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Standing ovation per il regista Matteo Garrone al Bif&st

Matteo Garrone e Davide Grieco durante la masterclass
Maria Silvia Quaranta

di Maria Silvia Quaranta
foto Francesco Guida

Matteo Garrone riceve una standing ovation dal pubblico presente in sala al termine della proiezione di "Io Capitano"
Matteo Garrone riceve una standing ovation dal pubblico presente in sala al termine della proiezione di “Io Capitano”

Il pubblico del Petruzzelli ha tributato una standing ovation al regista Matteo Garrone all’ingresso nel teatro, subito dopo la conclusione della proiezione del suo film Io capitano. “La più bella accoglienza di tutta la mia carriera” è stato il commento del regista visibilmente emozionato e commosso.

Parlando con il moderatore David Grieco del mancato Oscar come miglior film straniero, il regista ha tenuto a precisare che la campagna per gli Oscar aveva bisogno di un grande distributore americano che sapesse gestire il tutto, ma nel suo caso “nessuno ci aveva detto che il film poteva concorrere per tutte le categorie e non ci siamo iscritti, mancando di dargli maggiore visibilità. A Hollywood ci chiedevano com’era possibile che l’attore protagonista non fosse tra i cinque migliori attori per l’Oscar, poiché Seydou Sarr ha fatto un’interpretazione straordinaria. Purtroppo per gli Oscar non si parte tutti dalla stessa posizione, e c’è stata tutta una serie di fattori che sono andati a nostro svantaggio”.

Locandina di "Io Capitano"
Locandina di “Io Capitano”

Come in un’Odissea contemporanea Seydou e Moussa lasciano Dakar per aggiungere l’Europa, attraverso le insidie del deserto, gli orrori dei centri di detenzione in Libia e soprattutto i pericoli del mare. È una storia molto forte, ma la realtà è ancora più dura e quindi Garrone ha dovuto lavorare “in sottrazione perché se mostravamo con maggiore realismo quanto accade veramente durante i viaggi dei migranti africani, paradossalmente rischiava di passare per falso”. Il regista aveva in mente di produrlo da otto anni, ma ha trovato il modo di realizzarlo solo quando ha capito che per poterlo fare avrebbe dovuto stare sempre insieme a coloro che hanno vissuto realmente queste tragiche situazioni, tipiche di chi si ritrova ad emigrare. “Potrei dire che l’ho co-diretto, quando addirittura non sono stato spettatore di riprese dirette da loro. Mi sono posto come un intermediario al servizio delle loro storie e dei loro racconti, ed è così che è nato un film che considero vero, sincero”.

Parlando dei giovani protagonisti, che sono la forza del film, ha raccontato com’è avvenuta la scelta di Seidou e Moustapha: “Moustapha, all’epoca dei casting, frequentava già una piccola scuola di recitazione, mentre Seidou non aveva mai recitato prima, benché la madre e la sorella fossero attrici amatoriali. Il sogno di Seidou, e lo è ancora, è solo quello di giocare a calcio ed infatti il giorno del casting a Dakar, ai quali la madre aveva tanto insistito perché partecipasse, lui non si era presentato preferendo andare a giocare. Quando la sorella se n’è accorta, è andata subito a recuperarlo al campo di calcio, ma quando sono tornati nel luogo del casting erano già entrati tutti, così hanno preso un taxi per tornare a casa. Durante il tragitto, però, Seidou si è accorto di aver dimenticato le chiavi di casa nel luogo del casting, e così sono tornati indietro. E una volta lì, è stato notato e invitato ad entrare. Selezionato per una seconda seduta di provini, ancora una volta non voleva andare, ma la mamma ha tanto insistito e alla fine è andata com’è andata. Il finale di Io capitano, in fondo, esprime metaforicamente anche la sua vittoria contro le sue insicurezze”.

La maggior difficoltà legata al film è stata quella di aver girato senza capire cosa dicessero gli attori, in quanto parlavano il Wolof, ma Garrone aveva pensato di aggirare l’ostacolo aggiustando i sottotitoli nel caso le battute non corrispondessero a quelle del copione. In realtà questo non è successo e quindi nel film c’è corrispondenza tra quello che recitano gli attori e i sottotitoli.

Matteo Garrone riceve i premi Mario Monicelli e Federico Fellini Platinum Award
Matteo Garrone riceve i premi Mario Monicelli e Federico Fellini Platinum Award

Il regista alla fine della masterclass, ricordando le sue origini pugliesi in quanto la nonna è una De Grecis, è sceso tra il pubblico e mostrando la sua sensibilità e disponibilità, è rimasto in teatro finchè non ha firmato l’ultimo autografo.

Nella serata, sempre al Petruzzelli, Matteo Garrone ha ricevuto il Premio Mario Monicelli per il miglior regista italiano e il Federico Fellini Platinum Award.

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