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Festival della valle d’Itria- La Prima si apre con l’opera di Sergej Prokof’ev: Le Joueur

Festival della Valle d'Itria

di Clelia Conte

foto di Clarissa Lapolla

La prima Opera del Festival sotto la direzione artistica di Sebastian F.

Schwarz.

Festival della Valle d'Itria


Il compositore russo Sergej Prokof’ev, tra il 1915 e 1916 pensò di creare un’opera lirica che aveva come soggetto Il Giocatore di Dostoevskij dopo averne curato anche il libretto. Il debutto era previsto al Teatro Mariinskji di Pietroburgo (all’epoca Pietrogrado) ma fu rinviato per i dissensi dell’orchestra che valutò troppo ostica la partitura. A causa della rivoluzione del 1917 il compositore visse lontano dalla Russia per 15 anni con la conseguente cancellazione programmata dell’opera.


Quando 1927, Prokof’ev ritorna in Russia, riprende la partitura del Giocatore trovata nella biblioteca del teatro di Leningrado città oramai innovata nel nome e nella situazione politica. L’opera viene contestata dall’Associazione Russa dei Musicisti Proletari per il suo modernismo e perciò non più programmata. “Il giocatore” il 29 aprile del 1929, viene realizzata al Théàtre Royale de la Monnaie di Bruxelles, con una nuova partitura e il libretto, in lingua francese fu curato da Paul Spaak. Nacque così Le joueur. Con essa si è inaugurata l’edizione 48° del Festival della Valle d’Itria di Martina Franca, Un’occasione unica di ascolto per l’originalità di questa versione ed anche perché va in scena nel Festival un’opera di un compositore russo per la prima volta.
 Il giocatore di Dostoevskij descriveva la sua esperienza della passione per il gioco di quando visse all’estero. Ne risultò che si indebitò a tal punto da tornare povero in Russia. Aleksej Ivanovič, protagonista del romanzo racconta appunto la sua storia.


Dostoevskij scava in profondità nella psiche di Aleksej per giustificare il suo vizio ossessivo per il gioco mentre in Prokof’ev tutti i personaggi giocano ossessivamente, accumulando debiti su debiti, continuando a sperare in una vincita che possa renderli desiderabili agli occhi della persona desiderata. Infatti: Alexej nei confronti di Pauline, Pauline nei confronti del Marchese, il Generale nei confronti di Blanche entrano in un vortice di illusioni poichè la vincita non arriva e se arriva, non garantisce la reciprocità amorosa. Il finale dell’opera, si rivela beffardo: Alexej, pur essendo finalmente riuscito a stravincere, viene comunque abbandonato da Pauline resta solo con il suo denaro. La vivace nonnina è l’unica ad uscirne vincitrice perché, pur avendo perso il suo denaro, se ne va senza rimpianti, “forse perchè è l’unica che ha giocato per il puro piacere di giocare”.

Festival della Valle d'Itria

Questa prima opera sotto la direzione artistica di Sebastian F. Schwarz, ha visivamente colpito subito lo spettatore per la scena che ha riprodotto una sala da gioco con al centro la roulette e in alto un grande specchio obliquo.

La regia è stata affidata a uno dei pezzi forti dei nostri tempi, Sir David Pountney mentre Leila Fteita ha curato le scene e i costumi e Alessandro Carletti le luci. Ha diretto l’Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari, Jan Latham Koenig, in perfetta sintonia equilibrio con il cast composto da dieci solisti. Nella scena del IV atto al tavolo da gioco trenta solisti.
Sergej Radchenko, tenore, ha interpreteto nei dettagli il personaggio di Alexej con una ottima voce squillante. Protagonista femminile, il soprano Maritina Tampakopoulos  che con la sua voce ha conquistato il pubblico ed a interpretato Pauline, Silvia Beltrami La Grand-Mère e il basso-baritono Andrew Greenan, i panni di di Le Général.

Jan Latham Koenig

Per la prima volta, ospite il Coro del Teatro Petruzzelli di Bari, comparso verso la fine dentro le due torri ai lati del palco diretto da Fabrizio Cassi .
Altrettanto validi sono stati il tenore Paul Curievici (Le Marquis), il baritono Alexander Ilvakhin (Mr. Astley), il mezzosoprano Ksenia Chubunova (Blanche), il tenore Sandro Rossi (Le prince Nilsky), il basso Strahinja Djokic (Le baron Wurmerheim) e il baritono Gonzalo Godoy Sepulveda (Potapytch).

Bravi tutti gli altri solisti del IV atto: Andrew Greenan, Dagur Thorgrimsson, Joan Folqué, Strahinja Djokic, Toni Nezic, Irina Bogdanova, Alessia Panza, Ksenia Chubunova, Larissa Grigoreva, Silvia Beltrami, Alessandro Lanzi, Paul Curievici, Sandro Rossi, Elcin Adil Huseynov, Yuri Guerra, Vincenzo Mandarino, Pantaleo Metta, Elia Colombotto, Diego Maffezzoni, Graziano De Pace e Dario Lattanzio.

Un mare di applausi per quest’opera.

24 luglio 2022


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