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SANREMO- Dalle teche Rai spuntano i Festival degli orrori: a Sanremo vittorie a tavolino, veterani della canzone ridicoli, canzoni vincitrici orribili

di Romolo Ricapito
imagesFestival di Sanremo 2016: la carrellata delle vittorie dal 1951 ad oggi ritrasmessa la prima serata di quest’anno  prima dello show con Carlo Conti e le altre immagini di archivio da Teche Rai parimenti trasmesse a destra e a manca nei vari programmi che supportano la manifestazione, hanno messo in evidenza quante canzoni brutte o inadatte abbiano vinto la kermesse,  soprattutto negli anni Ottanta.

Tali orrori musicali hanno dimostrato come fossero moderne e innovative certe melodie del passato (anni Cinquanta)  come  Son Tutte Belle le Mamme del Mondo o Aprite le Finestre.
Del festival dell’87, invece,  vinto dal trio Morandi-Ruggeri-Tozzi, si può dire che trattavasi di un gruppo creato ad hoc per vincere, unendo tre artisti diversi con una canzonetta davvero sciocca.
Morandi che stringe i pugnetti nel fervore del canto è da antologia, così come il Ron che, nove anni dopo, vinse assieme a Tosca con Vorrei incontrarti fra cent’anni:altro parto da laboratorio imbastito per la vittoria finale , con la furbata del duetto uomo o donna.
Da antologia poi lo stesso Ron che con la lunga gamba accenna un passo di danza all’interno di una canzone tutt’altro ballabile: da dimenticare.imgres
Così come da dimenticare, tornando ancora  indietro, la vittoria dei Matia  Bazar nel 1978 con “E dirsi ciao” canzone orribile che nessuno ricorda e che fortunatamente è caduta nel dimenticatoio. Nelle notti “marzulliane” del dopo-dopo festival è stata mostrata la seconda classificata di quell’anno:  una splendida Anna Oxa che intonava  Un’Emozione da Poco. Esordiente di lusso, con trucco e vestito maschile riuscitissimi, la barese dimostrava  bravura da vendere,assieme al terzo classificato, Rino Gaetano, altrettanto capace  ma sfortunato, che col brano Gianna sfondò nella classifica dei 45 giri.
Quell’anno il Festival di Sanremo fu presentato anche da Beppe Grillo, ma chi se ne ricorda?

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