di Clelia Conte

Inutile fare una cronistoria del Festival di Sanremo: ormai tutti scrivono le stesse cose.

Siamo arrivati alla conclusione delle serate sanremesi e di tutto ciò cosa rimane? Una confusione totale di domande che ci siamo posti ieri sera mentre festeggiavamo un compleanno e, come ai vecchi tempi, la tv accesa sulla grande e attesa manifestazione.  Ad un certo punto della serata alla vista della pubblicità TIM con MINA una invitata si è adirata per tutti i milioni spesi in ciò, unico sponsor! La TIM-TELECOM ha intenzione di licenziare e di diminuire le ore di lavoro ai dipendenti e poi spende soldi a palate pagando la famosa cantante e tutto ciò che serve. Poi l’azienda tratta in questo modo indegno chi lavora, anche da tanti anni: “Si sta sempre peggio” ha affermato la donna con rabbia.

I VOTI- Chi ha votato dal telefonino si è accorto che invece di cinquanta centesimi ha speso un euro: “Ma io ho votato una volta perché si sono presi un euro?” … Quei soldi dei voti, andavano alla tim ma saranno davvero stati conteggiati tutti i voti? La gente si chiede anche questo. La vincita, o le vincite sono davvero reali o pilotate? 

Una volta  mi hanno invitato in giuria a Roma per una selezione sanremese di nuove proposte. Ad un certo punto si è avvicinato un tizio dell’organizzazione per impormi chi dovessi votare. La donna da far vincere era una cantante che non aveva alcun talento se non quello di andare a letto con qualcuno che si sapeva. Mi misi nei panni di quei ragazzi che partecipavano e che davvero meritavano di vincere. Fu così  che non ascoltai. Il risultato fu che non mi hanno più invitata nella giuria. Questa è l’italia e la raccomandazione è radicata nel DNA degli italiani.

VINCITORI-Tornando ai vincitori, bravi, si ma la canzone per tutti quelli che erano presenti ieri in casa per festeggiare era brutta! Ora questo era un campione di una dozzina di persone che avrebbero fatto vincere chi la Vanoni, chi la Zilli, chi Ron ma non Meta-Moro sul terrorismo.

PREMI-Elio e le storie tese sono stati puniti da tutti: forse avrebbero dovuto fermarsi un po’ con Sanremo.  I premi dati erano troppi e la Vanoni candidamente è andata sul palco ignara del tipo di premio ritirato! Alla Fine tutti questi riconoscimenti non servono a nulla per gli esterni che non sanno di che si tratti.

BIG – Basta coi big troppo attempati! Quattro cinque in una manifestazione bastano, hanno avuto le loro glorie e sono già famosissimi. Ad esempio io adoro i Pooh, ma hanno tolto troppo spazio. Bisogna svecchiare e dare più respiro a tanti giovani bravi e innovativi. vere intuizione nella musica leggera dei tempi che verranno. Sono loro il futuro altrimenti il festival rischia di diventare una manifestazione vecchia! Poi se la finissero con le falsità! Per arrivare a Sanremo basta pagare e tanti talenti restano fuori.

OSPITI- Troppi ospiti italiani: a volte sembrava un proseguo della gara. Non mi è piaciuta la scelta degli ospiti. Molto gradita la figura di Paoli che non è presente a Sanremo da anni ma che è bello rivedere. Mentre gli ospiti cantavano, se a casa lo spettatore si allontanava dalla tv e poi tornava, aveva l’impressione che quei cantanti fossero in competizione con gli altri.

POSITIVO- Il trio Baglioni, Favino Hunziker ha funzionato. I tre hanno alleggerito le serate allietandole anche con parentesi “demenziali”, canzoni e balli. Stupendo il finale: Sabrina impacciatore, ha fatto la sua parte inserendosi adorabilmente nell’attesa del verdetto finale con un ampio vestito sfumato con il grigio. Poi, la canzone di Cochi e Renato (Canzone Intelligente) cantata e ballata dai quattro che hanno trasmesso allegria ed hanno tenuto svegli gli assonnati che non vedevano l’ora di andare a dormire dopo il verdetto finale.

PUBBLICITA’-Insopportabile è stata, durante le serate, l’inserimento continuo delle pubblicità. Queste interruzioni frequenti dello spettacolo hanno creato negli spettatori (ho condiviso con moti conoscenti) disagio e secccatura. L’unico vantaggio che si è avuto è che durante la pubblicità si potesse andare in bagno o insaponare i piatti della cena.

In conclusione è vero che Sanremo è sempre Sanremo, ma il pubblico chiede trasparenza.

11 febbraio 2018