John Wick-Capitolo 2: ecco il cinema Usa che non vogliamo più vedere. Disastro, si salva solo Claudia Gerini Cinema 23 Marzo 2017 di Romolo Ricapito John Wick-Capitolo 2 vede Keanu Reeves nei panni di un eroe negativo, ossia una sorta di sicario ammirato per lo spirito libero e la capacità di vincere i nemici. Keanu Reeves in John Wick-Capitolo 2 Tale pellicola, seguito del precedente blockbuster, oltre a risultare incomprensibile e indigesta per chi non abbia seguito la prima parte, diventa l’epitome del cinema americano di cattivo gusto, gradasso e senza idee e, per giunta, spregiudicato nell’usare l’ingrediente della violenza ingiustificata per fare cassetta. Scamarcio John Wick-Capitolo 2 Comunque in Italia il film al box office ha rivelato alcune giornate no, rispetto agli Stati Uniti ,dove ha incassato moltissimo, circa 145 milioni di dollari. Mentre Keanu Reeves sfutta il fisico temprato e inossidabile rispetto al tempo che passa (ha più di 50 anni, classe 1964, ma pare un ragazzino) la pellicola ha il suo picco d’interesse nell’utilizzo di un trio di attori italiani: il veterano Franco Nero, Claudia Gerini e Riccardo Scamarcio nel ruolo dell’antagonista. Purtroppo Scamarcio nei panni di Santino D’Antonio è soltanto una sorta di macchietta-marionetta, anche se bisogna dareatto all’attore pugliese di imporsi, scaltro, ormai sempre più in produzioni straniere. Claudia Gerini nel ruolo di Gianna D’Antonio offre la sua splendida maturità al servizio di una pellicola trash, ma per fortuna il suo personaggio non è scadente quanto il resto. gerini -scamarcio La Gerini è una sorta di eroina sacrificale sull’onda di certi suicidi di film giapponesi, che utilizzano il sangue e lo splatter. Bravo comunque anche Franco Nero. La parte centrale è ambientata a Roma, ben fotografata dall’alto, ma livida e disseminata in tanti luoghi fastosi, come il Grand Hoel Plaza oppure sinistri, come le Terme di Caracalla. Il film vede una serie incredibile o meglio infinita di ammazzamenti con armi da fuoco e di peripezie ginniche di Keanu Reeves, che cede come un bambolotto alle profferte di un cinema vergognosamente scadente dal quale egli attinge la sua attuale fama, sprecata. Film come My Own Private Idaho (di qualità) sono ormai un lontano retaggio e per sopravvivere l’attore è costretto a ruoli -prigione (come “Rambo” per Sylvester Stallone) che lo incastrano. I dialoghi sono orrendi e funzionali al pasticciaccio brutto imposto dal copione, che più inutile e stampalato non si può. Nel cast si segnala comunque Ian Mac Shane nel ruolo del sinistro Winston, capo di una potente combriccola di assassini.