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Quando il Mare Adriatico unì due città: la liberazione di Bari e il mito della Vidua Vidue

Liberazione di Bari dai Saraceni. Dipinto di Raffaele Armenise
Maria Silvia Quaranta

di M. Siranush Quaranta

Nel cuore della storia medievale del Mediterraneo si colloca uno degli episodi più affascinanti del passato pugliese: la liberazione di Bari dall’assedio saraceno nel lontano 1002, un evento che ha segnato profondamente i rapporti tra la città adriatica e la Serenissima Repubblica di Venezia. A distanza di oltre mille anni, questa pagina straordinaria del nostro patrimonio storico verrà riscoperta e approfondita attraverso un convegno multidisciplinare che unirà ricerca storica, tradizione popolare e memoria collettiva.

L’appuntamento è fissato per giovedì 16 ottobre alle ore 17:00 presso il Museo Civico di Bari, dove esperti e ricercatori si riuniranno in un seminario di studio, per celebrare il vincolo indissolubile che lega le due città portuali dell’Adriatico. Il convegno, intitolato “A.D. 1002: Bari e Venezia tra storia e mito. La tradizione popolana della Vidua Vidue“, rappresenta un’opportunità unica per comprendere come gli eventi storici si trasformino nel tempo in tradizioni viventi e come la memoria collettiva trasformi i fatti in simboli culturali durevoli. Il convegno, introdotto da Giorgia Cutino, direttore del Centro Studi Europeo Nikolaos (Ce.S.E.N.), vedrà lo storico e saggista Nicola Cutino, che approfondirà “L’assedio e la liberazione di Bari soccorsa dai Veneziani: tra mito e realtà, storia e tradizione“. A seguire, Marina Faraguna, responsabile dell’associazione “Insieme per San Nicola – Venezia“, affronterà il tema “Venezia e il respiro del Mare, la Sensa“. L’intervento successivo vedrà protagonista la ricercatrice Patrizia Lucchi Vedaldi con una relazione su “Il Doge Pietro Orseolo II e la sua potente flotta contro i pirati”. Chiuderà il programma Francesco Ciriolo, avvocato e divulgatore storico, che tratterà “Alleanze e rapporti politico-commerciali tra Venezia e Bari dal IX al XVII secolo“.

«La Vidua Vidue rappresenta il simbolo di un legame millenario tra Bari e Venezia, costruito su alleanze, contrasti e scambi culturali», commenta Vito Giordano Cardone, presidente della Fondazione Nikolaos. «Rievocare questa storia significa valorizzare le nostre radici e rafforzare l’identità della nostra città».

Locandina del convegno
Locandina del convegno
Presentazione del convegno
Presentazione del convegno

L’incontro è organizzato da Fondazione Nikolaos e Cavalieri di san Nicola in collaborazione con Museo Civico di Bari, Associazione Mondo Antico e Tempi Moderni Onlus di Bari e Associazione insieme per San Nicola di Venezia, con lo scopo di valorizzare le tradizioni storiche e popolari che hanno contribuito a forgiare l’identità culturale di Bari.

Nel corso dell’anno 1002 (secondo altre fonti storiografiche il 1003 o il 1004), la città di Bari versava in condizioni critiche. Per quasi sei mesi, da maggio fino all’autunno inoltrato, le mura barese si trovavano sotto il costante assalto delle forze saracene, che controllavano il mare e minacciavano l’integrità stessa della comunità urbana. Questo assedio rappresentava un momento cruciale nella storia del Meridione italiano, poiché Bari rivestiva un’importanza strategica fondamentale per il controllo dei traffici commerciali e dei presidi militari nell’Adriatico.

La svolta decisiva giunse grazie all’intervento determinante della flotta veneziana, guidata dal doge Pietro Orseolo II, figura di straordinaria importanza nella storia della Serenissima. L’armata veneziana, composta da circa cento galere, rappresentava uno spiegamento di forze impressionante per l’epoca e testimonia l’importanza che Venezia attribuiva alla preservazione degli interessi nel territorio pugliese. L’arrivo di questa flotta liberatrice non fu semplicemente un atto di solidarietà militare, ma rifletteva piuttosto una strategia politica ben calcolata, volta a consolidare il controllo veneziano sulle rotte commerciali orientali e a limitare l’espansione dell’elemento saraceno nel Mediterraneo centrale.

Uno degli aspetti più affascinanti di questo episodio storico risiede nella sua trasformazione in tradizione popolare. Nel corso dei secoli, il ricordo della liberazione si è trasfigurato in una pratica rituale conosciuta come “Vidua Vidue“, le cui origini folkloristiche risalgono ai primi decenni del Novecento, sebbene affondino le radici in una tradizione orale molto più antica. Secondo la ricostruzione storiografica e popolare, quando i baresi scorsero finalmente le navi veneziane giungere dal mare, la gioia e il sollievo furono tali che la popolazione si riversò sulla via delle Mura, oggi conosciuta come via Venezia, gridando ripetutamente “la vì, la vì” – “la vedi, la vedi” – in segno di saluto e riconoscenza verso i soccorritori giunti da Venezia. Queste acclamazioni, nate in un momento di esaltazione collettiva, si trasformarono nel corso del tempo in una vera e propria espressione di saluto rituale, carica di significati religiosi e comunitari.

La Vidua Vidue assunse così il carattere di un’usanza celebrativa di forte rilevanza spirituale, che trovava la sua manifestazione più solenne in una processione organizzata nel giorno dell’Ascensione. Contemporaneamente a Venezia, si celebrava la celeberrima Festa della Sensa, lo Sposalizio del Mare, una celebrazione nel corso della quale il doge di Venezia simbolicamente sposava il mare, gettando un anello nelle acque adriatiche per sigillare il dominio veneziano sulle rotte marittime.

Durante il primo decennio dell’undicesimo secolo, Bari rappresentava un centro urbano di notevole importanza, animato da una comunità composita caratterizzata da una vivacità commerciale e da una intensa vita religiosa. La cittadinanza era consapevole dell’importanza strategica della propria sede, consacrata sin dall’epoca dell’Impero Romano, e della necessità di mantenere i contatti con i centri di potere del Mediterraneo. Nel 1002, la vita quotidiana a Bari era scandita dal ritmo dei mercati, dalle cerimonie ecclesiastiche presso la cattedrale, dalle attività portuali e dalla necessaria vigilanza verso le minacce provenienti dal mare. L’arrivo della flotta veneziana non fu semplicemente un evento militare, ma un momento che trasformò la percezione collettiva della comunità urbana, che si vide trasportata dal terrore dell’assedio all’euforia della liberazione.

Questo convegno rappresenta un’occasione preziosa per riscoprire come due città affacciate sullo stesso mare abbiano intessuto relazioni complesse, fatte di alleanze strategiche, scambi commerciali intensi e reciproche influenze culturali che attraversano i secoli. Un legame millenario che merita di essere riscoperto e celebrato dalle nuove generazioni, affinché la memoria di quegli eventi straordinari continui a illuminare il presente e a rafforzare l’identità culturale dei nostri territori adriatici.

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