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Lasciami per sempre di Simona Izzo: pellicola promossa, nonostante sia troppo confusionaria e ambiziosa

lasciami per sempre- di simona izzo

di Romolo Ricapito

 

Simona Izzo
Simona Izzo

Torna al cinema come regista Simona Izzo con Lasciami per sempre, tratto dal suo romanzo del 2012 Baciami per Sempre.

In una mia recensione di tale libro che scrissi nel 2012, sostenevo: “Baciami per sempre” di Simona Izzo, col sottotitolo Diario di una famiglia allargata, è un romanzo con forti connotazioni autobiografiche.

Diciamo che si identifica completamente con l’autrice, riguardo la sua cultura, il suo pensiero, il suo vissuto.
Tale romanzo presenta però una profonda dicotomia: è scritto bene (come se fosse quasi una sceneggiatura pronta) ma risulta profondamente respingente per l’antipatia delle situazioni e il narcisismo dell’io narrante.
In sostanza, l’ autrice fa immergere il lettore in un insopportabile intreccio (o intrigo) di personaggi , o meglio di notazioni, che hanno – o avrebbero- lo scopo di esplorare la cosiddetta famiglia allargata, micro-società che dovrebbe fornire spunti, filosofie di vita e celebrare alla fine una sorta di inno alla tolleranza. Quasi tutta questa considerazione vale anche in parte per il film.

bobulova -gazzéRispetto al romanzo, decisamente brutto,”Lasciami per sempre” supera la sufficienza grazie a un ottimo cast di attori, alcuni di essi davvero notevoli, come Barbora Bobulova, Max Gazzè (riuscito il suo utilizzo al cinema) e Mariano Rigillo.
C’è anche una parte per la nipote della Izzo, Myriam Catania, 36 anni, che però interpreta una ragazza di 23 anni, contesa da padre e figlio.
La famiglia allargata imposta  dalla trama propone dialoghi pleonastici.
Quello che salva la pellicola, elevandola al di sopra degli standard qualitativi delle commedie del cinema nostrano del momento, è una certa raffinatezza di fotografia, regia e leggerezza nel movimentare le situazioni, che talvolta diventano troppo gridate ed esageratamente su di giri.
La famiglia allargata che si ritrova nella stessa villa per una serie di coincidenze  che sfociano in un compleanno è un’utopia. Non possono convivere placidamente tante anime, culture, figlie e figliastri, ex e amanti del momento.
Ma Simona Izzo ama l’affollamento e le situazioni confusionarie, per l’appunto.
All’interno di esse, tante piccole ossessioni, tic e situazioni possibili, anche probabili, ma che però nella loro pretesa di essere sofisticate risultano se  non stucchevoli, certamente ardite come accostamenti, mirando in  alto.
Max Gazzé e Barbora Bobulova
Max Gazzé e Barbora Bobulova

Si parlava del cast: tra gli altri si ammirano Maurizio Casagrande con una riuscita partecipazione.
Il film poi è stato ambientato nella vera residenza della regista, forse anche per una questione di costi.

La pellicola comunque è fuori della top ten e mi è capitato di assistervi di sabato in una sala quasi completamente vuota.
 Le ragioni della débacle, se confermate al box office,  potrebbero risiedere appunto in una difficile identificabilità della commedia di Simona Izzo che, volendo sfuggire ai canoni classici o risaputi, fa fuggire anche i potenziali spettatori.
E’ probabile poi che il narcisismo della cineasta, sceneggiatrice e direttrice di  scena abbia una parte nel rifiuto della sua opera.
Che però rimane, va detto, al di là dei difetti sostanziali, un’operazione artistica coraggiosa e anche qualitativamente sopra gli standard, come accennato.
La Izzo poi ama scoprire i seni delle sue attrici, ma si  assiste anche  a un paio di nudi maschili.
E’ come se nelle intenzioni la moglie di Ricky Tognazzi volesse da un lato tornare indietro all’esibizione dei corpi degli anni Settanta, unitamente però a un cinema che sconfina nel sociale. Assistiamo anche a una coppia formata da una extracomunitaria di colore e da uno dei coprotagonisti (appunto, Casagrande), divorziato ma ancora nostalgico della ex.
A ciò la Izzo ha aggiunto un accenno al saffismo, con Valentina Cervi che interpreta una donna gay in rotta con la sua compagna e desiderosa di un figlio tramite inseminazione…naturale.
La raffinatezza del contesto , spinge in conclusione  più verso un certo cinema d’oltralpe che autoctono.

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