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Progetto “Campi liberi”, continua l’esperienza dei detenuti foggiani nella coltivazione degli orti a Masseria Giardino

riportato da MAGDA LACASELLA

I prodotti raccolti vengono poi donati alla Caritas diocesana che li utilizza nella propria mensa sia nel periodo estivo che in quello invernale

 

È terminata la raccolta degli ortaggi della stagione estiva da parte dei detenuti dell’istituto penitenziario foggiano, inseriti nel protocollo d’intesa tra ANCI e ministero della Giustizia del 20 giugno 2012. In particolare l’Amministrazione penitenziaria del capoluogo dauno ed il Comune di Foggia, attraverso la stipula di una convenzione, hanno permesso ad alcuni detenuti con pena in via di estinzione di essere impegnati in attività agricole nell’azienda agricola Masseria Giardino di proprietà del Comune di Foggia attraverso il progetto denominato “Campi liberi”.

Sul posto è anche presente il perito agrario Geremia Rigillo, impiegato dell’Amministrazione comunale, che cura il ciclo produttivo e istruisce i detenuti per la preparazione del terreno, la realizzazione dell’impianto di irrigazione e la messa a dimora delle piantine orticole fino alla raccolta dei prodotti, come melanzane, peperoni, pomodori, lattuga, cicorie, sedano e basilico per il periodo estivo, mentre nei mesi invernali si coltivano broccoletti, finocchi, cavolfiori e bietole.

«Crediamo che questa iniziativa sia un esempio di reinserimento sociale ben riuscito – spiega il sindaco di Foggia, Franco Landella –, anche grazie alla collaborazione ed alla sensibilità di ATAF SpA, che mette a disposizione un mezzo per accompagnare i detenuti a Masseria Giardino per lavorare i campi. Una iniziativa dalla doppia valenza sociale, in virtù del fatto che i prodotti raccolti vengono poi donati alla Caritas diocesana che li utilizza per la propria mensa. Il Comune di Foggia, inoltre – puntualizza il primo cittadino –, stipula una assicurazione per gli infortuni sul lavoro alle persone impegnate nei campi e mette a disposizione piccole somme per le spese di gestione dell’orto sociale».

 

 

 

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