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Boy Erased: Vite Cancellate dalle finte cure per guarire dall’omosessualità

Boy Erased: Vite Cancellate

Romolo Ricapito

di Romolo Ricapito

Boy Erased-Vite Cancellate è un film drammatico che fa del rigore, severità di scrittura e denuncia di una certa società americana il suo punto di forza.

La pellicola si ammira maggiormente per la regia di Joel Edgerton che l’ha anche scritta, adattando la biografia di Garrard Conley, pubblicata in Italia con lo stesso titolo del film.
In definitiva si vuole porre un limite con quest’opera agli abusi sulle persone omosessuali, compiuti nella maggior parte degli Stati americani, in comunità che non sono state mai dichiarate illegali, ma che  usano personale non specializzato e che si adopera in  cure per “guarire dall’omosessualità”  (fuori da ogni  regola e fondamenti scientifici) i figli gay di chi paga per correggere le loro naturali pulsioni.
Si tenta dunque  di fare cambiare “idea” a giovani omosessuali  (nel film c’è anche una ragazza tra le vittime) con metodi coercitivi che fanno della violenza psicologica un trait d’union finanche con quella fisica.
Con una motivazione anche religiosa, perché chi è gay avrebbe rinnegato Dio.
Questo quanto avviene proprio a Jared interpretato da Lucas Hedges, specializzato in parti drammatiche di giovane tormentato: era il figliol prodigo di Julia Roberts nel recente Ben is Back.
Qui la Roberts è stata sostituita come madre da Nicole Kidman, che è la bigotta moglie di un pastore battista, ancora più cieco e bigotto  della consorte.
Va detto che la retromarcia più consapevole sulle idee di redenzione dei gay per trasformarli in etero appartiene proprio al personaggio della Kidman, nel ruolo di Nancy Eamons.
Quasi una bambolona nel primo tempo, l’attrice australiana risorge nel secondo anche come recitazione.
 E’ attraente anche per i costumi, in particolare la tuta fucsia con la quale parte   lancia in resta nel ruolo di Madre Coraggio per difendere il figlio dagli abusi educativi.
Russel Crowe nel ruolo del padre, Marshall Eamons,  ha un ruolo defilato, che convince di più nel finale.
Crowe è stato oggetto di critiche negli ultimi giorni in quanto irriconoscibile per il peso e la forma fisica ormai gettata alle ortiche e  che stride col suo celebre  ruolo nel Gladiatore.
Qui è già molto grasso e fuori forma, ma sfoggia questo suo difetto quasi come un trofeo.
 La storia è trattata senza indulgere in retorica o captatio benevolentiae nei confronti del grande pubblico ed ha una buona sceneggiatura, anche se inferiore alla regia.
Include anche uno stupro maschile, mostrato senza nessuna forma di compiacimento e con la necessaria crudezza dovuta alla rappresentazione.
Il regista Edgerton si è ritagliato una parte (importante) nel ruolo  dell’educatore Victor, essendo tra l’altro attore a tempo pieno, ma nel cast figurano anche il  cantante gay sudafricano Troye Sivan e un altro personaggio della musica, Flea, bassista dei Red Hot Chili Pepper.
Tornando al film è da lodare l’interpretazione del giovane Lucas Hedges, sempre sobrio ed efficace.
La denuncia delle cure sull’omosessualità (impossibili) in chiave stelle e strisce servono come didattica anche al pubblico italiano, non così indietro come cultura nonostante la discriminazione contro i gay sia materia di disputa tra le frange più conservatrici di una parte della popolazione del Belpaese.
Il film è utile a tutti i genitori, a parte la tematica di fondo, ai quali insegna che oltre che educare i figli è necessario  soprattutto rispettare le loro scelte in chiave di vita.
17 marzo 2019

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