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L’Opera di Tresoldi a Bari: Un Ponte tra Storia Millenaria e Arte Contemporanea

Modello opera di Tresoldi a Bari
Maria Silvia Quaranta

di M. Siranush Quaranta

Bari Vecchia, cuore pulsante della città, si prepara ad accogliere un’opera monumentale destinata a ridefinire il suo skyline e a creare un ponte suggestivo tra un passato millenario e l’arte contemporanea. Ieri, 3 luglio 2025, nella chiesa di San Francesco della Scarpa, è stato presentato il modello in scala dell’installazione di Edoardo Tresoldi, l’artista di fama internazionale scelto per dare nuova vita all‘area archeologica di San Pietro, un sito che racchiude quasi quattromila anni di storia ininterrotta. Questo progetto, promosso dal Ministero della Cultura – Segretariato Regionale per la Puglia, segna un momento cruciale nella valorizzazione del patrimonio culturale barese, trasformando un luogo di memoria in un’esperienza visiva ed emozionale unica.

Maria Piccarreta, Edoardo Tresoldi, Vito Leccese e Paola Romano
Maria Piccarreta, Edoardo Tresoldi, Vito Leccese e Paola Romano

La presentazione del modello, avvenuta in anteprima per la stampa con la presenza del sindaco Vito Leccese, del prefetto dott. Francesco Russo, del rettore uscente dell’Università degli Studi Aldo Moro di Bari Stefano Bronzini, dell’architetto Maria Piccarreta, Segretario regionale del MiC Puglia, e dello stesso Edoardo Tresoldi, ha anticipato la successiva apertura al pubblico nella chiesa di San Francesco della Scarpa. La serata si è conclusa con una grande festa di buon auspicio in Piazza San Pietro, un tempo scenario di eventi difficili e oggi pronta a riscoprire la propria identità; un evento che ha unito la comunità di Bari vecchia, rappresentanti istituzionali e gli artisti, accompagnato da musica dal vivo e dall’entusiasmo per un futuro di rinascita.

L’area di San Pietro è un giacimento archeologico di inestimabile valore. Le campagne di scavo, succedutesi sin dall’inizio del secolo scorso e culminate a maggio 2024, hanno rivelato una stratificazione sorprendente che va dall’Età del Bronzo (II millennio a.C.) fino agli anni ’60 del Novecento. Questo luogo è la radice più antica di Bari, il punto da cui la città è cresciuta e si è estesa nel corso dei millenni. A differenza del celebre intervento di Tresoldi a Siponto, il sito di San Pietro presenta una complessità archeologica molto maggiore. Nel corso dei secoli, ha attraversato innumerevoli fasi di vita, con diverse destinazioni d’uso, strutture ed edifici che si sono succeduti. Tra le fasi più recenti e meglio conservate, si evidenzia un luogo di culto cristiano altomedievale, successivamente ricostruito in forme romaniche e poi ampliato. Nell’Ottocento, l’intero complesso subì una trasformazione in edificio civile, ospitando infine l’Ospedale Consorziale, demolito nel 1969 a seguito dei gravissimi danni subiti durante la Seconda Guerra Mondiale. Nonostante la demolizione, la memoria dell’ospedale e delle antiche strutture sacre è rimasta vivida nell’immaginario collettivo degli abitanti di Bari vecchia, tramandata attraverso ricordi, aneddoti e leggende urbane. Questo profondo legame sentimentale tra la comunità e i resti di San Pietro ha giocato un ruolo fondamentale nell’ideazione dell’opera di Tresoldi.

Il progetto di valorizzazione del Segretariato Regionale del MiC Puglia mira a restituire alla comunità l’immagine dei volumi degli edifici esistiti nel sito a partire dal Medioevo, basandosi sui rigorosi risultati delle ricerche archeologiche. A tal fine, è stato scelto di affidarsi al linguaggio poetico dell’arte contemporanea, e in particolare alla visione di Edoardo Tresoldi, vincitore di una gara internazionale. Tresoldi, noto per le sue sculture in rete metallica che evocano strutture architettoniche attraverso la trasparenza e la luce, si è confrontato con la complessa stratificazione di San Pietro. La sua opera non è solo una ricostruzione fisica, ma anche un tentativo di dare forma all’assenza, di evocare ciò che è stato pur non essendo più visibile. L’artista ha analizzato planimetrie, rilievi, mappe, relazioni di scavo e documenti d’archivio, nutrendosi anche delle narrazioni e dell’immaginario della comunità. Ha compreso che, al centro di tutto, nel terreno e nella memoria comune, sopravvive la Chiesa e il culto dedicato a San Pietro. La sua installazione, dunque, restituirà ai luoghi “forma e anima”.

Maria Piccarreta con Edoardo Tresoldi
Maria Piccarreta con Edoardo Tresoldi

Come ha sottolineato l’arch. Maria Piccarreta, Segretario Regionale del MiC Puglia, artefice di questo progetto, l’installazione di Tresoldi è la fase conclusiva di un lungo percorso di studi scientifici: “Quello che si vede è frutto di anni di studio, di sopralluoghi, di scavi, di sudore e di abnegazione. All’artista il compito di restituirci la storia del primo nucleo dell’antica Bari. Voglio ringraziare anche gli abitanti di Bari vecchia con i quali si è creato un rapporto cordiale e sincero nella condivisione dell’attesa e nell’emozione di vedere giorno dopo giorno l’evoluzione dell’area.”

La scelta di affidarsi all’arte contemporanea per un sito archeologico è il risultato di una profonda riflessione interdisciplinare. L’arch. Francesco Longobardi, progettista e direttore dei lavori del Progetto di Valorizzazione, ha spiegato che l’obiettivo è consentire una lettura volumetrica degli edifici meglio conservati nelle fondazioni, proiettandone in elevato i perimetri messi in luce dalle indagini archeologiche. L’installazione di Tresoldi risponde alle esigenze di rigore scientifico, coerenza con i principi del restauro e comunicazione efficace per il grande pubblico. Per Ebe Chiara Princigalli, direzione scientifica e coprogettazione del Ministero della Cultura, “oggi stiamo mostrando a tutti il modello che rappresenta l’esito di una lunga fase di elaborazione del progetto di valorizzazione dell’area archeologica di San Pietro. Si tratta di un’opera d’arte che non presenta delle forme inventate, ma ha le sue radici strutturali esattamente corrispondenti alla planimetria dei resti archeologici che abbiamo scavato a San Pietro in un arco di tempo lunghissimo. Infatti, qui si è scavato per circa un secolo, e negli ultimi vent’anni sono venute fuori delle strutture che si è deciso di mettere in mostra e di condividere con tutti, e soprattutto con la città in un modo comprensibile e intuitivo. Ma è anche uno strumento di ricostruzione e di riproposizione dei volumi, che è rigoroso sotto il profilo scientifico”.

L'architetto Tresoldi accanto al modello del suo lavoro
L’architetto Tresoldi accanto al modello del suo lavoro

L’opera di Tresoldi, con i suoi circa 25 metri d’altezza che iniziano a prendere forma nel cantiere, racconterà la storia di San Pietro attraverso profili e sagome trasparenti, giochi di linee e luci. Lo stesso architetto ha descritto l’opera come “una cascata di archeologia, di rete, di luci e di emozioni”, un “dialogo tra ciò che siamo stati e ciò che siamo ora”, intendendo evocare una presenza che tutti possono riconoscere pur non avendola mai vista, dando forma a una visione che risponde a domande esistenziali. San Pietro è un luogo antico che non ha mai smesso di trasformarsi, dove la materia si è fatta e disfatta più volte, raccontando l’evoluzione della città e il rapporto con il sacro. “E’ un momento importante, perché finalmente dopo quattro anni di lavoro stiamo presentando il progetto per l’area di San Pietro, con un modellino nella chiesa di San Francesco che mostra e rappresenta quella che sarà la costruzione che stiamo realizzando in questo momento sul sito di San Pietro” ha concluso Tresoldi.

L'installazione di Tresoldi nell'area di San Pietro
L’installazione di Tresoldi nell’area di San Pietro

L’intervento a San Pietro, insieme al Museo Archeologico di Santa Scolastica e ai resti di Santa Maria del Buon Consiglio, contribuirà a far cadere quel “muro invisibile” che ha isolato l’area per anni. L’opera di Edoardo Tresoldi a Bari rappresenta quindi molto più di una semplice installazione artistica; è un atto di rigenerazione urbana, un omaggio alla memoria collettiva e un faro per il futuro, unendo la profondità della storia barese alla leggerezza e alla visione dell’arte contemporanea. Bari si appresta a vivere un’esperienza unica, un viaggio tra passato e futuro, in cui la rete metallica e la luce daranno corpo e anima alla memoria di un luogo sacro, trasformando un’assenza in una presenza indimenticabile.

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