Al Museo Karen Demirchyan di Yerevan inaugurata la mostra “Epopea eroica” mostra Notizie dal Mondo Storia 22 Maggio 202522 Maggio 2025 di M. Siranush Quaranta Il Museo Karen Demirchyan di Yerevan ha recentemente inaugurato la mostra dal titolo “Epopea eroica”, dedicata all’80° anniversario della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica, conosciuta in Occidente come la Seconda Guerra Mondiale. Il vernissage ha anche coinciso con l’apertura dell’evento culturale “Notte al museo”, organizzato in concomitanza con la Giornata Internazionale dei Musei dell’Armenia 2025. Questa esposizione riveste una grande importanza storica e culturale, rappresentando un tributo specifico al contributo degli armeni durante il conflitto. L’Armenia, all’epoca Repubblica Sovietica, vide decine di migliaia dei suoi cittadini partire per il fronte, con molti che si distinsero per atti di eroismo e coraggio straordinari. La mostra presenta una collezione eccezionale di materiali storici autentici, provenienti dal periodo bellico. Tra i reperti vi sono: documenti d’archivio che raccontano episodi e battaglie chiave; fotografie scattate durante la guerra, molte delle quali inedite, che offrono uno sguardo diretto sulle condizioni del fronte e della vita civile; lettere a forma di triangolo (triangolari), tipiche corrispondenze dal fronte sovietico, che raccontano emozioni, sofferenze e speranze dei soldati; uniformi militari e oggetti personali di combattenti armeni, tra cui armi, medaglie e accessori del vestiario; materiale fornito dalla “Moscow House International Cultural and Business Center” a Yerevan, tra cui una sezione fotografica intitolata “La guerra nella storia del mio Paese”, focalizzata sul contributo degli armeni alla vittoria; oggetti e documenti prestati dal Museo Storico-Militare “Madre Armenia”, sempre della capitale armena. Due uniformi presenti nella mostra Un’attenzione particolare è stata riservata a due capi d’uniforme simbolici: il soprabito del colonnello Mikayel Sirunyan, comandante del 390° reggimento fucilieri della 89ª divisione Taman, e la giacca militare del colonnello Nerses Baloyan, comandante della 261ª divisione fucilieri. Questi oggetti, carichi di significato, sono stati gentilmente donati dai loro discendenti ed esposti come testimonianza tangibile del contributo armeno alla guerra. Durante la cerimonia di apertura, il direttore del Museo Vahagn Mamyan ha evidenziato l’importanza del ricordo storico, sottolineando come la celebrazione dell’80° anniversario della Vittoria non si esaurisce nel giorno del 9 maggio, data ufficiale, ma è vissuta per tutto l’anno come un periodo di riflessione, studio e memoria. Mamyan ha rimarcato il ruolo significativo che il popolo armeno ha avuto nella vittoria sovietica, e ha dichiarato che la rassegna non è solo un omaggio ai veterani, ma anche una risposta alle moderne tendenze di falsificazione della storia. “Sono fiducioso che questa mostra ci permetterà di rivivere gli episodi e le pagine eroiche della lotta disinteressata e della coraggiosa vittoria del popolo sovietico”, ha concluso Vahagn Mamyan. Anche Tamara Sirunyan, direttrice della Fondazione Karen Demirchyan, e Hayk Melikyan, direttore della Casa di Mosca a Yerevan, hanno ribadito la necessità di conservare e tramandare la verità storica. Entrambi hanno evidenziato che la guerra non fu solo una vittoria, ma anche una tragedia che toccò quasi ogni famiglia sovietica. La loro missione, hanno dichiarato, è quella di trasmettere ai giovani le lezioni del passato per prevenire futuri conflitti simili. Tamara Demirchyan con gli altri intervenuti alla cerimonia di apertura L’evento ha visto la partecipazione di rappresentanti dell’Ambasciata Russa in Armenia, di organizzazioni pubbliche e personalità del mondo della cultura. La loro presenza ha conferito un tono solenne e ufficiale all’iniziativa, rafforzando l’importanza del legame storico tra Armenia e Russia nell’ambito della memoria della Seconda Guerra Mondiale. Durante l’inaugurazione, è stato inoltre proiettato il film documentario “Nelson”, dedicato al pilota Nelson Stepanyan, due volte insignito del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica. Il film racconta la sua carriera militare, le missioni aeree di grande pericolo, e il suo ruolo chiave nella resistenza contro le forze naziste. La figura di Stepanyan è diventata un simbolo dell’eroismo armeno, non solo in Armenia, ma nell’ex Unione Sovietica. La Grande Guerra Patriottica (1941-1945) è uno dei capitoli più dolorosi e gloriosi della storia armena del XX secolo. Più di 600.000 armeni parteciparono al conflitto, e circa la metà di loro non fece ritorno. Il popolo armeno non contribuì solo con uomini e donne nelle file dell’esercito, ma anche con una massiva produzione industriale, supporto logistico e attività di resistenza nei territori occupati. Le divisioni armene si distinsero in numerose battaglie decisive, tra cui la liberazione del Caucaso, la battaglia di Stalingrado e l’assedio di Berlino. Numerosi ufficiali e soldati armeni ricevettero riconoscimenti e medaglie per il loro valore. Molti diventarono Eroi dell’Unione Sovietica, la massima onorificenza militare del tempo. In un periodo in cui le narrazioni storiche vengono spesso strumentalizzate o distorte, la mostra “Epopea eroica” assume un significato ancora più rilevante. Non è solo una rievocazione del passato, ma anche un atto di resistenza culturale contro l’oblio e la riscrittura della storia. Attraverso l’esposizione di reperti autentici, la proiezione di film documentari e l’organizzazione di eventi paralleli, il Museo Karen Demirchyan si pone come presidio della memoria collettiva armena e sovietica. Il Museo, fondato il 9 gennaio 2001, è dedicato alla figura dello statista armeno Karen Demirchyan, ucciso nella strage del 27 ottobre 1999 nel Parlamento armeno. L’iniziativa si inserisce in un più ampio movimento internazionale per la salvaguardia del patrimonio immateriale della Seconda Guerra Mondiale. Ricordare il contributo delle Repubbliche Sovietiche, come l’Armenia, serve anche a bilanciare una narrazione eurocentrica spesso dominante, restituendo dignità e riconoscimento a milioni di combattenti provenienti da territori oggi indipendenti. La mostra rappresenta molto più di una semplice esposizione museale: è un monumento vivo alla memoria di un’intera generazione che ha combattuto per la libertà e la sopravvivenza della propria patria. È anche un invito rivolto alle giovani generazioni a conoscere, comprendere e onorare il passato, affinché le tragedie della guerra non si ripetano. Attraverso l’arte, i documenti storici e il cinema, la mostra riesce a connettere il passato con il presente, facendo riflettere sulle conseguenze della guerra, sul valore della pace e sull’importanza della solidarietà tra i popoli. In un mondo in cui la memoria rischia spesso di essere dimenticata o strumentalizzata, iniziative come questa riaffermano con forza il ruolo fondamentale della verità storica come base della civiltà e della giustizia.