Sei qui
Home > Cultura > Cinema > L’Estate Addosso di Gabriele Muccino: è un semiflop negli incassi perché lo hanno scambiato per  un “musicarello”

L’Estate Addosso di Gabriele Muccino: è un semiflop negli incassi perché lo hanno scambiato per  un “musicarello”

lestate-addosso-di-gabriele-muccino

di Romolo Ricapito

la-locandina-del-film-l-estate-addossoL’Estate Addosso diretto da Gabriele Muccino non sta ottenendo il successo sperato.

Ma cosa può avere decretato il flop di una pellicola apparentemente molto attesa?
Probabilmente il titolo non è stato intelligente: riprende una canzone di Jovanotti di grande successo nell’estate del 2015.
Ma siamo ormai nel 2016:  evidentemente  il pubblico ha collegato
   il film alla canzone con un effetto déjà vu che si è rivelato fallimentare per gli incassi.
Jovanotti ha firmato l’intera  colonna sonora del film che è  intanto  abbastanza coraggioso in quanto non sbandiera nomi famosi ma attori giovani e nuovi : Brando Pacitto, Matilda Anna Ingrid Lutz, Taylor Frey e Joseph Haro.
I personaggi di Marco (Pacitto) e Maria (Lutz) risultano antipatici, mentre gli attori stranieri (Frey e Haro, nei panni della coppia gay) sono efficaci,   anche nei dialoghi.
Il film ha la particolarità di non essere stato doppiato quando gli italiani del cast parlano in inglese con i  personaggi americani, il che dà un valore aggiunto alla pellicola, che risulta ben diretta e sicuramente apprezzabile, anche per la sua originalità.
la-locandina-del-film-l-estate-addossoMuccino ha raggiunto una maturità di cineasta invidiabile, anche se qui pare inseguire l’eterna giovinezza che gli  sfugge.
I pruriti e le ritrosie della coppia di attori italiani sembrano sopravanzati dalla rappresentazione veristica e un po’ edulcorata della coppia gay composta da due giovani belli, intelligenti, solari.
E’ come se Gabriele Muccino benedicesse la legge sulle  unioni civili di recente approvata in Italia mostrandoci come   all’estero (San Francisco, Stati Uniti) siano  molto più evoluti di noi nell’accettazione di certe situazioni che non costituiscono la regola, ma nemmeno l’eccezione .
Il racconto a ritroso della storia pregressa di Paul e Matt (i “gay” dell’intreccio) sembra la cosa più riuscita del film, che risulta (come difetto) stucchevole negli ultimi 15 minuti, a causa di  appendici pleonastiche che riportano i due protagonisti principali in Patria.
L’America viene rappresentata come l’effettivo paese del “sogno americano”, con tappa a Cuba, isola recentemente sdoganata dall’embargo degli Usa.
Joseph Haro è il volto interessante del film, esile ed efebico, nel ruolo di un giovane omosessuale originario di Lecce: in un dialogo il suo personaggio si rapporta con affetto alla sua terra di origine e in particolare col capoluogo salentino, che viene omaggiato con ottimi giudizi.
Il difetto di L’Estate Addosso, unitamente al titolo, davvero inutile, sta in un “allungamento” dell’amicizia degli eterosessuali italiani con la coppia gay, questi  ultimi quasi santificati nel ruolo di angeli protettori.
Questa unione di quattro anime , che ha (o potrebbe avere) risvolti ambigui si posiziona sfavorevolmente col contrasto finale, che vede i due amici (il ragazzo e la ragazza) sfogare finalmente gli istinti sessuali con altri partner.
Muccino ha effettivamente diretto un’opera efficace e adatta al pubblico giovanile. Fa specie come invece le sale siano popolate (non eccessivamente, il film arranca al box office, come si è detto) da persone mature, oltre i 50.

Lascia un commento

Top