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RICCARDO SCAMARCIO: “NON VI OBBLIGO A VENIRE A VEDERE LA LUCE DEL GIORNO; MA VI ASSICURO CHE A ME E’ PIACIUTO GIRARLO E CHE SU QUESTA STORIA CI CONTO”.

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FOTO di FRANCESCO GUIDA
Il popolare attore ha presentato a Bari il suo ultimo film girato tra Bari e il Cile che segna una svolta nella sua brillante carriera 
di ROMOLO RICAPITO
Riccardo Scamarcio ospite d’onore al cinema Armenise di Bari per il lancio del film La Prima Luce  , diretto da Vincenzo Marra.

Il popolare attore è arrivato in perfetto orario accomodandosi nel salottino interno alla struttura, con una piccola corte di giornalisti e amici.
Una   folla di ammiratori, ma soprattutto di ammiratrici, si è bloccata a debita distanza con timore reverenziale fotografando il divo con grande interesse e partecipazione.
Anche se, va detto per dovere di cronaca, una grande affluenza all’anteprima non c’è stata.
Ma poi il pubblico, alla chetichella, è arrivato: trattasi di spettatori di qualità, interessati oltre alla bravura e alla  bellezza di Scamarcio, anche ai contenuti di quest’opera, alla quale l’attore andriese tiene particolarmente e che è stata presentata con una buona accoglienza all’ultimo Festival di Venezia.
Abbiamo raggiunto Riccardo Scamarcio nel salottino e gli abbiamo chiesto: cosa diresti per invitare il pubblico a vedere questo film?
Scamarcio, confermando la fama di bel tenebroso e personaggio controcorrente, ha replicato: direi al pubblico di non venire.
Per poi specificare: “sono convinto della qualità di questo  film: a me piace. Se il pubblico risponderà, va bene. Se no, va bene ugualmente”
Effettivamente il “nostro” Riccardo, congiuntamente alla compagna di vita Valeria Golino, fresca premiata a Venezia con la Coppa Volpi,  si dedica a produrre, oltre che interpretare, un cinema di qualità, che rifugge dai soliti, odiosi canoni imposti, per descrivere sentimenti e passioni in modo artistico e senza  indulgere in volgari  ammiccamenti a platee viziate da commedie ormai indigeste e con poche idee.
Infatti Scamarcio ha poi aggiunto, all’interno della sala (a beneficio di ammiratori e pubblico): “questo è un cinema di autoanalisi, di immedesimazione e contatto profondo all’interno di una società che ci vuole tutti superficiali”.
Detto ciò, la pellicola è la storia di una coppia: lui, Marco, un avvocato barese, lei Martina di nazionalità  cilena. Con loro un figlio di circa 7-8 anni, Matteo.
La prima parte è interamente girata a Bari. Splendidamente valorizzata, la nostra città è fotografata  in maniera elegante, sfruttando ad esempio  il panorama che si ammira nei pressi della Fiera del Levante, nella  cui prospiciente spiaggia libera sono state girate le scene più belle, quelle di un colloquio intimo tra padre e figlio.
“Mi è piaciuto subito il progetto di Vincenzo Marra- ha narrato Scamarcio – che inizialmente voleva ambientare la storia (che ha anche co-sceneggiato, n.d.r.)- nella sua Napoli. Ma poi è stata scelta Bari. Condivido questo cambio di rotta perché la lingua barese offre un’aderenza più vera e vivida all’intreccio”.
Va detto che soprattutto all’inizio Riccardo  Scamarcio recita in dialoghi con attori non professionisti in dialetto barese, mentre  sullo schermo passano i sottotitoli. Ma poi si rivolge in italiano a Martina, la sua compagna (Daniela Ramirez) la quale gli risponde in spagnolo.
Nella seconda parte, ambientata a Santiago del Cile, Scamarcio recita in spagnolo, ovviamente sottotitolato in italiano.
Una storia “poliglotta” che segna una volta nel cinema italiano, che con questa e altre pellicole tenta in molti casi di sprovincializzarsi, anche per essere visibile all’estero.
 Riccardo Scamarcio ha definito la vicenda   ” un dramma”. Il dramma concerne l’incomprensione di una coppia (principalmente culturale), all’interno della quale c’è un bambino che rischia di farne le spese.
E’ stata lodata l’interpretazione del piccolo Gianni Pezzolla .
 “La fine di un amore anticipa il farsi del male“, ha aggiunto Riccardo Scamarcio.
“Il disagio di lui all’estero è conseguente a quello di lei, straniera in terra pugliese.” (ancora Scamarcio).
Nella sceneggiatura Martina  urla di avere nostalgia di madre, nonna e di essere stanca della “crisi di merda” (citazione dal film) che rovina l’Italia.
Scamarcio: “abbiamo lavorato duramente  e l’esperienza di lavoro è stata davvero importante , consentendomi di verificare nei fatti cose che prima del film avevo intuito.”
.L’educazione che nel film Riccardo impartisce al figlioletto è mutuata da quella avuta nell’infanzia dal vero padre, alla base di valori tradizionali, ben definiti e sani.
“Marra ci ha restituito in maniera ottima la sua urgenza di raccontare una storia particolare ” ha concluso Riccardo Scamarcio, che vediamo spesso nei nostri cinema per il lancio dei film anche recitati dalla sua compagna Valeria Golino.

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