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Mentre il Festival scorreva e rimbomba tra social e TV si forma il triunvirato del male

di Cinzia Santoro

Trump, Putin e Netanyahu sottoscrivono alleanze che andranno a scapito dei più deboli.

Mentre San Remo scorre nel fiume leggero di parole e musica pop, in Italia la deriva destrorsa prende potere ogni giorno di più, sostenuta dall’orientamento mondiale dei “grandi “della terra. Trump, Putin e Netanyahu, il nuovo triumvirato del male, rafforzano l’intesa e vaneggiano sulla loro brama di controllo mondiale. Si inneggia alla deportazione di tre milioni di palestinesi, alla cancellazione dei diritti delle donne e delle minoranze. Si costruiscono muri e si sottoscrivono alleanze con i paesi cosiddetti sicuri “a suon di milioni di euro”, per spegnere definitivamente il sogno dei migranti di poter vivere una vita migliore.
Ma c’è un paese ancora più disgraziato e dimenticato dalle istituzioni internazionali, venduto dell’occidente nell’agosto del 202O, l’ Afganistan.
Solo tre giorni fa i talebani varano una nuova legge che impedisce alla TV di stato di trasmettere programmi di politica ed economia. Un altro duro colpo all’ormai inesistente sistema di telecomunicazioni del paese.

Mi scrive M.P. giovane collega che vive nei pressi di Herat: “Sono disperato, non posso più scrivere. Non ho più il lavoro. Non posso collaborare con l’estero”.
Già i media afghani avevano subito il divieto di pubblicare foto e immagini di qualsiasi essere vivente, comprese persone e animali. Il divieto di riprodurre le facce degli esseri umani nell’arte e nella cultura islamica è dovuto in parte con l’idea che la religione proibisca l’idolatria e in parte con la convinzione che la raffigurazione delle cose viventi sostituisca il potere creativo che spetta solo a Dio.
E ancora il divieto per le donne di studiare e cantare, recitare o leggere ad alta voce in pubblico, di uscire di casa da sole. Il divieto di uscire sul balcone o nei cortili a prendere l’acqua perché la loro immagine potrebbe turbare l’animo del vicino di casa. I Talebani continuano a ripristinare il medioevo nell’incuria più assoluta mentre milioni di afgani muoiono di fame, di freddo e di stenti. Le donne continuano a morire di parto, di malattie, di botte e nel degrado umano e morale più infame.

Ma le istituzioni internazionali dove sono? La loro voce? Quale potere?
Le istituzioni multilaterali si sono dimostrate spesso incapaci o riluttanti a fare pressioni sulle parti coinvolte nei conflitti armati, affinché rispettassero il diritto internazionale umanitario. Benché le limitate risorse abbiano giocato un ruolo, molti attori all’interno di queste istituzioni non hanno dimostrato sufficiente coraggio o applicato con coerenza i loro stessi princìpi. Nel peggiore dei casi, i loro membri hanno mostrato di fare un gioco cinico ed egoista.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non ha saputo intraprendere azioni efficaci nei maggiori conflitti.
Com’era prevedibile.
Intanto l’Afghanistan, il paese degli aquiloni che un tempo volavano sui tetti delle città, muore in silenzio ogni giorno di più. E noi in Italia paese del bel canto continuiamo a cantare canzonette che parlano d’amore disperato e depressione.
I nostri problemi politici, economici e sociali lasciamoli fuori e dimentichiamo pure la lezione della Storia. Un giorno verranno a prendere noi.

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