di Piero Fabris

foto di Daniela Ciriello

Un libro scorrevole e intenso che ci restituisce e invita a riscoprire lo spaccato di una umanità, votata alla edificazione piuttosto che all’evasione della realtà, ma soprattutto ci incoraggia a guardare oltre gli stereotipi in cui è facile incorniciare persone, trasformandole in figurette da lacrime e miele. Un libro come un diario di consapevolezza di chi ha compiuto un viaggio prima di tutto in se stessa per arrivare all’essenza, alla radice del proprio essere volendo capire il suo valore di Donna, di Artista raffinata: la propria identità. Un testo di rughe d’inchiostro per un ricamo di riflessioni.

“Laura EPHRIKIAM una famiglia armena” (SCe spazio cultura edizioni. Pagg. 145. € 18,00) va oltre i semplici dati biografici dell’artista rispondendo alla fame d’amore, cultura e giustizia, ovvero bisogno di verità e lealtà nascoste dietro i sipari dell’interesse di qualcuno. Riprendendo una idea accantonata molti anni prima dal titolo: “Come l’Olmo e l’Edera” che ben simboleggiano la Forza e la tenerezza con la quale desiderava semplicemente parlare della storia d’Amore dei suoi nonni, con “Laura EPHRIKIAN Una famiglia armena” ha realizzato un testo incisivo di Memoria e Rinascita; l’olmo con la propria chioma e grazia si schiude e abbraccia le novità, il domani, il nuovo, la realtà e mentre l’edera adorna il tronco svettante, come fosse l’abito di un druido si svela ricamo di pregio, nota di riflessioni. Sono pagine quelle scritte dall’autrice molto chiare che ci rimandano non solo a fatti e atmosfere di altri tempi, ma sono esempio di combattività, di tenacia costruttiva che non ha paura di mettere a nudo il bello e il brutto del proprio percorso di successi, cadute, ma soprattutto un modello di risalite e onestà intellettuale. Non distrugge il mito che la circonda ma nell’averlo rielaborato ci fa dono del suo lavoro su se stessa: pianta di un giardino che gli inverni della vita non distruggono ma fan rinascere in germogli inimmaginabili.

Laura è una creativa e instancabilmente valorizza le risorse umane, mettendole a fuoco, con distacco e raccoglimento: l’essenza migliore dell’essere umano.