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“C’E’ MODO E MODO ” DI TERESA ANTONACCI: PRESENTATO ROMANZO CHE TRATTA DELLA SINDROME DI ASPERGER CON TONI DA COMMEDIA

 ROMOLO RICAPITO
Presentato presso il locale Le Chat Noir in via Re Manfredi a Bari (4-5-2015) il nuovo libro di Teresa Antonacci “C’è Modo e Modo” edito da Intermedia (Orvieto) , 2015.

Il volume è l’ideale seguito del precedente “Rinascerò pesce” edito da Schena Editore nel 2014.
E così è stato quasi impossibile scindere i due prodotti, che nella presentazione hanno goduto di  uguale visibilità e attenzione sui loro rispettivi contenuti.
Trattasi di una mini-saga familiare (“storia d’amore a 360 gradi”)  tra Chicca, la protagonista – alter ego di Teresa Antonacci –  ed Enrico.
I due “morosi” che nel primo testo si incontrano da giovani, nel seguito sono sposi e genitori.
A illustrare il tutto Angela Labianca, del blog Libri in Rete.
Al di là del contenuto ameno questi due romanzi trattano argomenti di spessore  come l’autismo e la sindrome di Asperger.
C’è molto di autobiografico nella narrazione, come il disturbo dell’attenzione e l’iperattività di cui ho sofferto da bambina” ha spiegato l’autrice, che ha parlato specificamente anche di ADHD, sindrome da deficit di attenzione e iperattività della quale ella è esperta, avendone sviluppato appunto  i sintomi durante il percorso scolastico delle elementari.
Ero una bimba iperattiva negli anni Settanta, ma allora questo disturbo era abbastanza sconosciuto. Ricordo che avevo un banco contiguo alla cattedra della maestra, che governava ben 40 alunne. Spesso per domare le mie disattenzioni o le mie manifestazioni di euforia mi picchiava con un lungo  righello“, ha continuato Teresa Antonacci.
Si può dire allora che la sua narrativa riveste un’utilità sociale, pur non usando termini particolarmente specialistici nel  trattare questi  argomenti, che sono di grande attualità oggi nel mondo della scuola e a livello di terapie,  costantemente aggiornate anche  in base alla gravità di  sintomi, che differiscono da soggetto a soggetto.
La protagonista dei due romanzi verrà inizialmente “messa da parte” da familiari e amici, poco comprensivi e ignari della sua sindrome.
“E’ un percorso tutto speciale quello di questa “malattia” che rende irrefrenabili e porta  a non seguire regole prefissate   chi   ne è affetto”, ha spiegato ancora Antonacci.
“Tali sindromi poi hanno tendenze familiari; ad esempio nello specifico,  ne soffrono sia il mio primogenito che l’ultimogenito” ha confessato l’autrice.
Tutto senza censure e infingimenti, ma nella convinzione che di certi argomenti occorra parlare per  portarli alla “ribalta” all’interno di letteratura e comunicazione, al fine di  creare un utile dibattito che spinga a un sincero confronto atto a  recepire  alcuni  aspetti della realtà apparentemente sfuggenti, ma che è necessario approfondire nell’interesse di un’evoluzione comune, improntata alla comprensione e alla condivisione .
Teresa Antonacci ha spiegato inoltre che i soggetti con sindrome di Asperger convivono con una forma di autismo ad “alto funzionamento”, hanno cioè  un quoziente intellettivo più alto della norma  che spesso sfocia nell’autismo verbale, rendendo il soggetto logorroico.
Più diffusamente , la signora Antonacci ha definito così il suo personale: “Mi ritengo graziata da un dono speciale, perché essere iperattivi consente di compiere molte azioni in contemporanea, sicché tale caratteristica  mi è utile nella vita di tutti i giorni, essendo una donna che lavora con tre figli. Oltre che occuparmi della famiglia, dirigo infatti un ufficio postale”.
La narrativa di Antonacci è stemperata da situazioni allegre, da sit-com, mentre l’ambientazione è perlopiù pugliese, o barese (Bari, Polignano a Mare) con cambi di nazione (Londra, nel secondo romanzo, ma anche l’Irlanda) o di regione (Milano, Lombardia).
“Descrivo anche  il modo di svegliarsi di un ragazzo che sembra mio figlio, mentre compie dei rituali ben precisi che costituiscono valvole di sfogo per questo tipo di bambini”,ha reso noto l’autrice, addentrandosi nelle pieghe segrete del  suo  secondo libro.
Non considero queste sindromi in quanto tali, ma delle particolarità caratteriali di questi soggetti-bambini“, ha ancora   meglio definito il tutto.
In un passaggio di “C’è Modo e Modo” Teresa Antonacci descrive la spesa al supermercato di una famiglia con al seguito un bambino affetto dai problemi descritti.
Tali soggetti avvertono le sollecitazioni dell’ambiente in maniera accentuata (luci, rumori, colori).
Ma occorre ricordare che l’autismo può gravare su un determinato soggetto in modo serio, impedendo la sua comunicazione col mondo circostante ;  può essere però anche mediamente o poco accentuato, dunque comprendente interazioni.
“Si tratta di cose gestibili con l’occhio dell’amore” l’assunto di questa autrice, che ha già in preparazione due nuovi libri, con personaggi inediti.
Riguardo i temi trattati, Teresa Antonacci ha voluto lanciare un ulteriore messaggio: “esistono molte scuole di pensiero  e terapie per autismo, ADHD e Asperger , ma in merito, ” a tutt’oggi non esiste ancora scientificamente nulla di certo”.
In Rinascerò Pesce, l’Antonacci mette in rilievo l’utilità del nuoto , “terapia straordinaria per chi soffra di autismo e ADHD”.
 Tale passione continua a svilupparsi anche in “C’è modo e modo”: l’amore per questo sport verrà trasmesso da Chicca ai suoi figli.
Riguardo i due volumi presentati, Teresa Antonacci ha chiarito anche : “la storia è comunque romanzata e non mi appartiene nella sua totalità , pur con i citati riferimenti autobiografici”.
E’ seguito un interessante dibattito tra il pubblico intervenuto e la scrittrice, che ha risposto a tutte le varie  domande e  curiosità.

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