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Pubblicato a Bari il libro sulle monete della Puglia antica

Presentazione del volume Le monete della Puglia antica
Maria Silvia Quaranta

di M. Siranush Quaranta

Locandina dell'evento
Locandina dell’evento

Il 22 febbraio presso il Museo archeologico di Santa Scolastica di Bari è stato presentato il libro “Le monete della Puglia antica”, il primo volume della collana: “Medaglieri di Puglia – Museo archeologico di Santa Scolastica – Bari “. Il libro è dedicato alle monete emesse dalle zecche della Puglia antica dalla fine del VI al II secolo a.C., custodite nel medagliere del Museo archeologico di Santa Scolastica che consta più di 12.000 esemplari, coprendo l’intera storia della moneta dalla sua nascita sino all’età contemporanea. Si tratta del primo volume di una collana che doterà il Museo di un completo catalogo sulla prestigiosa collezione numismatica. Alla serata erano presenti Roberta Giuliani, responsabile UOC Museo Archeologico di Santa Scolastica, il Console onorario della Repubblica d’Armenia in Bari Dario Rupen Timurian, i curatori Giuseppe Sarcinelli e Adriana Travaglini, l’editore Alberto d’Andrea, Raffaella Cassano, dell’Università di Bari Aldo Moro, Alessandro Crispino, Università Pegaso.

La raccolta numismatica, inizialmente esposta nelle bacheche del vecchio museo provinciale dell’Università degli Studi di Bari, successivamente ha trovato posto al Museo. I relatori hanno sottolineato l’importanza e il fascino di queste monete, molte delle quali finora inedite o quasi sconosciute, e il valore dei volumi che oltre all’aspetto scientifico hanno lo scopo di mostrare questo tesoro nuovamente al pubblico, sia di appassionati che di visitatori del Museo, restituendolo alla comunità. Infatti, come ha ricordato Giuseppe Sarcinelli, l’intento è di pubblicare l’intero medagliere, formato da 12.000 pezzi, grazie alla collaborazione con musei nazionali e internazionali. Il primo volume studia solo le prime 1.000 monete, partendo da quelle della Puglia antica dagli inizi del V secolo a.C. sino alla romanizzazione, passando dal mondo greco a quello della Magna Grecia, all’Italia preromana, repubblicana, imperiale, per arrivare con i prossimi lavori al Medioevo sino all’Ottocento, descrivendo la numerosa distesa delle zecche pugliesi. Il focus è incentrato su Bari e sul suo hinterland, poiché oltre alla zecca barese ve n’erano ad Arpi, Ceglie, Rutigliano, Bitonto, Polignano a mare, quindi l’intera Puglia dall’estremo nord all’estremo sud. Tra queste realtà c’è Taranto le cui monete, che occupano metà del volume pubblicato, sono di una ricchezza e bellezza uniche (soprattutto quelle in argento).

Moneta della Zecca di Bari III secolo a.C.
Moneta della Zecca di Bari III secolo a.C.

Raffaella Cassano ha poi delineato il complesso contesto storico entro cui queste monete si pongono, che abbraccia un periodo che va dal IV secolo a.C. al II secolo a.C., quando le zecche diffuse in Puglia sono circa 793. In quest’epoca la regione è abitata dai dauni, dai peucezi e dai messapi, stirpi guidate da un re, e si distinguono tra di loro: i dauni abitano il nord della Puglia più interna fino a Ruvo, i peucezi la zona centrale fino a Egnazia hanno lo sbocco al mare con traffici molto intensi, e i messapi la parte meridionale completamente aperta verso il mare fino a Vereto (a poca distanza da Patù). Nel IV secolo a.C. in Puglia arriva Roma, con la creazione della prima colonia di Luceria in daunia, e ciò rappresenta il momento in cui i romani prendono possesso pian piano della regione portando tutta una serie di diritti acquisiti e le loro divinità. Poi man mano abbiamo le altre colonie, come quella di Venusia, composta da ben 20.000 persone. Naturalmente non si può dimenticare Taranto, che nasce come alleata di Roma grazie ad un trattato che definiva il dominio delle coste, ma poi la contrasta soccombendo. Come anche la colonia rilevante di Brindisi a sud della Puglia, che ha dettato una serie di leggi sull’impianto urbano, modificando i semplici insediamenti in vere e proprie città, con le successive fortificazioni. È in questo quadro che si vengono ad inserire le zecche. Per Bari proprio Santa Scolastica ne rappresenta la storia: partendo dai navigatori dell’età del bronzo, alle mura del IV secolo, sino al periodo imperiale romano e al medioevo.

Mappa delle Zecche presenti in Puglia
Mappa delle Zecche presenti in Puglia

Alessandro Crispino ha invece tracciato la storia della collezione di monete. È il 1875 quando il consiglio provinciale di Bari vota un ordine del giorno per creare una commissione speciale che si doveva occupare di monete. In realtà occorre aspettare il 1882 e soprattutto la figura di Antonio Jatta che pone le basi di una sezione numismatica all’interno del Palazzo dell’Ateneo; come presidente della commissione viene nominato Michele Mirenghi, che è un appassionato di numismatica e tra il 1890 e il 1892 fa crescere la collezione che inizialmente era costituita solo da 200 monete. Le sale che dovevano accogliere la collezione numismatica, siamo alla fine dell’800, furono affrescata appositamente e le prime vetrine facevano pendant con le monete esposte: sul soffitto sono presenti 12 tondi che rappresentano 11 delle 16 zecche pugliesi, dove trovano spazio le monete più belle e rappresentative della regione. Le tre sale che vennero allestite con vetrinette a tronco piramidale presentavano la prima le monete dell’Apulia, la seconda le monete romane e la terza quelle medievali.

Grazie a Mirenghi la collezione si amplia, ma alla sua morte c’è uno stop, perché quando viene nominato il nuovo direttore Maximilian Mayer, si crea un conflitto tra Bari e Taranto, e quest’ultima detta legge; nel 1903 Mayer viene licenziatoe dopo di luinon ci saranno altre acquisizioni.

Medaglia che ritrae Vittorio Emanuele e Elena e, sul retro, lo stemma di Bari
Medaglia che ritrae Vittorio Emanuele e Elena e, sul retro, lo stemma di Bari

Adriana Travaglini, si è focalizzata sull’impegno profuso nel realizzare questo primo volume, per la valorizzazione del patrimonio numismatico promossa dal Museo, che prevede l’inserimento delle monete all’interno delle nuove sezioni espositive. Verrà operata una scelta sulle monete da esporre, che illustreranno i momenti particolari della vita, della storia, dell’economia di Bari e del territorio limitrofo. A chiudere il percorso espositivo non sarà una moneta, ma una medaglia che commemora un evento di fine 800 che vede protagonista la città di Bari: quando il 21 ottobre 1896 Elena principessa del Montenegro, futura moglie di Vittorio Emanuele, principe di Napoli, prima del matrimonio giunge a Bari e si converte dalla religione ortodossa al cattolicesimo nella cripta di San Nicola. La medaglia vede da un lato i ritratti dei due regali sposi e sul rovescio quello che era lo stemma di Bari.

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