Rapito da Mia Madre di Sebastiano Notarnicola con Simone De Vivo: da una cupa storia di cronaca un romanzo-verità di formazione e riscatto- di Romolo Ricapito Attualità Cronaca Cultura 27 Gennaio 20162 Febbraio 2016 di Romolo Ricapito Rapito da Mia Madre, edito da Epsil, 106 pagine, 14 euro, racconta la storia di Sebastiano Notarnicola con un testo raccolto da Simone De Vivo. Ma chi è Sebastiano? E’ il protagonista di un clamoroso caso di cronaca nera, felicemente risoltosi, ma del quale ancora si parla a distanza di molti anni per la sua unicità e gli ovvi riferimenti ad altre storie più attuali . A fronte di ragazzi scomparsi nel nulla, o più genericamente , persone di tutte le età (nel volume viene ricordato che dal gennaio del 1974 al giugno del 2013 gli svaniti e mai più ritrovati sono ben 11.615 individui !) il protagonista della storia viene rapito all’età di 5 mesi , quindi ritrovato dalle forze dell’ordine quasi adolescente, ma per un caso fortuito: tutto grazie alla sua fotografia pubblicata su un giornale parrocchiale dopo l’incendio della sua casa di montagna. Ma vediamo per gradi la storia che non è descritta in maniera giornalistica, ma vieppiù letteraria. Il co-autore, Simone De Vivo, che ha già pubblicato per la stessa casa editrice il romanzo Amore da Matrioska (ispirato a un’altra storia vera, ma personale ) ha sviluppato i sentimenti contrastanti di Sebastiano Notarnicola descrivendo per gradi assieme la sua angoscia, la sua incredulità e il suo riscatto. Tali stati d’animo si accompagnano a una storia quasi “d’appendice”, ma in fondo modernissima, che dal 1977 si sviluppa sino ai nostri giorni, attraversando il costume italiano . In sintesi Sebastiano viene sottratto alla madre naturale, Anna, da un’astuta avventuriera. Quest’ultima, Aurora, approfittando dello stato di disagio dell’altra, che cercava vestitini usati per il terzogenito, Sebastiano, tramite un’ annuncio pubblicato sul giornale Secondamano, si fa gioco dell’ingenuità della sventurata: conquistatane la fiducia, si allontana per un attimo col bebè con la scusa di acquistargli in un negozio vicino degli abiti firmati. Ovviamente scompare, lasciando la famiglia Notarnicola nella più cupa disperazione e portando con sé l’infante da Milano a Valsassina Cremero in provincia di Lecco, un piccolo comune sulle montagne dove vive col marito Walter, camionista. La prima parte del libro è la descrizione dell’infanzia di Sebastiano, ribattezzato Hermann dai nuovi genitori “abusivi”. La contraddizione di tutta l’intera storia, che una volta appianata scatenerà comunque accesi e devastanti conflitti, è che Hermann Croci, il “nuovo” Sebastiano, crescerà bene e si legherà alla falsa famiglia in modo indelebile. Il simbolo di questo forte legame è una piccola motocicletta regalatagli da Walter Croci, padre putativo. Ma un incendio rovinerà i piani della coppia: distrutta ormai la loro casa e costretti ad affidare Hermann a un collegio, in attesa di stabilirsi in una nuova residenza, diventeranno una coppia di fuggitivi mentre Sebastiano-Hermann, dodicenne, svilupperà una vita, suo malgrado, autonoma e solitaria. Assieme a ciò il carattere apparentemente solare viene turbato dalla vita frugale del collegio, anzi, da più di un collegio. Le regole severe degli istituti contrastano con il benessere e gli abiti firmati che la coppia di truffatori usava per farsi benvolere. La donna, Aurora Bonato, era in realtà una prostituta, il marito Walter invece, un poco di buono che imbrogliava il prossimo con stratagemmi, estorcendo denaro attraversando l’Italia col suo camion.. Il libro è un excursus sulla solitudine di una persona abbandonata forzatamente negli affetti e tenuta all’oscuro della realtà vera. I Croci, tornati a prendere Hermann, lo iscrivono a scuola, rimandando la consegna dei documenti all’istituto: infatti non li possiedono, ovviamente. Il ragazzo viene confinato addirittura in un hotel di Courmayeur per 5 mesi (dunque ancora abbandonato) mentre i genitori farlocchi sono impegnati nei loro traffici: la madre impone al ragazzo di non rispondere agli sconosciuti. Ma è proprio nell’albergo che un Sebastiano Notarnicola ignaro viene ritrovato dalla polizia: i Croci erano in realtà in fuga, quindi arrestati e condotti a San Vittore per sequestro di persona. Il libro è la descrizione precisa dei sentimenti contrastanti che Sebastiano vive, anche a causa della burocrazia. Non viene riconsegnato subito alla famiglia di origine, infatti, ma tenuto nel limbo del non sapere, del non conoscere a lungo, ancora, proprio nulla del suo vissuto. Portato in un nuovo collegio, smette di parlare. “Mi sentivo come un pesce fuor d’acqua”, pag. 48. In fondo la storia è la denuncia anche delle storture di certe situazioni che nella loro drammaticità vengono complicate ulteriormente da regolamenti e lungaggini. Alla fine grazie a un’assistente sociale, Antonella, il ragazzo viene messo al corrente, ormai sedicenne, tramite un video tratto da una trasmissione televisiva nel quale riconosce la madre reale. Ma il giovane è ancora ancorato al passato e perdutamente invaghito dei falsi genitori. Sebastiano Notarnicola Viene quindi affidato a una famiglia di Varese (gli Zanetti) in attesa di una risoluzione definitiva, ovvero l’essere riconsegnato al nucleo originario. Ma ritornato con i genitori e i fratelli, ormai non più bambino, ma non ancora adulto, scoppia il suo personale conflitto: la famiglia è numerosa, gli spazi dentro casa ristretti, le divergenze nascono e crescono a causa delle differenti abitudini di vita e di cultura . La seconda parte vede Sebastiano sfuggire ai Notarnicola nel tentativo di ricostruire una vita a sé con l’iniziale aiuto dell’assistenza sociale, che gli affida una casa popolare a Milano. Esplorerà lavori umili, scontrandosi con la crisi economica che dagli anni Novanta arriva fino ai nostri giorni. Diverrà quasi un barbone, poi acquisterà fiducia nel lavoro tramite l’attività definitiva di pizzaiolo. Tale fiducia è l’anticamera dell’autostima attraverso la quale Sebastiano Notarnicola rielaborerà il suo vissuto ritrovando gli affetti, perdonando i suoi rapitori, che resteranno sempre cari ai suoi occhi, e trovandosi una compagna di vita, Laura . Il nuovo rapporto con la famiglia di origine e il doppio profilo su Facebook (Sebastiano comunica col presente, Hermann con gli amici d’infanzia ) descrivono la dicotomia di una storia allucinante e nel contempo affascinante che viene spesso narrata in programmi d’intrattenimento e giornalistici della televisione generalista come Storie vere, La Vita in Diretta, Forum etc. La “celebrità” ha inizio con la telefonata di una giornalista. Dopo di ciò, appunto, l’esposizione mediatica. Simone De Vivo ha saputo perfettamente immedesimarsi nello stato d’animo di Sebastiano, rapportandosi con una storia difficile e drammatica, ma che sulla pagina scorre via in un attimo, con una scrittura efficace, matura e che si rifà al romanzo classico, nella descrizione della natura e dei tormenti interiori, ma che in realtà costituisce un “romanzo” di vita nuovissimo e inedito, anche per l’originalità dell’assunto. Essa si risolve felicemente ma non accantona contraddizioni e perplessità sullo sviluppo di una personalità per forza di cose complessa e frastagliata…
Si vede bene chi ha raccontato la versione della mi astiria non e così, quando volete notizie o intervistare qualcuno chiedetelo a chi veramente sa le cose e come veramente sono andare le cose comunque bel articolo anche se qualche parte non e andata così veramente,la gente scrive ciò che non sa e dovrebbe sentire i veri fatti prima di rilasciare interviste che non sa la storia esattamente Rispondi
Caro Sebastiano, il giornalista Romolo Ricapito ha fatto solo la recensione del libro, le indagini sulla veridicità delle cose scritte nel racconto non spettano a lui. Spero che chiarisca l’inesattezza dei fatti con le persone responsabili. saluti Rispondi
Peccato che sul mio contratto stipulato con la casa editrice Epsil non c’è nessun co-autore ma solo un gost, pertanto fare carriera con le storie degli altri e la cosa più semplice. Ed è il più facile x fallire. Rispondi
ciao sebastiano sono gianni fratello di walter,vorrei lindirizzo di aurora se tu loai grazie ciao Rispondi