Sei qui
Home > Cultura > Cinema > La Ruota delle Meraviglie: Woody Allen si è rinnovato con una tragicommedia dalla fotografia bellissima, ma non tutti apprezzano

La Ruota delle Meraviglie: Woody Allen si è rinnovato con una tragicommedia dalla fotografia bellissima, ma non tutti apprezzano

di Romolo Ricapito

La Ruota delle Meraviglie di Woody Allen è uno psicodramma con veste da commedia che ci illumina su una famiglia “disfunzionale” che vive a Coney Island (NY, territorio di Brooklyn) in una casa attigua al luna park.

Le vicende dei Rannell sono introdotte dal bagnino della spiaggia, Mickey, che è un giovane intellettuale .
Il bagnino-narratore è  recitato da Justin Timberlake mentre Jim Belushi è Humpty Rannell, che ha sposato in seconde nozze dopo la vedovanza Ginny, un’attrice mancata che è costretta a lavorare di malavoglia come cameriera. Ginny è interpretata da Kate Winslet.
I Rannell non navigano nell’oro: il capofamiglia lavora presso il parco dei divertimenti attiguo all’abitazione. Infine la coppia alleva un figlio che però è frutto delle prime nozze di Ginny.
Al trio si aggiunge la figlia di Humpty, Carolina (Juno Temple) in fuga dal marito gangster, che sposò contro il parere del genitore.
La ragazza si insedia nella casa con la matrigna, che però ovviamente non è molto favorevole a ciò, anche perché teme di mettere in pericolo il figlioletto Richie (Jack Gore) che è già pericoloso di suo in quanto piromane.
In questo quadretto il bagnino narratore è anche l’amante della protagonista, una Kate Winslet sofferta e sofferente.
Il personaggio di Ginny infatti è dolente, ma in maniera calcata.
Di fatto Humpty-Belushi  è un bonaccione che nella sua ingenuità trae forza vitale proprio dall’insicura  Ginny. E, in un secondo tempo anche dalla figliol prodiga Carolina, che decide di frequentare la scuola serale per diventare insegnante.
Le aspirazioni da un lato di Ginny, dall’altro di Carolina, si  scontrano e  alla fine  ne vengono fuori scintille. Anche perché il bel bellimbusto Mickey Rubin è bramato anche da Carolina (e viceversa) mentre Ginny non è intenzionata per niente a cedere l’osso.
L’opera, sceneggiata per intero da Woody Allen, intende offrire uno spaccato familiare degli Anni Cinquanta, ma a livello piccolo borghese.
Ginny potrebbe essere un personaggio positivo grazie alla voglia di riscatto tramite l’amore.
Ma questo carattere, giustamente sognatore, non può gestire i comportamenti altrui e le complicazioni che ne derivano.
La fotografia di Vittorio Storaro è ottima e mette in evidenza i drammi interiori non illuminando la spiaggia del film che appare sempre senza sole, oppure eccedendo nell’illuminazione dei volti, ad esempio quello della Winslet nella scena finale.
Sono da ammirare poi alcune scene all’aperto, come quella, questa sì solare, quando Ginny regala un orologio a Mickey sul lungomare di Coney Island, che in quel contesto appare semideserto e assolato.
I colori pacchiani del luna park, che si  stemperano tramite una tenda nella  casa dei protagonisti, rendono il film vivace, ma si tratta di una vivacità tesa a contrastare una  cupa drammaticità di fondo.
Ad ogni modo nel film c’è azione, ovvero esso risulta abbastanza movimentato, grazie al personaggio di Carolina, anch’ella in cerca di un riscatto potenziale.
Questa raffigurazione, di una perdente, suo malgrado, potrebbe avere come significato che il destino non premierebbe chi è pronto ad affrontare le sfide della vita, rimettendosi in gioco.
Lo stile del film e la sua morale spiazzano gli spettatori.
“Non è il classico Woody Allen”.
Non lo è, ed è giusto che non lo sia.
Innanzitutto i dialoghi sono molto  presenti come in tutti i film del regista, ma è stata ridotta una certa verbosità eccessiva di pellicole precedenti  mentre è stato abolito del tutto l’humour tipico dell’autore.
Questa svolta, unitamente al personaggio molto carico della Winslet, ha provocato critiche feroci negli Stati Uniti ma anche in Italia il pubblico si divide tra 50% favorevoli e il resto contrari.
Non è da dimenticare poi l’utilizzo delle musiche d’epoca, canzoni pop con voci femminili, che popolano copiose tutto il film.
Queste melodie, dolci e suggestive, sono perfette come commento mentre l’opera in oggetto eleva la cinematografia di Allen aggiungendo un altro tassello prezioso alle sue perle, a dispetto delle troppe critiche alimentate forse da detrattori un po’ superficiali.
18 dic. 2017

Lascia un commento

Top