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Lecce: “MAGIA DEI CERCHI la personale BENEDETTA LONGO allestita nello spazio alternativo della ERG

 

Pompea Vergarodi Pompea Vergaro– critico d’arte

 

È in mostra fino al 18 febbraio 2018 la personale MAGIA DEI CERCHI della giovane artista Benedetta Longo, organizzata da SALENTO D’ESPORTAZIONE dello scrittore Mauro Ragosta e allestita nello spazio alternativo della ERG di Viale Rossini a Lecce.

Uno spazio moderno dedicato agli allestimenti di mostre e incontri culturali, dove si può sorseggiare un caffè, in un accogliente angolo bar.

Giungendo in auto e parcheggiando nello spazio del distributore ERG , il mio pensiero è corso all’artista statunitense vissuto del secolo scorso, Eduard Hopper, il quale aveva dedicato una ricca produzione ai “ritratti della solitudine”. In particolare l’ho associato ad una sua opera “GAS” situata presso il Museum di Art Modern  a New York.

Benedetta Longo è la testimonianza delle speranze dell’Arte che guarda al futuro. “Dipingo per raggiungermi” costituisce l’essenza della personale,”MAGIA DEI CERCHI” della nostra artista che si affaccia nell’affollato mondo dell’Arte e che abbiamo presentato nel 21 gennaio scorso, tra un pubblico attento e interessato.

Lo spazio espositivo si pregia di 8 opere, sono acquerelli su carta, pigmenti di colore e acqua. L’acquerello è delicato, pregevole, ma ostinato. Perché ostinato? In realtà non è difficile, ma difficilmente si corregge. L’acquerello non vanta una storia molto antica. Diviene la tecnica preferita da molti pittori solamente nel 1600  nei Paesi Bassi e solo nel XVIII secolo, grazie ai grandi pittori francesi ed inglesi, si diffonde  in tutta l’Europa e negli Stati Uniti. Tra gli artisti inglesi, caposcuola è stato William Taverner nel 1700, tra i francesi CézanneGauguinManet,Degas  e Paul Klee e Eduard Hildebrandt fra i germanici. In Italia la tecnica prende campo dalla metà dell’OttocentoNapoli con Giuseppe De Nittis.

Sono allestiti nello spazio espositivo un dittico e due polittici. Nel dittico  Benedetta Longo tratteggia la dualità del femminile e del maschile. Sono due  primi piani rinchiusi, morbidamente rinchiusi. Morbidamente separati e uniti nello stesso tempo, affinché ognuno viva appieno la propria libertà.

Il  polittico allestito sulla parete sinistra dello spazio espositivo con sfondo vermiglio abbagliante “Come un viaggio, una preghiera, una direzione” segna il viaggio ancestrale e simbolico dell’uomo.

Il polittico sulla parete destra “Una storia di espansione e amore” è la prefigurazione di una storia. Qui la natura mostra il tret d’union tra l’umano e il divino. Tanti i simboli: il cammino lungo una china di figure femminili e maschili,  gli alberi, la farfalla simbolo della conoscenza della trasformazione e della brevità: “Ciò che per il bruco è la fine del mondo, il mondo la chiama farfalla”. Questo  per parafrasare una frase di Lao Tse.

Se ci soffermiamo per un momento  sulla MAGIA DEI CERCHI, il titolo nasce dalla naturale inclinazione di Benedetta Longo per il cerchio. Ella parte da sé,  perlustra la propria  interiorità per comprendere il mondo. Ogni opera d’arte tenta di narrare il mistero della vita e del divino, tenta, perché   nulla è certo e definito. La circolarità è una necessità del suo percorso artistico.

E non a caso I suoi interessi  sono rivolti alla filosofia orientale che ci riconduce al  Mandala un termine sanscrito che ha diversi significati, ma quello di Benedetta Longo  è “raccogliere l’essenza”. L’acquerellista  intende vivere lontano dal brusìo del mondo verso la musica delle sfere.

Il cerchio è una figura geometrica che determina un limite tra la superficie interna definita e quella esterna infinita. È l’incontro tra l’ umano e il divino. È lo spazio da cui veniamo e in cui finiremo! Il cerchio nello stesso tempo è una protezione. Dunque  non ci tiene fuori, ma ci abbraccia. Questo il messaggio della Magia dei Cerchi!

Le  opere in mostra possiedono delle peculiarità: sono dei primi piani. È qui che cerca se stessa. Gli orizzonti sono dentro di lei. Il suo è un percorso intimo in un senso estetico delicato. Qui si narra di eternità. Qui non si parla dell’oggi. Qui si parla del nostro venire e andare.

Benedetta Longo indaga il gesto e  lo sguardo, fondati su cromie delicate, rette da segni ben definiti a sottolineare la  delicatezza e la grazia. E l’acquerello aiuta l’artista in questa danza e in questo suo meditare!

Ma chi è Benedetta? Quali sono le sue peculiarità? L’ho conosciuta da poco. Ma di lei vedo e percepisco: curiosità, consapevolezza, ricerca, determinazione ma non ostinazione e dubbio. Dunque: ascolto  e  cuore.

Benedetta Longo  inizia ad usare i pennelli sin dall’infanzia. Ha realizzato diverse esposizioni. Ha curato l’illustrazione di un racconto. Ha realizzato la copertina di un libro. Ha realizzato un calendario.

Benedetta è dunque  la speranza dell’arte che guarda al futuro. In questo tempo della contemporaneità prodigiosamente veloce  sceglie l’acquerello. Per il momento. Benedetta    di    tempo   ne    ha per percorrere altri stili, per fare nuove scoperte e donarci nuove emozioni come solo l’Arte sa fare.

E l’augurio che le si può dare si traduce in un pensiero di Rainer Maria Rilke, il poeta boemo-austriaco che si è dedicato allo studio dello  spazio interno che ciascuno di noi dedica al Mondo.

“ Nessun vento è favorevole

per chi non sa dove andare,

ma per noi che sappiamo,

anche la brezza sarà preziosa!

 

 

 

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