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Il Bifest inaugura alla grande: Le Assaggiatrici di Silvio Soldini accende la magia del cinema.

di Piero Fabris

Foto di Daniela Ciriello

Con la proiezione del film “Le Assaggiatrici” di Silvio Soldini il Bif&st Bari International Film&TV Festival ha tagliato il nastro della XVI edizione. Le Assaggiatrici è una pellicola tratta dall’omonimo romanzo di Rosella Postorino già nota al pubblico dei lettori per la sua scrittura magica, grazie alla quale l’immedesimazione con le ambientazioni da lei tessute diviene naturale.

La scrittrice Rosella Postorino e il regista Silvio Soldini

Nei suoi lavori vi sono specchi, panorami, storie avvolgenti sempre narrate con lucidità e raffinatezza. Non ci meraviglia se i produttori della pellicola ne siano rimasti sedotti e abbiano esclamato: “Questo libro deve divenire un film!” Ogni pagina del romanzo ispirato dalla dichiarazione di Margot Wolk che fu una delle quindici donne selezionate per assaggiare il cibo di Adolf Hitler al Wolfsschanze (tana del lupo o trincea del lupo), diviene un ricamo che interroga le coscienze di quanti si trovano a vivere in un clima d’incertezza, dove i sogni sembrano frantumarsi e le attese appaiono un continuo ingannarsi sui binari della sopravvivenza. Il film non ha tradito l’essenza del libro che ci libera dalle figure stereotipate del popolo tedesco nazista, robotizzato, massificato.

Gli attori del film Max Riemelt, Elisa Schlott e Alma Hasun

La pellicola è in lingua tedesca e in costume, le ambientazioni ben inquadrate, Il ritmo ben cadenzato dal nero ghigliottina, sul quale i mesi e gli anni scritti in bianco, ci ricordano che intanto il tempo silenziosamente scorre e non ci si abitua veramente alla propaganda di regime. Un senso di colpa e di vergogna tormenta l’animo della protagonista con il suo “contraddittorio complesso mondo interiore” dove l’istinto di sopravvivenza la spinge nelle braccia del suo aguzzino e la consapevolezza che quel porco di Hitler, così lontano dalla semplicità del suo animo, le ha rovinato la vita. La folle cupidigia di un uomo affamato di dominio può divenire delusione devastante per chi lo ha immaginato come uomo del riscatto.

Il messaggio è attualissimo, invita a riflettere sulla diffidenza di chi vive la solitudine in regimi totalitari. Nel profondo del sé, ognuno porta la propria verità, un’esperienza che è cicatrice. La grande onda della storia lascia sulla battigia del quotidiano dei sassi che, sebbene arrotondati, rimangono indigesti e ingombranti come un seme sull’orizzonte per i giorni del domani contro gli indifferenti alla tempesta. La fame delle assaggiatrici è una scommessa con la vita banalizzata da chi non guarda all’altro come a una persona da rispettare.

23 marzo 2023   

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