Sei qui
Home > Salute e Benessere > A Bari lunedì 4 settembre un sit in per ricordare Paola Labriola a 10 anni dalla morte

A Bari lunedì 4 settembre un sit in per ricordare Paola Labriola a 10 anni dalla morte

A 10 anni dalla morte di Paola Labriola, appuntamento a Bari
proprio davanti al luogo in cui è stata uccisa. Un modo per
ricordarla e per chiedere a gran voce la riapertura di un centro

di salute mentale nel quartiere Libertà.
Lunedì 4 settembre 2023, ore 18 – Via Tenente Casale, Bari

Era il 4 settembre 2013 quando la psichiatra barese Paola Labriola fu sorpresa da un paziente e
uccisa a coltellate nel Centro di Salute mentale di via Tenente Casale a Bari.
Proprio lì, davanti al luogo in cui le è stata tolta la vita, lunedì 4 settembre alle 18 si terrà un
sit in organizzato dall’Osservatorio Paola Labriola e da G.I.R.A.F.F.A. Onlus che a lei ha
dedicato il Centro antiviolenza del quale ha inaugurato un secondo sportello, nell’ambito di
del progetto “Second Life” realizzato con il sostegno di Fondazione con il Sud, negli spazi della
Casa delle Donne del Mediterraneo.

Paola Labriola

L’invito per tutte e tutti è alle 18 del 4 settembre in via Tenente Casale con lo psicologo Vito
Calabrese vedovo di Paola Labriola e Maria Pia Vigilante presidente dell’associazione
G.I.R.A.F.F.A.. All’indomani dell’annuncio da parte del Comune di Bari dell’apertura di un
Centro di Salute Mentale, la richiesta dell’Osservatorio si fa ancora più pressante: si chiede
un’apertura e non un annuncio.
<<Sono dieci anni dalla morte di Paola – ha affermato Vito Calabrese, anche presidente
dell’Osservatorio Paola Labriola – Noi dell’Osservatorio in questi lunghi anni abbiamo cercato
con tutte le nostre forze di trovare dei possibili significati alla sua tragica scomparsa. Il centro
di via Casale dove Paola lavorava ed è stata assassinata, da allora è stato lecitamente chiuso,
perché era inadeguato, ma incredibilmente non è stato più riaperto nel quartiere. Sarebbe
stato giusto per elaborare quel lutto sociale, aprirne un altro, più bello ed efficiente e
dedicarlo a Paola. Invece quella lacerazione, quella ferita, quel capovolgimento di senso è
stato colpevolmente lasciato marcire nel nulla dell’oblio. Come gli individui, anche le
istituzioni, dopo un’atrocità possono rimanere bloccati come in incubo in cui al semaforo
scatta il rosso per sempre, senza poter più proseguire. La Psichiatria ha perso da tempo una
visione globale dell’uomo, ma è vergognoso che non abbia tentato, essendo una disciplina che
ha tutti gli strumenti per elaborare il lutto e la sofferenza, di comprendere quella morte e
ridare una speranza agli operatori, per evitare il ripetersi di una simile violenza>>.
Secondo l’Osservatorio, la psichiatria ha distolto lo sguardo e il risultato di questa distrazione è
ad esempio la morte della psichiatra Barbara Capovani uccisa lo scorso 21 aprile a Pisa
all’uscita dal turno di lavoro all’ospedale Santa Chiara.
<<Non aprendo più un Centro di Salute Mentale nel quartiere Libertà – ha concluso Calabrese

  • è come se fossero stati colpevolizzati i suoi cittadini. Noi chiediamo con forza di rimediare a
    questo scandalo sociale>>.

Lascia un commento

Top