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Intronizzazione di Leone XIV sotto il Segno dell’Unità e della Speranza

Intronizzazione Leone XIV
Maria Silvia Quaranta

di M. Siranush Quaranta

Una folla oceanica, stimata in circa 200.000 fedeli provenienti da ogni parte del mondo, ha gremito Piazza San Pietro in questa storica domenica 18 maggio, per assistere all’insediamento di Sua Santità Leone XIV. L’emozione palpabile tra i presenti, unita alla partecipazione di oltre 150 delegazioni ufficiali in rappresentanza di nazioni e confessioni religiose, ha reso la cerimonia un potente simbolo di unità e speranza per il futuro della Chiesa Cattolica e del mondo intero.

Piazza San Pietro ha fatto da cornice all’arrivo del nuovo Pontefice, acclamato calorosamente sin dal suo ingresso sulla papamobile poco dopo le 9:00, per dirigersi verso la Basilica.

Patriarchi delle Chiese Orientali in San Pietro
Patriarchi delle Chiese Orientali in San Pietro
I Patriarchi e il Papa in preghiera alla tomba di Pietro
I Patriarchi e il Papa in preghiera alla tomba di Pietro

La cerimonia di intronizzazione, ricco di significati simbolici e antiche tradizioni, ha avuto vari momenti particolarmente intensi. Il rito ha preso avvio nella Basilica vaticana, dove il Pontefice ha sostato in preghiera presso la tomba di San Pietro. Questo gesto, compiuto in raccoglimento e profonda spiritualità, ha rappresentato un ideale filo conduttore con il primo degli Apostoli, fondamento della Chiesa. Ad accompagnare il Santo Padre in questo luogo sacro vi erano i Patriarchi delle Chiese Orientali (tra questi il patriarca armeno Bedros Raphael XXI Minassian), un segno tangibile del desiderio di Leone XIV di promuovere l’unità tra tutti i cristiani. La loro presenza congiunta alla tomba di Pietro ha rappresentato un potente messaggio di dialogo e di fraternità ecumenica, un auspicio per un futuro di piena comunione. Inoltre, sul sagrato era presente il patriarca armeno di Costantinopoli Sahag II Mashalyan.

Imposizione del Pallio
Imposizione del Pallio

Subito dopo la proclamazione del Vangelo si sono svolti i due riti specifici dell’inizio del pontificato: l’imposizione del Pallio da parte del cardinale diacono Mario Zenari (nunzio in Siria), e la consegna dell’Anello del Pescatore da parte del cardinale Luis Antonio Tagle. Il Pallio è una stola di lana bianca, ornata da sei croci nere, che viene conferita al Pontefice e ai metropoliti come segno della loro speciale responsabilità pastorale e della loro comunione con la Sede di Pietro. Questo simbolo antichissimo richiama la figura del buon pastore che porta sulle spalle la pecora smarrita e sottolinea il ruolo del Papa come pastore universale della Chiesa. L’imposizione del Pallio a Leone XIV è stata un momento di grande intensità spirituale, che ha sottolineato il legame indissolubile tra il nuovo Pontefice e la tradizione apostolica.

Consegna dell'Anello del Pescatore
Consegna dell’Anello del Pescatore

L’Anello del Pescatore, un anello d’oro raffigurante San Pietro che getta le reti, simboleggia l’autorità del Pontefice come successore di Pietro, il pescatore di uomini. Questo anello viene tradizionalmente indossato dal Papa e utilizzato per sigillare i documenti pontifici. La consegna dell’Anello del Pescatore a Leone XIV ha rappresentato l’investitura formale del suo ruolo di guida della Chiesa universale. Questi simboli tangibili hanno reso ancora più concreto e visibile il passaggio di testimone e la continuità della missione petrina.

Leone VIX @vaticannews.va
Leone VIX @vaticannews.va

Durante l’Omelia il Papa ha detto” Sono stato scelto senza alcun merito e con timore e tremore, vengo a voi come un fratello che vuole farsi servo della vostra fede e della vostra gioia, camminando con voi sulla via dell’amore di Dio, che ci vuole tutti uniti in un’unica famiglia”. Ha poi continuato:” Amore e unità: queste sono le due dimensioni della missione affidata a Pietro da Gesù (…). Questo, fratelli e sorelle, vorrei che fosse il nostro primo grande desiderio: una chiesa unita, segno di unità e di comunione, che diventi fermento per un mondo riconciliato. In questo nostro tempo, vediamo ancora troppa discordia, troppe ferite causate dall’odio, dalla violenza, dai pregiudizi, dalla paura del diverso, da un paradigma economico che sfrutta le risorse della Terra ed emargina i più poveri. (…). Con la luce e la forza dello Spirito Santo, costruiamo una Chiesa fondata sull’amore di Dio e segno di unità, una chiesa missionaria che apre le braccia al mondo, che annuncia la Parola, che si lascia inquietare dalla storia, e che diventa lievito di concordia per l’umanità”. Nell’Omelia il Papa ha ricordato il periodo intenso appena trascorso, con la morte di Papa Francesco che “ha riempito di tristezza il nostro cuore”.  

Al termine della solenne Liturgia, Leone XIV prima della recita del Regina Coeli, ha nuovamente ricordato come “durante la messa ho sentito forte la presenza spirituale di Papa Francesco, che dal cielo ci accompagna. (…). Nella gioia della fede e della comunione non possiamo dimenticare i fratelli e le sorelle che soffrono a causa delle guerre. A Gaza i bambini, le famiglie, gli anziani sopravvissuti sono ridotti alla fame, nel Myanmar nuove ostilità hanno spezzato giovani vite innocenti. La martoriata Ucraina attende finalmente negoziati per una pace giusta e duratura”.

Il saluto tra il Papa e il presidente armeno Khachaturyan
Il saluto tra il Papa e il presidente armeno Khachaturyan

La presenza di oltre 150 delegazioni ufficiali ha testimoniato l’importanza universale dell’evento. Capi di Stato, rappresentanti di governi, leader religiosi di diverse confessioni e personalità di spicco del mondo della cultura e della società civile hanno voluto rendere omaggio al nuovo Pontefice e manifestare il loro rispetto per la Chiesa Cattolica. Tra le personalità presenti il vicepresidente americano JD Vance, il segretario di Stato Marco Rubio, i reali di Spagna, del Belgio, di Monaco, per la Russia la ministra della cultura Olga Ljubimova, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il Presidente della Repubblica di Armenia Vahagn Khachaturyan e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Quest’ultimo è stato successivamente ricevuto in Udienza dal Pontefice, come anche la Presidente della Repubblica peruviana Dina Ercilia Boluarte Zegarra.

Questo variegato mosaico di presenze ha sottolineato il ruolo della Chiesa come interlocutore globale e la sua capacità di dialogare con il mondo contemporaneo. Le delegazioni hanno portato con sé i saluti e gli auguri dei loro rispettivi popoli, offrendo a Leone XIV un quadro della complessità e della ricchezza del mondo in cui è chiamato a svolgere il suo ministero, ed un segno di riconoscimento del suo ruolo spirituale e morale. La folla che ha gremito Piazza San Pietro ha rappresentato il cuore pulsante di questa giornata storica. Fedeli provenienti da ogni continente, animati da una profonda fede e da un grande affetto per il nuovo Pontefice, hanno partecipato con entusiasmo e devozione alla cerimonia. L’inizio del pontificato di Leone XIV si configura come un nuovo capitolo di speranza per la Chiesa Cattolica e per il mondo intero. Le sue parole e i suoi gesti in questo giorno di intronizzazione, la palese emozione che più volte ha attraversato il suo volto, hanno tracciato un solco profondo, indicando un cammino all’insegna del dialogo, della fraternità e dell’attenzione agli ultimi: la Chiesa ha abbracciato il suo nuovo Pastore, pronta a seguirlo con fede e amore nel solco tracciato da Cristo.

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