di Cinzia Santoro

Rimozione dolosa di sistemi di protezione e omicidio colposo.
Luana 22 anni lavorava da appena un anno in un azienda tessile.
È un lavoro faticoso, l’orditoio non si ferma mai, il rumore assordante, il pericolo incombe, richiede attenzione e preparazione.
Il suo corpo è stato inghiottito da un rullo. Non c’erano i sistemi elettronici rilevanti la presenza umana ravvicinata al ruolo e tanto meno la sbarra metallica.
“L’ho salutata ieri mattina e le ho detto mandami un msn quando arrivi. E poi non l’ho più sentita.
Era contenta di lavorare perché riusciva a contribuire a casa, aveva un figlio. E i figli son figli…”
Queste le parole disperate del fidanzato di Luana.
Ora l’Italia piange una figlia, bella, giovane e con tanta voglia di vivere.
Il ministro del lavoro Orlando a Prato dichiara:
“Quando accadono tragedie come queste non bastano vicinanza e indignazione. Occorre fare. “
La politica italiana è sempre lontana dalla realtà del paese, non sa o finge di non sapere, delle condizioni pesantissime in cui i lavoratori sono costretti a lavorare. Spesso a nero, altre volte assicurati ma con mansioni diverse o sottopagati, senza ferie, malattia o riposi previsti. Mi chiedo cosa voglia fare il Ministro Orlando? Se la politica ha destabilizzato e impedito le assunzioni asl, dove gli ispettori che vanno in pensione non vengono sostituiti. Quali controlli? Quanti corsi sulla sicurezza? Poche ore di formazione e il lavoratore non morirà di lavoro! Sarebbe bello, ma non è la realtà.
Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Inail nel primo trimestre del 2021 sono state 185, 19 in più rispetto alle 166 denunce registrate nel primo trimestre del 2020 (+11,4%), effetto degli incrementi osservati in tutti i mesi del 2021 rispetto a quelli del 2020.

Perché si muore di lavoro nel 2021?
Chiedetelo ad un bimbo di cinque anni che non rivedrà più la mamma.

8 maggio 2021