Vivere la vita come un romanzo di formazione Arte Cultura Teatro 29 Gennaio 202529 Gennaio 2025 di Piero Fabris Paola Martelli Un brivido percorse, la mia schiena, quando Paola Martelli declamò i versi che dedicai a mia madre e poi qualche altra poesia che, giunse come una carezza ai presenti. Furono aliti di freschezza in un pomeriggio afoso che lasciarono gli astanti entusiasti. Qualcuno mi disse: “Finalmente ho capito qualcosa delle tue sillogi”. Sollevai il capo e lo volsi verso colei che le aveva declamate. Esclamai: “Finalmente qualcuno che ha saputo cogliere e trasmettere la cifra di ogni parola!”. I toni, i ritmi, i volumi andavano oltre la pronuncia perfetta. Non era la potenza della voce, vi era qualcosa di più, un ingrediente diverso dal solito a rendere gli spettatori parte dell’evento. Nessuno si era annoiato, anche chi vi aveva partecipato per dovere istituzionale, sembrò essersi destato improvvisamente. In una parola: le poesie erano state recitate con competenza. Provai a chiedere chi fosse Paola Martelli. Qualcuno dei meglio informati si fece avanti nella radura salotto di via cancello rotto a Bari e mi squadrò dalla testa a i piedi con aria di sufficienza. Sbalordito mi chiese: “Non sai chi sia? E’ un’attrice seria. Si è diplomata in recitazione con Fersen in arti sceniche a Roma. “E’ quindi un’attrice professionista?”. “Certo, cosa crede!”. “Da dove viene? Questo cognome, Martelli, non mi sembra delle nostre parti?” Provai a chiedere con un pizzico d’ironia alludendo alla mia piacevole emozione, ma quelli si precipitò, forse stizzito. “ Il padre era di lontane origine fiorentine. Perché tante domande?” Mi difesi: “Per il vero io ero semplicemente curioso. Volevo sapere da dove venisse tanto talento?” “Non basta il talento, bisogna studiare!”. “Appunto! Sono rimasto colpito dalla voce così ben impostata” “E infatti, Paola ha studiato anche con Lydia Stix Agosti, maestra di canto all’Accademia d’arte drammatica e nella Scuola del Piccolo Teatro di Milano. E si è laureata in filosofia con Giuseppe Semerari”. Mi precipitai a fermare quella valanga di informazioni dicendogli che sapevo benissimo chi fosse il professore nel tentativo di congedarmi diplomaticamente da chi si qualificò come suo allievo galvanizzato dagli insegnamenti della Martelli. Mi lasciò soltanto dopo avermi invitato a visionare il curriculum artistico della sua maestra e tuttavia devo ringraziarlo, perché mi aiutò a meditare sulle fonti di tanta raffinatezza. E’ come se la Martelli trasformasse ogni testo in uno spartito musicale, sul quale sistemi segni particolari, scarabocchi per alcuni, per lei una sorta di ‘stenografia scenica’, così mi sembrò di udire mentre con gli altri ronzavo tra gli arbusti di quel quadrilatero di verde. La mia mente tornava al tremore provato e a quanto sia importante l’allenamento vocale, essere padroni della propria voce. Mi venne in mente la mia voce monocorde e noiosa che ha il pregio, di avere effetti soporiferi. Essere attori è quindi un’Arte, l’attore è un comunicatore, colui che attraverso la lettura esprime rabbia, gioia, dolore, insomma il sentimento, l’emozione che l’autore di un testo ha provato. Esclamai, dissi a me stesso: “Quanto è importante saper leggere, saper interpretare”. Continuavo a vagare tra i convenuti meditabondo sempre più convinto che un vero attore prima di tutto deve essere rispettoso del testo che interpreta, deve danzar con i contenuti immergendosi nei motivi musicali di ogni pagina prima di andare in scena. Il palcoscenico è lo spazio/ incontro con l’immaginazione dove ogni spettatore può ritrovare se stesso cogliendo quel che la fretta rende invisibile all’essere. L’attore quindi, prima di andar in scena deve cogliere la profondità del testo per saper far pausa in certi punti, silenzi tra le righe, perché siano ossigeno per il pensiero. Quanto avevo sottovalutato la voce come immagine sonora, come strumento per far giungere il contenuto lontano, nella cassa di risonanza del ‘Noi Stessi’. L’attore in sintesi è un comunicatore consapevole, capace di amplificare i sentimenti e farli vibrare, il padrone di un linguaggio grazie al quale con misura d’atti, riesce a veicolare e risvegliare l’energia assopita del tempo rimosso e rimescolarla, rigenerandoci. Già, gli attori sono un ponte che schiude fremiti di congiunzione dei nostri neuroni, sono lo specchio moltiplicatore delle nostre visioni sul mondo. L’imbrunire con passi felpati si faceva avanti e il luogo dell’evento sembrava abbandonarsi ai sogni. Mi sembrò d’essere in un ambiente fiabesco dipanato nella realtà dell’intelligenza dei sensi dove lo spettacolo altro non è che una palestra che ci educa ai rapporti umani, un’espressione della libertà dove gli attori veri, colti e profondi (probabilmente Paola Martelli avrebbe detto i Comunic-Attori), sanno rendere il quotidiano come un romanzo di formazione per una vita miniera di meraviglia. Paola Martelli Paola Martelli, attrice regista e autrice teatrale, dopo lalaurea in Filosofia, si diploma a Roma allo “Studio Fersen di Arti Sceniche”. Dotata di voce di soprano, studia canto lirico e si perfeziona partecipando ai “Corsi Internazionali di Interpretazione Musicale” del Conservatorio di Perugia. Attrice professionista dal 1977, nel 1982 entra a far parte della “Compagnia Teatro d’Arte” di Roma e va in scena per una lunga tournée, con lo spettacolo diretto da Antonio Calenda, L’inventore del cavallo di Achille Campanile, con Pietro De Vico e Anna Campori Opera sul piano della formazione con particolare riguardo alla vocalità artistica e professionale, e alla comunicazione interpersonale. Tiene corsi di Dizione, Recitazione teatrale e cinematografica, e di Propedeutica alla pratica del Doppiaggio. E’ docente all’interno del “Master in Giornalismo” (Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Bari). Insegna a Lecce nell’Accademia Mediterranea dell’Attore. Per l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti-Centro Regionale dell’Audiolibro tiene corsi di Lettura espressiva rivolti ai donatori di voce impegnati nelle registrazioni. È docente di Dizione nel progetto nazionale promosso dal “Centro per il Libro e la Lettura” che coinvolge le Case di quartiere di Bologna, Brindisi e Torino. Ha tenuto il Laboratorio di Stenografia vocale per gli allievi del DAMS di Roma. A Milano, dove ha vissuto dal 1994 al 2000, ha insegnato Dizione e Recitazione nella “Voice Factory School”. Nell’Università di Bari ha condotto i corsi La messinscena della voce (Facoltà di Lettere). In collaborazione con “Oz Film”, ha diretto, con il patrocinio del Teatro Manzoni di Milano, i “Corsi di Tecniche di Recitazione teatrale e cinematografica”. In collegamento dalla sede Rai di Bari ha collaborato con Fabrizio Frizzi alla conduzione di Tandem. Ha partecipato come voce recitante all’esecuzione della Misa Tango diretta dal “Premio Oscar” Luis Bacalov (Raiuno). Ha svolto il ruolo di Dialogue Coach sul set della serie televisiva La scelta di Laura (Mediaset). E’ attiva nel settore delle politiche sociali e socio-sanitarie. Tiene interventi di Etica della relazione di cura e di Medicina narrativa. Presiede l’Associazione culturale “A più voci” e ne guida la Compagnia teatrale per la quale scrive e dirige spettacoli. 29 gennaio 2025