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Bif&st 2024- Incontro con Orsetta Gregoretti e Silvia Mattoni

di Piero Fabris

Il Bif&st con le sue sezioni e conversazioni con maestri del cinema, attori, protagonisti dello spettacolo e laboratori è un appuntamento arricchente per tutti. Sono semi che germogliando riempiono il domani di colore e profumo. La Cultura è il miglior investimento per un domani roseo e il Bif&st è per Bari una stazione, un approdo ossigenante per chi desidera aprire i propri sensi a visioni più ampie e cogliere gli ingredienti per elevarsi. Per organizzare un Festival ci vuole competenza non improvvisazione. Si potrebbe dire che è un vero mestiere! Coordinare, rimediare agli imprevisti e fare in modo che “lo spettacolo continui” è un Arte. Dietro le quinte di un Festival vi è una macchina organizzativa invisibile e collaudata. Dietro un Festival vi sono operatori invisibili e creativi che sanno fare delle loro intuizioni opere utili alla comunità sociale. Per questo ho voluto incontrare chi non è sulla scena. Ho sempre avuto la percezione che Orsetta Gregoretti, l’attrice, la figlia di Ugo Gregoretti, il noto regista, sceneggiatore, drammaturgo e giornalista, amasse sottrarsi dai riflettori e così esclamo: “Ho la sensazione che lei preferisca mimetizzarsi durante gli eventi!”. La Gregoretti sorride e mi spiega che il suo è rispetto per gli spazi degli altri e di quanto sia importante favorire occasioni per mostrare l’arte di tanti talenti. Attorno al tavolinetto della hall dell’albergo vi è anche Silvia Mattoni e subito mi chiedo cosa abbiano in comune una donna del pianeta CINEMA e una donna che lavora nell’ambito dell’informazione e comunicazione scientifica al CNR? Domando curioso: “quando e come vi siete incontrate?” Rispondono all’unisono: “Per caso a Roma nel 2011 all’ospedale Santo Spirito in occasione di un incontro tra Camilleri, Ugo Gregoretti e Roberto Ricci, primario di Cardiologia” Si coglie subito il loro entusiasmo, la sintonia che le porta a ideare e realizzare progetti come: CINEMA&SCIENZA dal 2012, grazie ai quali si costruiscono ponti che avvicinano studiosi alla gente comune. Gli incontri tra ricercatori e artisti, rivolti a un pubblico variegato mette in evidenza quanto uomini con formazioni diverse, siano molto più vicini di quanto si possa immaginare e, infatti, in forme diverse sono maestri nell’andare oltre quel che appare. È importante riuscire a stabilire intese comunicative e soprattutto fare in modo che non si dimentichino personalità che in passato con il loro studio, sperimentazione hanno contribuito al progresso umano. La Gregoretti cita il genio di Leonardo da Vinci e i suoi studi sull’anatomia presso l’ospedale Santo Spirito di Roma, un artista ricercatore dai molteplici interessi e, continua evocando nomi di artisti/ scienziati che attraverso il telescopio sapevano contemplare i misteri del Cosmo. La Mattoni aggiunge: “Non è un caso se un tempo si indicava la medicina con il termine Ars Medica!”. I loro proponimenti sono un invito a non dimenticare e favorire un’osmosi fra conoscenze. L’idea poi, di far dialogare registi, attori e scienziati è vincente! Con un linguaggio chiaro e fruibile i ricercatori giungono a un pubblico affamato del sapere. Gli studiosi sono capaci di parlare di realtà complesse con esempi comprensibili, di seminare nei giovani l’amore per la scienza, l’amore per la ricerca. L’impegno delle due amiche è un servizio al futuro. Si coglie la complementarietà, la loro competenza, sembrano sorelle e per dirla con le loro parole: “Litighiamo come sorelle!” Ed è facile immaginare le discussioni accese, i confronti animati per giungere a una sintesi vantaggiosa per gli ascoltatori. Mi dicono: “Favorendo questi colloqui tra scienziati e registi si creano atmosfere emozionanti di divulgazione scientifica”. E con entusiasmo contagioso parlano del loro intrufolarsi anche nel teatro per amore della scienza, la poesia e e la passione divulgativa che le ha portate a lavorare in squadra per mettere in scena uno spettacolo al teatro Argentina di Roma. Nei loro occhi brillano i ricordi del Festival delle scienze di Roma con la proiezione del film di Giuliano Montaldo su Giordano Bruno; L’incontro ad Amatrice un anno dopo il terremoto che scosse il centro Italia, insieme a Gianni Amelio il quale aveva realizzato un cortometraggio e a Carlo Doglioni, il presidente dell’istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia; Umberto Natalini dell’Istituto Nazionale di Alta Matematica del Cnr e Mario Martone regista della Pellicola: “Morte di un matematico napoletano”. Dalla memoria spunta il nome di Liliana Cavani su Gallileo Gallilei.

Da sinistra Ettore Perozzi, Orsetta Gregoretti, Silvia Mattoni e Lorenzo Pinna

Il loro è un traboccare di esperienze e nomi come Marcella Marconi astrofisica, già direttrice dell’osservatorio astronomico di Capodimonte; Valerio Rossi Albertini senior scientist del Cnr; Lorenzo Pinna, giornalista e divulgatore scientifico; Gianluca Masi astrofisico e divulgatore scientifico; L’astronauta Roberto Vittori e i nomi continuano, ma il tempo è tiranno e l’incanto si trasforma in una corsa verso il teatro Piccinni dove una lunga fila di spettatori attende di poter prendere posto e poter partecipare a un incontro tra artisti della ricerca.

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