Il 7 maggio prende avvio il Conclave per l’elezione del 267˚ Pontefice Attualità Religione 6 Maggio 20256 Maggio 2025 di M. Siranush Quaranta La Cappella sistina pronta per il Conclave Domani, 7 maggio, nella Cappella Sistina prende avvio il Conclave per l’elezione del 267˚ Papa, con 133 cardinali elettori chiamati a scegliere il successore di Pietro, tra attesa, storia e silenzio. Nelle prime ore del pomeriggio, le porte della Cappella Sistina si chiuderanno dietro ai 133 cardinali elettori della Chiesa cattolica (tutti sotto la soglia degli 80 anni). In quel momento inizierà ufficialmente il Conclave per l’elezione del nuovo Pontefice, successore di San Pietro e guida spirituale di oltre un miliardo e trecento milioni di cattolici nel mondo. Il rito, immutato nella sua essenza da secoli, rappresenta uno dei momenti più solenni della vita ecclesiale e uno degli eventi religiosi più seguiti al mondo. La prima votazione è prevista alle 15:00 dello stesso giorno. Nei giorni successivi, qualora non si raggiungesse subito un consenso, si procederà con due scrutini al mattino e due al pomeriggio, in un clima di silenzio, preghiera e discernimento. Per eleggere il nuovo Papa è necessaria la maggioranza dei due terzi: in questo caso, almeno 89 voti su 133. L’attenzione globale verso il Conclave non è solo religiosa. Ogni elezione papale porta con sé implicazioni culturali, politiche e simboliche che travalicano i confini del Vaticano. Il nuovo Papa sarà chiamato a guidare la Chiesa in un tempo attraversato da grandi sfide: dalla crisi climatica alle guerre, dalla povertà crescente al dialogo interreligioso, passando per la secolarizzazione dell’Occidente e la vitalità delle comunità cattoliche del Sud globale. Dopo un pontificato caratterizzato da una forte impronta pastorale, popolare e missionaria, molti si chiedono se il nuovo Papa proseguirà sulla strada tracciata da Francesco o segnerà un ritorno a modelli più tradizionali. Papa Gregorio X Il Conclave, così come lo conosciamo oggi, nasce ufficialmente nel 1274, quando Papa Gregorio X, eletto dopo una lunghissima sede vacante durata quasi tre anni, introdusse l’obbligo della clausura per i cardinali elettori. Il termine “conclave” deriva dal latino cum-clave, che significa “chiuso a chiave”, e si riferisce alla necessità di isolare i cardinali dal mondo esterno per favorire la riflessione e impedire interferenze politiche. Costituzione Apostolica Ubi Periculum @vatican news La regola fu formalizzata nel Concilio di Lione II (con la promulgazione della Costituzione Apostolica Ubi Periculum), ispirandosi a quanto accadde qualche anno prima a Viterbo: fu lì che i cittadini, stanchi dei lunghi ritardi nell’elezione papale, rinchiusero i cardinali e rimossero persino il tetto del palazzo per costringerli a una decisione. Oggi il Conclave si svolge secondo quanto stabilito dalla Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis, promulgata da Giovanni Paolo II e modificata da Benedetto XVI. Le regole prevedono l’isolamento assoluto dei cardinali nella Domus Sanctae Marthae, all’interno del Vaticano, e l’accesso alla Cappella Sistina solo per le votazioni. Nessun dispositivo elettronico è consentito, ogni comunicazione con l’esterno è vietata e il personale coinvolto è vincolato al segreto sotto giuramento. La segretezza è garantita anche da dispositivi anti-intercettazione installati nei locali. Nel giorno di apertura del Conclave, i cardinali partecipano alla Messa “pro eligendo Pontifice” nella Basilica di San Pietro. Successivamente, si dirigono in processione verso la Cappella Sistina, intonando il tradizionale Veni Creator Spiritus, per invocare lo Spirito Santo. Dopo il giuramento individuale e collettivo di riservatezza, viene pronunciata la formula “Extra omnes!”: tutti i non aventi diritto lasciano la sala e le porte vengono chiuse. Alcuni dei Cardinali che entreranno in Conclave @vatican news Ogni cardinale elettore scrive su una scheda il nome del candidato che ritiene più adatto a ricoprire il ruolo di Papa. Le schede vengono poi raccolte, contate e lette pubblicamente all’interno dell’aula. Se nessun candidato raggiunge il quorum, le schede vengono bruciate in una stufa speciale: una fumata nera, prodotta da appositi additivi chimici, segnala che non c’è ancora un nuovo Papa. Solo la fumata bianca, insieme al suono delle campane di San Pietro, annuncia al mondo che l’elezione è avvenuta. A quel punto, il decano del Collegio cardinalizio si avvicina al cardinale eletto per chiedergli: “Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?” Se il prescelto accetta, viene invitato a scegliere il nome pontificale e si ritira nella cosiddetta Stanza delle Lacrime, dove indossa per la prima volta la veste bianca. Pochi minuti dopo, il cardinale protodiacono si affaccia alla loggia centrale della Basilica e proclama la celebre formula: “Annuntio vobis gaudium magnum: Habemus Papam”. Subito dopo, il nuovo Papa si presenta al mondo e impartisce la sua prima benedizione apostolica Urbi et Orbi. Nelle settimane che hanno preceduto l’apertura del Conclave, si sono moltiplicate le riflessioni sui possibili candidati, ricordando che si tratta del Collegio cardinalizio più interculturale di sempre, con ben 71 paesi rappresentati. Sebbene nessun nome sia ufficialmente in corsa, tra i più citati figurano personalità diverse per origine geografica, orientamento teologico ed esperienza. Il cardinale Peter Turkson, ghanese, è apprezzato per il suo impegno sui temi della giustizia sociale e dell’ecologia integrale. Il canadese Marc Ouellet, già prefetto per i vescovi, è considerato vicino alla sensibilità dottrinale tradizionale. Tra gli italiani abbiamo: Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, stimato per il suo stile pastorale inclusivo e per l’impegno diplomatico; Pietro Parolin, lunga carriera diplomatica nella Santa Sede e Segretario di Sato di Francesco; Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, con ottime doti diplomatiche e di intermediazione. Il cardinale filippino Luis Antonio Tagle, già a capo della Caritas e tra i principali collaboratori di papa Francesco, rappresenta una possibile scelta in continuità con l’attuale pontificato, e riflette la crescente importanza dell’Asia nel panorama cattolico. Il balcone di San Pietro attende il nuovo Pontefice L’elezione del Papa non è mai solo un fatto interno alla Chiesa. È una decisione spirituale che parla al mondo, orienta coscienze e indica una direzione per il futuro. Il prossimo Pontefice avrà sulle spalle il peso della tradizione e la responsabilità del rinnovamento. A lui spetterà il compito di custodire la fede e insieme di interpretare i segni dei tempi. Il mondo attende. E ancora una volta, su balcone di San Pietro, risuonerà la frase che ogni cattolico conosce: Habemus Papam.