Bif&st 2020-Nell’incantevole cornice del Teatro Margherita presentato l’ultimo lavoro di Felice Laudadio Cinema Cultura 25 Agosto 2020 di Anna Materi Bari, 24 agosto 2020 “Ritratti e autoritratti. Cinema teatro e tv e la battaglia delle idee”, edito da Rubettino, 2020. Giornalista professionista, critico cinematografico e televisivo, ideatore e direttore del Bif&st-Bari International Film Festival, oltre che già direttore artistico di numerosi festival del cinema, quali la Mostra del Cinema di Venezia, il Taormina Film Fest, il Premio Solinas, solo per citarne alcuni, Laudadio è accompagnato nella presentazione dall’amico giornalista e critico cinematografico David Grieco, con gli interventi degli avvocati Enzo Augusto e Michele Laforgia. Grieco nel presentare il libro ha sottolineato che le interviste presenti nel libro non sono vere e proprie interviste, nell’accezione comune del termine. Uscivano ogni lunedì sul quotidiano l’Unità. Quelle di Laudadio erano veri e propri racconti, “pennellate che il pittore dipinge per delineare il proprio quadro”, come potremmo dire ora un full-immersion nella vita degli intervistati. Tanti i nomi celebri da Felice Laudadio Laudadio cercati e corteggiati, quali ad esempio Monicelli, Scola, Gassman, Fellini. L’autore parla di sé come “l’intervistatore”, ma i suoi sono davvero ritratti dei più grandi del cinema italiano degli anni ’70, della famosa “commedia all’italiana”. Un aneddoto, uno dei tanti a dir la verità : racconta di una Lea Massari, assai restia a rilasciare interviste, che, con non poca ritrosia, gli apre la porta di casa e quel punto si lascia vivere, si lascia guardare dall’”intervistatore” Laudadio, il quale a sua volta, memorizza tutto, ogni sguardo, ogni gesto, senza mai una volta prendere appunti, uscire un taccuino per fermare un’idea, un’impressione. Tutto ricorda a mente e tutto poi davanti alla macchina da scrivere della sua scrivania rielabora: sensazioni, odori, colori, parole, suoni, immagini. Ma ancora Claudia Cardinale si racconta come non ha fatto mai con nessuno, o Franco Cristaldi che lamenta la morte del cinema italiano e che ci vorrà una vita intera per farlo rinascere. Grieco chiede all’autore il perché di questa scelta stilistica e Laudadio ricorda che gli anni alla fine del ’68 erano anni fantastici, con un clima culturale raffinato anche se differenziato per classi sociali. Nel tempo, ogni lunedì l’Unità raccoglie gli attimi di vita quotidiana dei più celebri protagonisti della scena cinematografica e teatrale di quegli anni con taluni che si raccontano senza remore, come ad esempio Federico Fellini incontrato più volte dall’autore perché gli veniva riconosciuto di riportare “fedelmente” il pensiero del Maestro; con altri, come Giorgio Strehler che è consapevole di essere inviso ai potenti perché autore di un “teatro scomodo”. Ma ancora, Laudadio denuncia la crisi del cinema italiano, con 850.000.000 di biglietti strappati negli anni ’50, agli attuali scarsi 100.000.000, che diminuiscono ancor di più a causa della crisi sanitaria da Covid-19. In tempo di quarantena allora ricorda di aver scritto questi “pezzi”, ritrova il faldone che li raccoglie, riordina i pensieri oltre che i ricordi e si mette all’opera. A dir la verità c’è un’unica intervista “vera e propria”, quella a Margarethe von Trotta. Insieme parlano di “Lucida follia”, film uscito nel 1982 ed ecco comparire in sala la regista tedesca che omaggia, insieme a tutto il pubblico, Felice Laudadio. L’avvocato Michele Laforgia, riprendendo il sottotitolo, ci racconta che è stata davvero una “battaglia delle idee”. Oggi quando si parla di TV, come di cinema ma anche di teatro si parla solo in termini di intrattenimento, ma gli anni alla fine del ’70 inizi ’80 saranno ricordati come gli “anni di piombo”, gli anni delle Brigate Rosse, delle stragi di piazze, della strage di Bologna. Si ricorda un paese devastato dalla violenza e dalla paura, il cui tenore culturale però è elevatissimo, da qui la “battaglia delle idee” trova ragion d’essere nel non volersi arrendere alla violenza, nel non aver mai voluto cedere le armi del dialogo. Tutti, fra produttori, autori, critici, attori erano tutti davvero produttori di idee. E’ vero purtroppo che oggi le sale diminuiscono e gli spettatori non raggiungono più quelle cifre stratosferiche, ma è pur vero che non è cambiata la fruizione del cinema, con le numerose piattaforme multimediali che offrono film recenti, ma anche di repertorio, che diversamente sarebbe difficile reperire. Infine l’intervento dell’avvocato Augusto che omaggia sentitamente l’autore con “il libro è bellissimo!” Ricorda che per Monicelli il cinema non è arte, è cultura e i protagonisti di queste interviste raccontate fanno dunque Cultura. Ancora si ricorda il trionfo della commedia all’italiana, con Monicelli, Risi, Scola, benchè i grandi inarrivabili rimangano Fellini, Antonioni, Visconti. “La commedia all’italiana – ribatte Laudadio – è una commedia ‘sociale’, perché tratta della realtà attuale del tempo, ricordo ad esempio ‘Un borghese piccolo piccolo’, ma anche ‘Speriamo che sia femmina’. Formando e informando la platea producono Cultura. La mia speranza è che possa crescere consapevolezza culturale e sociale come rinascita del pensiero critico”. Con queste parole, accompagnato da un lungo applauso, il Maestro Laudadio ci lascia, scappa altrove, “the show must go on”, il Bif&st deve andare avanti, non può farlo aspettare. Buona visione a tutti! 25 agosto 2020