SANREMO- Festival, Seconda Serata: grazie alla Kidman, a Eros Ramazzotti e alla veterana Pravo vola più in alto della “prima”- di Romolo Ricapito Attualità Comuni Cultura Europa Eventi e Tradizioni Musica 11 Febbraio 201611 Febbraio 2016 Continuano gli artisti in zona pericolo come Neffa e Dolcenera di Romolo Ricapito La seconda serata del Festival di Sanremo, quella del mercoledì, è stata movimentata dalla gara tra le Nuove Proposte. Ad esempio tra Irama, giacca di velluto e piume attaccate all’orecchio da indiano metropolitano e Ermal Meta, albanese di origine, un misto tra Mika e Cammariere (come aspetto): l’ha spuntata il secondo, che ha diffuso un pezzo ispirato alla word music. Ma era valido anche il primo interprete . Così al Dopofestival qualcuno ha insinuato che mettere l’uno contro l’altro dei “cavalli forti” servirebbe a fare vincere presunti raccomandati. Ma quali? Virginia Raffaele ha imitato Carla Fracci ma la scelta della étoile della danza, ormai quasi ottantenne, non si è rivelata altrettanto felice dell’imitazione di Sabrina Ferilli relativa alla prima serata, con siparietti che alla fine, oltre a non fare ridere, si sono rivelati molesti. Nella Prima Serata, Virginia imita Sabrina Ferilli Virginia Raffaele imita Carla Fracci Tra i big Dolcenera col brano Ora o mai più ha esibito un trucco riuscito unito a un abito da sera bianco e nero, zebrato. La canzone dalle venature blues è parsa accettabile, anche se non troppo: e la cantautrice salentina è finita in Zona Pericolo, o zona rossa, quella dell’eliminazione. Dolcenera Clementino: il rapper napoletano ha passato il turno ma resta da considerare l’opportunità di avere inserito tra i 20 big due cantanti affini (l’altro è Rocco Hunt) e che usano il dialetto campano per esprimere i loro testi. E dire che quando si presentava Nino D’Angelo lo criticavano per i ritornelli in “lingua” napoletana… Gabriel Garko merita più di una citazione: violentato dai social network che durante la prima serata l’hanno crocifisso offendendolo in tutto (sotto accusa la sua faccia, definita “di gomma” che è stata paragonata a quella di Patty Pravo e inoltre come al solito ventilata, sussurrata o addirittura gridata una sua presunta omosessualità) si è riscattato in parte nel duetto comico col bravissimo Nino Frassica. Nino Frassica Patty Pravo, dunque : fatta oggetto, come accennato, di sberleffi sui vari siti, compreso Dagospia, vuoi per il perfetto stato di conservazione (è stata paragonata alla salma di Padre Pio) . Ma ha allontanato le malelingue con la sua esibizione: Cieli Immensi è piaciuta, o meglio, è piaciuta la Pravo nella sua interezza, quella di artista cinquantenaria (non per età, ma per carriera) dunque tutti in piedi (standing ovation ) per applaudirla. Non ci soffermeremo sulla scuola elementare composta da 2 soli alunni con relativa maestra e altre amenità fatte per intrattenere, talvolta commuovere o attrarre l’attenzione. Eros Ramazzotti Mentre Eros Ramazzotti, barba incolta su abito classico elegante, con la riproposta di alcuni suoi storici successi comeTerra Promessa ha convinto anche gli scettici, dimostrando di essere cresciuto come artista ma anche come performer,più in generale. Con la mano sul cuore ad un certo punto ha rammentato Julio Iglesias ma di più Frank Sinatra per la capacità di dialogare con un occhio al pubblico e l’altro all’orchestra. Valerio Scanu Valerio Scanu si è “marcomengonizzato” come look, peccato per la scarsa altezza. “Finalmente Piove” : una buona esibizione vocale, ben scritta e arrangiata da Fabrizio Moro . Deludente Francesca Michielin: troppo acqua e sapone, con un look molto brutto composto da una camicia con disegnati degli occhi neri e una sorta di grembiule o salopette che l’hanno fatta apparire come una collegiale da film (brutto) d”autore. Ma ha passato il turno. Francesca Michelin Non altrettanto Alessio Bernabei con un brano dal sapore british con un suono finalmente ritmato. Bernabei entra di diritto tra le canzoni più orecchiabili, oltre che ascoltabili, di quest’anno. Il suo balletto personalizzato con saltelli ha divertito. Elio e le Storie Tese . estrosi, dissociati, “schizzati”: in una canzone, Vincere l’odio, che non è nemmeno una canzone ma un’unione di ritornelli. Gli “Elii” hanno come al solito dissacrato il Festival. Neffa con Sogni e Nostalgia, cappello e piuma d’alpino, ha fornito una ballata dal sapore un po’ balcanico, ritmata anche se dolente. Bravo, ma le giurie non lo premiano. Neffa Ellie Goulding ventinovenne britannica, in bianco, ha rinverdito la tradizione degli ospiti inglesi di successo col su brano Love me Like you do, colonna sonora di Cinquanta Sfumature di Grigio, appena rivisto in tv. Carlo Conti ha saltellato di qua e di là adattandosi ai vari ospiti, non brillando, ma nemmeno cadendo come in altre serate (quelle magari del 2015) affiancato dalla modella spilungona e un po’ inutile Madalina Ghenea. Nicole Kidman: attesa, ha fornito un tocco di glamour col suo viso di porcellana e il colorito diafano che contrastava con l’abito nero. Rideva, ma compostamente: è la classica star hollywoodiana che si adatta alle situazioni, uscendone bene. Nicole Kidman Annalisa Scarrone col suo Diluvio Universale si è contraddistinta coi capelli rosso tiziano ben pettinati e con la sua bella voce, che ha sconfessato la canzone, molto meno interessante. Gli Zero Assoluto: bravi ragazzi, composti, simpatici, con un brano orecchiabile e brillante, ma per ora non sono passati. Forse il loro essere sempre uguali a se stessi anche nel canto non li ha premiati, ma il brano sfonderà in radio, è tra i migliori. In conclusione una serata che, nonostante le solite lungaggini e qualche ammiccamento di troppo, ha convinto di più della prima, perché in essa è stata inserita una buona varietà di elementi unitamente a note musicali più valide del piattumedell’esordio di ieri.