Napoli Velata di Ferzan Ozpetek: sale affollate, è la sorpresa di fine anno. Giovanna Mezzogiorno superlativa Cinema 31 Dicembre 2017 di Romolo Ricapito E’ partito col botto Napoli Velata di Ferzan Ozpetek: riuscitissima la data di uscita (il 28 dicembre, quando gli italiani, stanchi di libagioni e…cinepanettoni, iniziavano a volere assaporare qualcosa di nuovo che li traghettasse nel 2018) mentre l’argomento e le atmosfere della città di ambientazione incuriosiscono, a fronte anche dalla love story (intuibile dal manifesto) tra una donna “matura” e un uomo più giovane. E’ un dato di fatto che l’incipit , ossia la passione carnale e subitanea che scoppia tra Adriana (medico legale) e Andrea (Alessandro Borghi) sia una fantasia che molte donne concepiscono, ma non tutte realizzano. Andare a letto, cioè con uno sconosciuto, che poco o niente corteggia, ma fa capire che è spinto dal puro desiderio e quasi da una personale sfida. Se poi lo sconosciuto, incontrato durante un ricevimento, è misterioso e interessante, oltre che attraente, il dado è tratto. Ma che Napoli propone Ferzan Ozpetek? Qui il capoluogo campano è una città ovviamente divisa tra antico e moderno. Vicoli, ambienti circospetti e circoscritti, folla di personaggi che costituiscono un ricco cast, soprattutto al femminile. E’ certo che l’interpretazione di Giovanna Mezzogiorno è centrata e centrale e che questa “anti-diva” ha raggiunto ormai capacità professionali che la rendono inaffondabile, almeno come eventuale paracadute di eventuali critiche che non ci sono, in quanto il ruolo di Adriana è sentito e reso in maniera ricca ed espressivamente (qualche volta) contratta. Ma è ben scelto anche l’algido Alessandro Borghi nell’ottica di un “doppio ruolo” (Andrea e Luca) che vive di sottrazione. Giusto l’utilizzo di un attore che non ha ancora raggiunto il pieno successo e soprattutto non è un volto abusato. Ozpetek ha il merito di avere scoperto e lanciato volti del cinema attuale come Luca Argentero, Ambra Angiolini e Francesco Arca (attualmente utilizzato in tv). Ma del cast va anche segnalata e andrebbe eventualmente premiata in futuro l”interpretazione di Peppe Barra nel ruolo di Pasquale, una guida turistica che organizza anche una sorta di teatro off (vedi l’episodio della “figliata”). Gli elementi del film sono tanti: innanzitutto il noir, o meglio il thriller, in quanto c’è di mezzo un omicidio. Ma tale omicidio fa il paio con un altro delitto, lontano nel tempo e che però si interseca come una “scatola cinese” con il crimine attuale. L’aspetto folkloristico di Napoli è rappresentato in poche scene, come quella della maga anziana e allettata e del cronicario, che mostra facce degne di un film di Fellini. Per il resto, quella che regna in Napoli Velata è una città di luci e ombre, museale, notturna ma anche diurna, in questo caso così come è fotografato l’appartamento illuminato di Adriana. Si parlava di tanti ruoli femminili. Forse troppi? Se quello della zia di Adriana, Adele, bene interpretato da Anna Bonaiuto è fondamentale in quanto attiene strettamente alla trama, resta inspiegabile lo strano duo formato da una Lina Sastri con capelli biondi a caschetto e una Isabella Ferrari in versione castano scura, dal volto aguzzo. Le due formano una coppia lesbo-chic. C’è poi Luisa Ranieri nel ruolo di Catena, un’amica di Adriana che gestisce un’azienda tessile, ecco quindi una commissaria recitata da una capace e agile Maria Pia Calzonee infine una collega della protagonista, anche lei esperta di autopsie, Loredana Cannata. Le autopsie quindi : la prima ritrae un uomo giovane e prestante, sfigurato. Un’altra una donna obesa, dal corpo sformato e sgradevole, che è un’anziana morta assassinata. Nel primo caso Ozpetek non indulge troppo nell’esplorazione cadaverica, nell’altro si, intenzionalmente.Questo fa parte di una delle poche cadute artistiche del film, che va detto “tiene” dall’inizio alla fine. Tra i personaggi maschili si segnala quello di Antonio, una sorta di vice commissario interpretato da Biagio Forestieri. Di provenienza teatrale, Forestieri è il contraltare del personaggio di Alessandro Borghi: razionale, “reale”, rassicurante. Anche qui Ozpetek ha scelto un attore da valorizzare, ma anche da lanciare, dato che questo interprete è di nicchia, sebbene vanti una carriera già avviata (ha partecipato a The Young Pope di Sorrentino). Tornando al film, trattasi di un’opera accessoriata, ovvero ricca, che Ferzan Ozpetek ha sceneggiato con Gianni Romoli e Valia Santella e che, dietro l’aspetto di noir-thriller, vuole indagare i traumi infantili, la solitudine delle donne e in particolare delle professioniste, il “doppio” e i legami familiari, spesso – se non sempre – controversi. La colonna sonora come sempre è curatissima. ARISA Tra i brani spiccano due nuove canzoni interpretate da Arisa, ma anche Senza Voce della bravissima Pietra Montecorvino. Per quanto riguarda le suggestioni e il giudizio finale, il tutto è demandato al pubblico che sta affollando le sale, meno ai critici, o a certi critici i quali stanno già soppesando e confrontando l’opera presente con vecchi capolavori come La Finestra di Fronte e Le fate Ignoranti. 31-12-2017