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La violenza domestica e assistita oltre la pandemia

di Sabrina Pasqurelli

Nel DPCM del 26 aprile 2020, il Primo Ministro Giuseppe Conte ha utilizzato il termine “congiunto”, che ha scatenato non poca ironia (vedi immagine sottostante) su diversi social network, dietro la quale però si celano significati ben più drammatici. 

Sono tante le donne che vivono situazioni di disagio all’interno delle mura domestiche: per loro andare a lavoro o accompagnare i figli a scuola significa poter sfuggire, anche solo per poco, alle dinamiche di violenza domestica e di potere che ogni giorno si trovano a dover affrontare. 

In questo periodo estremamente delicato, non hanno dunque alcuna via di uscita, costrette alla convivenza con i propri aggressori. 

L’isolamento, infatti, è una delle caratteristiche più comuni delle relazioni abusanti ed è già dimostrato come la violenza domestica aumenti durante i periodi di vacanza dal lavoro (vacanze estive, festività). 

In Italia, dove l’81,2% dei femminicidi nel 2019 è avvenuto nell’ambito familiare, si stanno attivando movimenti femministi, come “Non Una di Meno, con lo slogan “Non sei sola” per rilanciare il numero antiviolenza e stalking 1522, attivo h24 e gratuito. Dal sito, inoltre, è possibile chattare direttamente con un’operatrice. 

Dal 1° marzo al 16 aprile le chiamate al 1522  sono aumentate del 73% rispetto allo stesso periodo del 2019. Le regioni che hanno registrato la crescita più sensibile sono state il Lazio, la Toscana e la Liguria

Nel Sud si segnalano Puglia e Sardegna

Inoltre, dal 4 maggio 2020 (data di inizio della Fase 2 dell’emergenza Covid-19) in tutte le farmacie, la richiesta di una “mascherina 1522” corrisponde a un grido di aiuto che fa scattare l’intervento delle Forze dell’Ordine e consente alle vittime di denunciare l’abuso senza neanche dover fare una telefonata. 

Nelle ultime 9 settimane, 11 donne sono state uccise per mano di uomini violenti. È Amnesty International Italia a pubblicare i loro nomi e a sottolineare: “Quello che abbiamo registrato negli ultimi due mesi è la conferma che in Italia la violenza di genere e il femminicidio sono fenomeni strutturali, non occasionali. In questo periodo hanno trovato una situazione ancor più favorevole. È necessario lavorare per cambiare una mentalità maschilista che continua a sostenere una gerarchia di ruoli che vede la donna subordinata nella relazione.”

Vanno poi annoverate le ripercussioni della violenza domestica sui bambini dal punto di vista emotivo, cognitivo e comportamentale. Essi, infatti, ora più che mai sono testimoni diretti dei maltrattamenti sulla propria madre. Ciò li espone a paura e angoscia oltre che a un senso di impotenza per non essere in grado di contrastare i soprusi. 

Nelle giornate del 12 e del 13 maggio 2020 sono stati organizzati, con il contributo di Confindustria Bari e Bat, due incontri, seguiti dal dibattito online, con le scuole per discutere sul tema della violenza contro le donne.

Santa Scorese

Entrambi hanno visto coinvolti oltre 500 studenti di Monopoli, Castellaneta, Bari e Bitonto con la partecipazione di Alessandro Piva, regista del docufilm “Santa Subito” (premiato all’ultima Festa del Cinema di Roma), di Maria Pia Vigilante, presidente della Onlus Giraffa e di Rosa Maria Scorese, interprete del docufilm e sorella di Santa, prima vittima di stalking uccisa a coltellate nel 1991 da uno squilibrato, che nonostante le denunce aveva continuato a molestarla fino a quella tragica sera del 15 marzo, sotto casa a Palo del Colle. 

Infine, è importante notare che anche in Cina l’epidemia ha avuto un impatto enorme sulla violenza domestica e sul numero dei divorzi, come riportato da alcune ONG. 

Ognuno di noi può aiutare una donna vittima di violenza domestica e i suoi figli vittime di violenza assistita. A tal proposito, occorre sensibilizzare le persone rispetto all’importanza di contattare le forze dell’ordine nel caso in cui assistano a situazioni di violenza. 

18 maggio 2020

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