Presentata l’agenda europea 2025 che promuove la parità di genere. Otto Marzo e lo stile di vita europeo Attualità Europa 8 Marzo 20258 Marzo 2025 di Cinzia Santoro “Non c’è nessun motivo per cui una donna debba essere retribuita meno di un uomo, o avere norme meno elevate in materia di salute o subire violenza a causa del suo genere. Sappiamo che le società in cui le donne e gli uomini sono trattati alla pari sono migliori, più eque e più efficaci. È quindi il momento di attingere al vasto bacino di talenti e competenze di tutti, uomini e donne. L’odierna tabella di marcia dimostra il nostro forte impegno a continuare a costruire un’Unione europea della parità di genere e dei diritti delle donne.” È questa la dichiarazione della Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, all’indomani della presentazione della tabella di marcia per i diritti delle donne e della relazione 2025 sulla parità di genere. La tabella di marcia promuove l’agenda per la parità di genere e illustra una visione politica a lungo termine per far progredire i diritti delle donne. Nel 2024 nonostante siano stati compiuti importanti progressi nella legislazione con l’adozione della prima direttiva sulla lotta alla violenza contro le donne, gli impegni assunti nel quadro della dichiarazione di Pechino non sono ancora stati pienamente raggiunti. Secondo l’indice sull’uguaglianza di genere 2024 dell’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (EIGE), che rivela lo stato di avanzamento della parità di genere nell’UE, nel 2024 l’UE ha ottenuto 71 punti su 100. Inoltre, nel novembre 2024, Eurostat, l’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (FRA) e l’EIGE hanno pubblicato un’indagine dell’UE sulla violenza di genere che ha rivelato la violenza diffusa contro le donne. La Commissaria per la Parità e per la Preparazione e la gestione delle crisi Hadja Lahbib ha affermato: “Mettere in discussione la parità di genere significa mettere in discussione il progresso. La parità di genere non si discute: dovrebbe essere naturale come l’aria che respiriamo. La parità di genere è al centro dello stile di vita europeo. Questa tabella di marcia per i diritti delle donne è la nostra guida, e riflette la nostra visione di un mondo in cui le donne e le ragazze possano dirigere, prosperare e sfruttare appieno il loro potenziale, senza violenze e discriminazioni.” I punti salienti dell’agenda riguardano: 1)la libertà dalla violenza di genere 2) le norme più elevate in termini di salute per quanto riguarda l’accesso delle donne alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti. 3) la parità di retribuzione e l’emancipazione economica 4) l’equilibrio tra vita professionale e vita privata 5) pari opportunità occupazionali e condizioni di lavoro adeguate 6) un’istruzione inclusiva e di qualità 7) una partecipazione politica e una rappresentanza paritaria in tutti i settori e livelli della vita pubblica e politica 8) meccanismi istituzionali che rispettino i diritti delle donne. Otto salienti punti che mirano a promuovere l’emancipazione femminile e a conseguire la parità di genere a livello mondiale. Obiettivo sancito dalle politiche sociali della Presidente della Commissione Europea da sempre impegnata a favore di una nuova strategia per la parità di genere che rafforza i diritti delle donne in tutti i settori, dalla lotta contro la violenza di genere all’emancipazione delle donne in politica e nel mercato del lavoro, in tutta l’UE e in tutte le istituzioni dell’Unione Europea. A tal proposito Roxana Mînzatu, Vicepresidente esecutiva per i Diritti sociali e le competenze, i posti di lavoro di qualità e la preparazione ha dichiarato: “I diritti delle donne sono diritti fondamentali e sono al centro dei nostri valori europei. La strada verso la parità di genere non è mai stata diritta, ma dobbiamo continuare a proseguirla. Non si tratta solo di una lotta delle donne, ma di una responsabilità di tutti. La promozione della parità di genere rende più forti le nostre società, le nostre economie e le nostre democrazie. Non è solo la cosa giusta da fare, è la cosa intelligente da fare”. La parità tra donne e uomini è un diritto fondamentale e un valore fondante sancito nel diritto dell’UE sin dal trattato di Roma del 1957. L’odierna adozione della tabella di marcia coincide con il 30º anniversario della dichiarazione di Pechino e della piattaforma d’azione di Pechino, nel cui quadro 189 paesi, tra cui tutti gli Stati membri dell’UE, si sono impegnati a promuovere l’emancipazione femminile e a conseguire la parità di genere a livello mondiale. Dal punto di vista etico, la parità di genere è un imperativo morale, non si tratta soltanto di riconoscere diritti uguali, ma di garantire che ogni individuo possa realizzarsi pienamente, libero da stereotipi e da strutture di potere oppressive. Sono necessari strumenti critici per analizzare e smantellare le dinamiche che perpetuano la disuguaglianza, proponendo una società in cui il rispetto e la dignità di ogni persona siano al centro della convivenza. Riconoscere e sfidare le costruzioni culturali che limitano la libertà individuale è fondamentale per avanzare verso una società realmente inclusiva e giusta, in cui il genere non sia una barriera ma una delle tante sfaccettature della complessità umana. Dovremmo interrogarci profondamente sui modi in cui la società costruisce e attribuisce significati ai ruoli maschili e femminili, mettendo in discussione l’idea che tali ruoli siano naturali o predeterminati. La donna non è frutto di una natura biologica immutabile, ma il risultato di costruzioni storiche e culturali così come ha affermato Simone De Beauvoir nel suo saggio Il secondo sesso, testo sacro del femminismo, dove la filosofa s’interroga e indaga su tutte le circostanze che portano a credere all’inferiorità delle donne e agli effetti che la discriminazione di genere provoca nella vita quotidiana femminile. Benvenga dunque l’invito della Commissione Europea al Parlamento europeo, al Consiglio, agli Stati membri, alle altre istituzioni e agli altri portatori di interessi a unirsi intorno alla tabella di marcia e a proporre azioni nell’ambito delle loro competenze per fare in modo che questo impegno a livello dell’UE a favore dei diritti delle donne diventi realtà.