Maria Pia Latorre presenta “A passo di donna” Cultura Libri 13 Novembre 202413 Novembre 2024 di Anna Materi Per parlare di parità di genere mi tocca farlo sottovoce, perché io nondebba disturbare il sonno eterno di tutte coloro che della parità di genereson morte. Della morte però parlerò un’altra volta, ora voglio propriointeressarmi alla parità di genere con uno slancio di speranza, tenacia eforza. Mi guida a parlarne una novità letteraria intrepida ed indomita, “A PASSODI DONNA”, a cura di Maria Pia Latorre per Adda Editore. Nella prefazionela curatrice è molto chiara: “(La donna, n.d.r.), per tutto il camminodell’antichità, ha accettato supinamente di stare dietro le quinte dellastoria, assolvendo alle funzioni assegnatele dall’uomo, senza fareopposizioni. Cinquemila anni di sopraffazioni che oggi stiamo ancorapagando”.L’opera quindi raccoglie i racconti di donne “che sono state capaci ditrasformare lo svantaggio socioculturale in opportunità, donne che hannofatto della limitazione un riscatto, donne che possono diventare modellidi realizzazione e di speranza per tutti”. Dodici racconti per nove autori,nello specifico Angela Aniello, Claudia Babudri, Nicola De Matteo, LuciaDiomede, Federica Introna, Maria Pia Latorre, Loredana Lorusso, SandroMarano e Paola Santini. Quando ho incontrato gli autori presso la magnifica cornice della sededell’editore Adda ho finalmente, dopo un periodo di silenzio inumano,sentito parole cariche di forza e coraggio. Perché non è il solito libro cheracconta di donne che ce l’hanno fatta? Perché davvero raccogliebiografie romanzate di donne che hanno vissuto nel silenzio la lorosplendida vita e, alla fine del racconto ogni autore ha anche curato unascheda con “ANALISI DEL TESTO E RICHIAMI INTERDISCIPLINARI”.La volontà degli autori e dell’editore Adda, “Magnifico Lorenzo”dell’editoria barese, è dapprima quella di coinvolgere gli studenti,attraverso l’intrigo e la curiosità, alla conoscenza di donne sensibili, intrepide, coraggiose, per poi suscitare un momento di riflessioneattraverso l’opportunità offerta dagli spunti di approfondimento dellascheda di analisi.Conosceranno, gli studenti, i docenti e noi tutti lettori, ad esempio ilmagistrale e sopraffino lavoro di ricerca delle fonti storiche, ad opera diLucia Diomede per raccontare, senza fronzoli, ma con veritiero acume, lestorie delle prime sindache d’Italia, elette in principio come consiglierecomunali, delle Madri Costituenti, ben ventuno e quindi non solo Padri, edi Giustina Rocca, della quale si sa con precisione solo l’anno della morte,1502, come prima giudice pugliese. Per Claudia Babudri è di vitalenecessità il “ricordare”, che per le giovani generazioni significherà nonperdere la memoria del passato, conoscere la vita di chi ci ha preceduto,come ad esempio di Cristina da Pizzano, nata a Venezia nel 1356 docentedi Medicina ed Astrologia, vissuta alla corte di Carlo V re di Francia, perfarne tesoro, perché il passato sia esempio e slancio verso il futuro. Federica Introna, nel raccontare la “sua” Sulpicia, ci riporta al I sec. A.C.,nella Roma in cui la donna “non ha nome, si chiama col nome della suafamiglia, una donna a Roma passa dall’autorità del padre a quella delmarito, una donna a Roma non può rendere pubbliche le suecomposizioni”. a passo di donna Sulpicia però non si arrende e pronuncia il suo amore perCerinto, complice l’amico Tibullo che in lei riconosce una forza dellanatura perché per Sulpicia la Poesia non è uno sfogo del momento, ma unmodo per definire ciò che sente, la sofferenza d’amore per Cerinto unitaalla pena di non poter decidere da sé il proprio destino. Quando le suepoesie vennero conosciute si parlò di una tecnica misera, dell’utilizzo diun latino inferiore, proprio perché non si voleva riconoscere che ancheuna donna fosse in grado di comporre in versi – e che versi! – con tecnicae contemporaneamente con passione viscerale. Per la curatrice dell’operaMaria Pia Latorre, anche lei autrice di due biografie romanzate, è stataviva la volontà di portare alla luce le vicende di due donne importanti, lecui storie di vita sono storie “forti”, necessarie al nostro essere donne delnuovo millennio, perché ognuno degli attori sociali, dagli educatoriistituzionali alle famiglie, dalle agenzie formative formali a quelle informali, faccia la propria parte per prendere coscienza che siamo difronte ad una vera e propria emergenza sociale ed è necessario metterein atto azioni politiche, ma soprattutto civili e sociali.Non solo donne che parlano di donne, perché l’animo gentile non hasesso e non è appannaggio solo delle donne. Anche gli scrittori Nicola DeMatteo e Sandro Marano si dimostrano essere validi alleati delle donne alservizio dei più umili, come Marano racconta della vita di Evita Peron. Ultimo, ma non per ultimo, l’intervento illuminato e illuminantedell’editore Adda che punta ad evidenziare quanto sia necessario“investire sul local e non sul global, perché una produzione editoriale dialta qualità deve investire sulla cultura locale. Questa getta il semedell’iniziativa culturale che deve germogliare per permettere una crescitasociale. Se ci facciamo sommergere dalle centinaia di pubblicazioniprodotte giornalmente, perdiamo di vista la sfida culturale che solo leparole permettono: dobbiamo dare voce agli intellettuali del territorioaffinchè si possa stimolare un cambiamento socioculturale”.L’opera si presta a diventare agevolmente libro di testo nelle scuole,perché è dal basso che parte lo slancio verso l’alto del cambiamento. Inostri bambini, figli, studenti, noi stessi adulti dobbiamo farci travolgereda questi racconti e pensare che il nostro passato ci appartiene anchequando non implica legami di sangue, ma soprattutto legami disofferenza, di storia, di riscatto. 13 novembre 2024