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Francesca Mannocchi intervistata da Nicola Lagioia su “Corpi nella tempesta”

francesco guida

di Francesco Guida

Mercoledì 12 febbraio  sold out di pubblico anche per il secondo appuntamento di “Corpi nella tempesta”, ciclo di incontri curati da Nicola Lagioia e che ha visto l’appassionata partecipazione di Francesca Mannocchi. Giornalista, scrittrice, inviata di guerra, si è fatta apprezzare per il suoi reportage dai fronti più caldi del Medio Oriente e dell’Ucraina.

Francesca Mannocchi

In tanti hanno apprezzato la sua capacità di porre alla nostra attenzione la ferocia di guerre combattute in nome di ideali che in realtà  mascherano  interessi e ambizioni del “più forte”. Anche nell’incontro di mercoledì Mannocchi non ha deluso le attese, con un video impressionante sulle condizioni di un bambino palestinese cui le bombe israeliane hanno prodotto l’amputazione di un braccio e lasciato all’altra mano solo un dito.

Spesso si è data rilevanza alla necessità di un  giornalismo che non sia fredda enunciazione di notizie ma che coinvolga lettori e spettatori, anche dando la parola a coloro che la guerra la subiscono e ne pagano le conseguenze. Quanto alla situazione a breve/medio termine, la giornalista ha detto di non aspettarsi un miglioramento ma di essere altrettanto convinta che i valori  della solidarietà e della fratellanza riusciranno a guidare il corso degli eventi futuri.

Francesca Mannocchi

Il folto pubblico ha applaudito convintamente una testimone forte e cruda dei nostri tempi, anche se le domande poste da Lagioia non erano proprio all’altezza della sua grande capacità introspettiva. Anche l’apparato scenico, come nel caso del primo incontro, è risultato modesto, la location del teatro Kismet ben si presterebbe ad un efficace utilizzo di strumenti multimediali. Non effetti speciali, certo, altrimenti, saremmo rimasti a casa a vedere Sanremo.

13 febbraio 2025

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