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RIFORMA FORNERO

Fabia Tonazzi

La legge Fornero ha scatenato il malcontento di tutti gli insegnanti italiani dipingendo la figura del preside come quella del “boia” in grado di massacrare aspettative, sogni, graduatorie, concorsi, anni di esperienza e stipendi ( cosa non di poco conto) di chi finisce nella cosidetta “lista nera”.

Sicuramente ci si chiede se è questa la buona scuola, quella che ha a cuore i ragazzi nella loro unicità di persone e futuri cittadini del mondo …Quella in cui gli insegnanti sono una guida in grado di rincuorarli, supportati dal fattore empatico, docenti dotati di quella capacità di farli sentire accettati, amati…
Questa legge raggiunge davvero l’obiettivo di partenza in modo costruttivo o demolisce anche quelle realtà che la vera scuola aveva costruito con tanto sacrificio?
Come si può preservare il buon rendimento di un alunno senza considerarlo un “soldatino” se le stesse classi docenti sono messe a rischio da una legge che scuote un equilibrio precostituito e raggiunto con criterio nel corso degli anni nella realtà scolastica italiana?
Ogni alunno se analizzato nel suo piccolo ha un problema più o meno nascosto, ognuno ha una sua paura o una sua difficoltà, una pena…Sorge spontaneo chiedersi come si può insegnare in modo sano, efficace, se accanto al dato contenutistico della lezione da apprendere, la scuola non è in grado di pensare al ben-essere inteso come concetto del welfare e del well being degli alunni.
Gli insegnanti sono stanchi, demotivati ma proprio in virtù delle loro capacità interiori che li contraddistinguono come persone e non come automi, continuano a fare il loro mestiere con grande passione. Molti docenti una volta intervistati ci hanno detto che non ci stanno a trasformare la scuola in una sorta di “feudo del dirigente o del potere”, Marcella e Paola, (insegnanti rispettivamente presso le scuole superiori e medie) affermano che la scuola è a volte l’unica realtà formativa per gli allievi << Non tutti gli insegnanti sono “fannulloni” >> quindi non è il sistema a fare acqua, in molti credono che è proprio il dirigente ad essere il responsabile del clima e dell’immagine che una scuola mostra di se .
Il vero problema è che nonostante tutto, non sempre c’è chi ha il coraggio di agire e cambiare le cose, ora con questa riforma i presidi sono agevolati…Perchè? Ora sparare sul mucchio è facile…
E’ una domanda retorica interrogarsi se gli scioperi di questi giorni sono stati inopportuni o meno…secondo voi?
Bene in conclusione mi piacerebbe invitarvi a riflettere su questa affermazione : “L’obiettivo principale della scuola è quello di creare uomini che sono capaci di fare cose nuove, e non semplicemente ripetere quello che altre generazioni hanno fatto.”(Jean Piaget)
Detto questo ci auguriamo tutti, che i giovani e i meno giovani insegnanti di oggi possano con i loro alunni “creare uomini in grado di fare cose nuove” .

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