Quando Papa Francesco nel 2016 visitò l’Armenia Cronaca Religione 23 Aprile 202523 Aprile 2025 di M. Siranush Quaranta Papa Francesco, scomparso il 21 aprile 2025, ricordato come il Papa della pace, ha sempre avuto un pensiero particolare e sincero verso l’Armenia e il suo popolo. Già nel 2014, un anno dopo la sua elezione a Papa, Francesco aveva incontrato a Roma Karekin II, il Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni, per cercare di avviare un dialogo ecumenico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa Apostolica armena. Ma altri incontri ci sono stati nel 2015, nel 2016, nel 2018, nel 2020 e 2021: l’obiettivo mirava a rafforzare i legami fraterni tra le due Chiese, promuovere l’unità dei cristiani e discutere questioni di interesse comune, come la pace nel mondo, la situazione dei cristiani in Medio Oriente, il dialogo ecumenico, la commemorazione del Genocidio armeno (avvenuta con un messa in Vaticano nel 2015 nel centenario dell’eccidio, come forma di difesa della verità e della giustizia da parte della Chiesa, in continuità con le precedenti dichiarazioni di Papa Giovanni Paolo II). Francesco ebbe il coraggio di chiamare apertamente lo sterminio di un milione e mezzo di armeni da parte dell’Impero Ottomano con la parola “Genocidio”. Questi incontri hanno rappresentato un importante passo avanti nel dialogo tra la Chiesa cattolica e la Chiesa apostolica armena, due antiche Chiese cristiane con una ricca storia e tradizione. Papa Francesco e Karekin II in Armenia nel 2016 Nel 2016 (dal 24 al 26 giugno) questo scambio nel segno della pace e della fraternità è culminato con la storica visita di Papa Francesco in Armenia, un evento di grande significato, caratterizzato da momenti di profonda spiritualità, comprensione, dialogo e ammissione del Genocidio. Infatti, Papa Francesco ha ribadito apertamente e chiaramente il riconoscimento del Genocidio armeno, un evento che ha segnato profondamente la storia del popolo armeno. Questa dichiarazione, già espressa in precedenza, ha avuto nella terra armena un forte impatto emotivo e simbolico. Inoltre, durante la visita al Memoriale di Tzitzernakaberd, dedicato alle vittime del Genocidio, il Papa ha reso omaggio alla loro memoria, sottolineando l’importanza del ricordo per costruire un futuro di pace: in quell’occasione pose una corona di fiori e s’inchinò davanti alla fiamma eterna. Importante è stato l’incontro con il Catholicos Karekin II, patriarca della Chiesa apostolica armena, che ha rappresentato un momento centrale della visita. I due leader religiosi hanno sottolineato l’importanza del dialogo ecumenico e della collaborazione tra le Chiese cristiane, firmando una dichiarazione congiunta che ha sancito l’impegno comune per la pace, la giustizia e la riconciliazione. I due leader religiosi a Khor Virap Una tappa significativa durante il viaggio apostolico di Papa Francesco è stata la visita al monastero di Khor Virap, situato ai piedi del monte Ararat, data l’importanza storica e religiosa del luogo. Il monastero è legato alla storia di San Gregorio Illuminatore, che fu imprigionato in un pozzo (Khor Virap significa “pozzo profondo”) per 13 anni prima di convertire il re Tiridate III al cristianesimo, rendendo l’Armenia la prima Nazione ad adottare il cristianesimo come religione di stato nel 301 d.C. A sancire questa visita Papa Francesco e il Catholicos Karekin II, dopo aver pregato insieme nel monastero, come gesto simbolico di pace, hanno liberato due colombe verso il monte Ararat: la liberazione delle colombe ha rappresentato un appello alla pace nella regione, mentre la preghiera nel luogo in cui San Gregorio Illuminatore ha sofferto, e poi portato la luce del Vangelo, ha avuto un forte significato ecumenico. La presenza di Papa Francesco a Khor Virap è stato un evento di profonda importanza spirituale, sottolineando il desiderio di pace e riconciliazione. Durante la sua permanenza in Armenia il Pontefice, attraverso i suoi discorsi, ha lanciato appelli alla pace e alla riconciliazione, incoraggiando armeni e turchi a superare le divisioni del passato. Egli ha inoltre esortato la comunità internazionale a impegnarsi per la risoluzione pacifica dei conflitti nella regione. Il Papa ha più volte ricordato e citato San Gregorio di Narek, Dottore della Chiesa, sottolineando l’importanza della millenaria cultura armena. Il viaggio in terra armena è stato un percorso tra fede, memoria e speranza, caratterizzato da momenti di intensa preghiera e celebrazioni liturgiche, incarnando la missione papale di colmare le divisioni e difendere la giustizia, che hanno rafforzato il legame spirituale con il popolo armeno. La celebrazione della Santa Messa a Gyumri, e la preghiera ecumenica per la pace nella piazza della Repubblica di Yerevan, sono stati momenti di grande coinvolgimento popolare. Come anche la partecipazione alla Divina Liturgia nella Cattedrale armeno-apostolica di Etchmiadzin, cuore spirituale della chiesa apostolica, in quanto sede del Catholicos, e la città più sacra dell’Armenia. Durante il messaggio Urbi et Orbi di Papa Bergoglio nella domenica di Pasqua di quest’anno, il giorno prima del suo decesso, ricordando l’amato popolo armeno Egli cita: “In questo giorno di festa pensiamo al Caucaso Meridionale e preghiamo affinché si giunga presto alla firma e all’attuazione di un definitivo Accordo di pace tra l’Armenia e l’Azerbaigian, che conduca alla tanto desiderata riconciliazione nella Regione”. Le spoglie di Papa Francesco esposte in San Pietro Oggi il mondo intero rende onore ad un Papa che ha lasciato un segno indelebile e profondo nelle coscienze di tutti; la sua eredità risuoni nella ricerca della verità, della giustizia e della pace.