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Franco Chieco: targa alla carriera. “Alla Ricerca del Festival della Valle d’Itria perduto e ritrovato”

 

Immagine del festival della Valle d'Itria 2016
Immagine del Festival della Valle d’Itria


di Romolo Ricapito
90 anni  d’età ma non li dimostra; settant’anni e più di giornalismo attivamente praticato. Sono le caratteristiche del decano Franco Chieco, celebrato con una targa ricordo presso la Sala Conferenze dell’Ordine dei Giornalisti di Bari, il tutto organizzato con la Fondazione Paolo Grassi di Martina Franca e dal Festival della Valle d’Itria.

Ma veniamo alla cerimonia.

Franco Chieco
Franco Chieco ha  rivolto un 90 volte grazie agli astanti, grato per la riconosciuta e inalterata  “lucidità” attribuita   alla sua fervida mente.
“Apro lo scrigno dei ricordi  rivelandovi alcune cose che non ho mai inteso si volessero sapere”.
Nella sua ricerca musicale Chieco ha vissuto per mezzo mondo, assumendo quel carattere d’internazionalità che è una marcia in più del  suo stile.
Col Festival della Valle d’Itria fu “amore  a prima vista”.
La prima edizione risale al 1975, nel segno dell’opera “Orfeo ed Euridice” di Gluck.
Tale opera, ha sottolineato Franco Chieco, è stata eseguita in Puglia per la prima volta a Martina Franca e a Lecce.
 E inaugurò, per l’appunto, il primo Festival della Valle d’Itria, al quale partecipò l’Orchestra del San Carlo di Napoli.
Gli ascoltatori, numerosi, sono stati attenti alle narrazioni del maestro di giornalismo, critico musicale ed esteta, attivo per tanti anni presso la Gazzetta del Mezzogiorno.
Va detto anche che per la maggior parte il dott. Chieco è stato festeggiato da colleghi  coi capelli bianchi.
E’ mancata una partecipazione giovanile, pochi o quasi nessuno di colleghi dai 40 in giù.
Dunque l’esperienza di Chieco si confronta vieppiù con eccellenze  che a lui  si rapportano per vicinanza d’età ed esperienza.
Il che è una gioia, ma anche un limite.
Ma la cultura del passato va a fare il paio col presente, nell’ottica di un ponte ideale col futuro e  nel tentativo di presentare ai posteri una documentazione precisa e affidabile dell’ambiente artistico-musicale pugliese e nazionale, affinché esso venga sempre valorizzato e celebrato.
Chieco ha ricordato di avere fatto parte di  una commissione preposta all’erogazione di emolumenti all’arte musicale, compito svolto attualmente dal Fus (fondo unico per lo spettacolo).
A Milano presso il Piccolo Teatro venne presentato il primo Festival della Valle d’Itria, sovvenzionato con 700 milioni di vecchie lire. Allo stupore dei milanesi (la stessa cifra serviva per un solo spettacolo del prestigioso teatro meneghino) Chieco replicò con la serafica filosofia della gente contadina di Puglia: regione dal cibo frugale e semplice ma gustoso e genuino.
L’essenzialità al potere, dunque.
Chieco ha quindi riassunto la figura di Rossini, da lui considerato un giovane prodigioso, perché a 21 anni aveva già composto l’Italiana in Algeri,mentre Il Barbiere di Siviglia è un florilegio che vede il suo acme nel canto di Rosina: ma se mi toccano dov’è il mio debole, etc (Una Voce Poco Fa).
Di Salisburgo e del relativo festival, Franco Chieco ricorda la vegetazione lussureggiante che nascondeva gli altoparlanti, Al di là di essi il giornalista riconosce una melodia nota…
Sono ricordi ormai proustiani e che attengono alla letteratura, più che al giornalismo,
Che bella, sempre con un sottile e sotterraneo riferimento, non detto, a Proust, la Parigi del passato, mondana e peccaminosa…
Tale rimembranza fa seguito alla citazione di Fra Diavolo, opera tra le più care a Chieco, musicata da Auber e rappresentata per la prima volta proprio a Parigi.
Il lungo excursus del festeggiato termina con un ricordo più recente, quello che riguarda un convegno a Parigi sul collegamento tra Puglia e Francia avvenuto nel 2003.
La scuola napoletana era in realtà di nascita pugliese perché alcuni celebri musicisti locali, dopo avere studiato nel capoluogo partenopeo trasmigravano in Francia  per qui affermarsi, con tappe finanche a San Pietroburgo.
Franco Punzi
Franco Punzi

Ecco dunque il bitontino e settecentesco Tommaso TraettaLeonardo Leo di San Vito dei Normanni, il barese Niccolò Piccinni e il tarantino Giovanni Paisiello.

Presente all’evento il Presidente del Festival della Valle d’Itria Franco Punzi che da sempre e grazie al suo impegno ha portato avanti questo grande evento tanto atteso dagli appassionati di tutto il mondo.

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