Presentazione del volume “Confesser la foi” di Don Antonio Lattanzio Cultura Libri 28 Maggio 202529 Maggio 2025 di Anna Materi Il giorno 23 maggio u.s. si è svolta, presso la sede dell’Alliance Française a Bari, la presentazionedel volume “Confesser la foi”, di Don Antonio Lattanzio, ed. Catholic University of Paris. Eranopresenti Joel Molinaro, Professore emerito di Teologia pratica presso dell’Università Cattolica diParigi, il Prof. Chiarello, Ordinario di Sociologia presso l’Università “Aldo Moro” di Bari, DarioPatruno, giornalista. Il teologo Lattanzio è docente presso l’Istituto Superiore di Pastorale Catechetica, membro associato del gruppo di ricerca “Riti e Spiritualità” e responsabile del MEDI- Ufficio Ecumenismo eDialogo Interreligioso dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto.I saluti di S.E. Mons. Satriano, Arcivescovo di Bari – Bitonto ci ricordano che “Confessare la fede è una postura esistenziale, laddove la fede viene vissuta come percorso di dialogo con la realtà.Quando la fede è una realtà vibrante, diventa una esperienza di vita e il tema del meticciato ci fa capire che non è la purezza della fede ad essere salvata, ma il suo intersecarsi con tante realtàdiverse, al punto che è necessario recuperare l’ambito educativo della pace se vogliamo approcciarci al meticciato”.L’intervento del Prof. Molinario è stato in gran parte centrato sulla volontà di una comune azione ecclesiale, intesa come dialogo sociale teologico che porti ad una completa teologia pastorale.Il Prof. Lattanzio, nel presentare l’opera, ha precisato che nel dialogo di spunto antropologico e sociologico è nato un “qualcos’altro” che non si poteva immaginare. “La teologia e l’antropologia quando entrano in contatto e iniziano a dialogare tra loro, creano un nuovo orizzonte di dialogo, una nuova maniera di fare teologia, un nuovo metodo teologico oltre che un nuovo metodo antropologico e sociale”. Il sociologo Prof. Chiarello ha evidenziato le componenti sociologiche della teologia cheintervengono nell’opera. “La fede professata, da cui deriva tutto, è quindi davvero confessare lafede, in una questione di umiltà senza alcun riferimento arrogante. Già dal titolo “Confessare lafede” si intravede un percorso di teologica pratica, come paradigma teologico che legittima sestesso con i gruppi sociali con i quali viene a contatto. Tale paradigma teologico non nasce da sé,ma diventa tale se riconosciuto dalla comunità a cui fa riferimento. Nel tempo i gruppi sociali sonodiventati molteplici e più aperti alle contaminazioni, pertanto la fede si deve mettere alla provacon questi nuovi gruppi sociali. Nella globalizzazione i gruppi sociali si intrecciano tra loro e la fedenon può quindi imporsi ad essi, ma deve legittimarsi in una prospettiva dialogante. L’approcciodella teologia pratica è estremamente produttivo perché nella relazione dialogica, prima ancora ditrasformare gli altri, trasformiamo noi stessi. Il dialogo deve trasformare il multiculturalismo ininterculturalismo, inteso come interazione tra gruppi sociali, passaggio dalla accettazione dell’altroalla accettazione della diversità dell’altro, passaggio quindi dalla tolleranza alla solidarietà”. Lattanzio pone in luce che la maniera di rivelarsi di Dio è il dialogo, quindi la teologia deve entrarein contatto con le altre scienze attraverso il dialogo. Il fine della teologia, avendo una naturadialogale, diventa uno spazio di confronto tra le varie discipline. Quindi dalla interdisciplinarietà siarriva alla transdisciplinarietà che va al di là dei singoli saperi e ne crea uno nuovo.Confessare la fede che non sia a disposizione di una esperienza umana, decontestualizzandoquindi la teologia pratica, serve a ben poco. Le parole chiave di ogni dialogo rimangono “contesto”ed “esperienza”, al punto che il pensiero di Audinet, professore di teologia pratica a cui il libro fariferimento, ci porta ad una visione “ampia” della fede, tanto che il gruppo chiesa vienericonosciuto, all’interno del gruppo di comunità, come esperienza di condivisione.La “missione” diventa quindi dialogante e non solo dialogale cosicchè, nell’incontro delle diverseesperienze di fede e di vita, si possa riconoscere la rivelazione di Dio nel dialogo. 27 maggio 2025