato. Il quadro della copertina, dal titolo “Marine”, mi è piaciuto moltissimo e ho contattato Grenci per proporgli la mia idea; ha accettato senza tergiversare, come me fermamente convinto che le forme d’arte debbano sempre incrociarsi e completarsi.
Luoghi, personaggi, brevi storie di vita. Tutto concentrato in meno di cento pagine.
Qualcuno ha paragonato le mie descrizioni a delle pennellate veloci. In effetti non amo dilungarmi, soprattutto quando devo delineare il carattere di un personaggio. Preferisco piuttosto farlo parlare, esprimere le sue incertezze, le paure, le recondite aspirazioni, massimizzando la brevità della scrittura attraverso l’intensità di ogni singola parola.
I tuoi spunti sono reali o di fantasia?
Ogni genere di scrittura, anche quello definito di pura fantasia, è l’inevitabile racconto di qualcosa di personale. La scrittura è un momento di grande intimità, di riflessione, di analisi, e non può prescindere dal vissuto di ciascuno. Una scrittura generata unicamente dalla fantasia sarebbe priva di cuore, di anima, di verità.
Questa raccolta arriva dopo quattro anni dalla pubblicazione della prima.
Il primo libro, “Chiave 21”, è nato da un incontro casuale con gli editori di Pufa e ha raccolto cose scritte in più di
vent’anni. Per “Lacca”, invece, ho contattato l’editore Bertoni proponendo una serie di racconti più recenti. L’intesa è stata immediata e l’accordo altrettanto veloce. Ho la fortuna di poter dialogare quasi ogni giorno con Jean Luc Bertoni, persona gentile, moderata e molto presente, e di confrontarmi con lui sulle iniziative da intraprendere. Come casa editrice, in merito alle note problematiche recenti, la Bertoni ha adottato una serie di iniziative lodevoli che, nonostante il momento di oggettiva difficoltà operativa, hanno coniugato l’invito alla lettura con quello alla
solidarietà.
La promozione del libro si è dovuta inevitabilmente arrestare.
Si, avevo programmato una ventina di presentazioni dalla Puglia sino al Piemonte, passando per il Salone del libro di Napoli e per quello di Torino. Tutto rinviato, ma senza rammarico. La situazione attuale ci offre una serie di spunti e di soluzioni alternative che, forse, diventeranno normali e consuete. Il desiderio, ovviamente, è quello di tornare a respirare il magico profumo delle librerie, di stringere mani e di scambiare abbracci.
19 aprile 2020

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