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Il 10 febbraio Giorno del Ricordo presso il Villaggio Trieste di Bari

10 febbraio. Giornata del ricordo
Maria Silvia Quaranta

di M. Siranush Quaranta

Questa mattina la città di Bari ha ricordato le vittime delle foibe presso la targa in largo Policarpo Scagliarini al Villaggio Trieste e successivamente in via Pola, sotto il toponimo dell’area dedicata a Norma Cossetto, vittima delle foibe e medaglia d’oro al Merito civile.

L'assessore Paola Romano e l'avv. Paolo Scagliarini durante la commemorazione
L’assessore Paola Romano e l’avv. Paolo Scagliarini durante la commemorazione

Il Villaggio Trieste, circoscritto tra la Fiera del Levante, le Piscine Comunali e l’ex Stadio della Vittoria, è un simbolo della nostra città, luogo dove da 70 anni vivono le famiglie dei profughi della Seconda guerra mondiale provenienti dall’Istria, da Fiume, dalla Dalmazia, dai Balcani, dalla Romania, dalla Grecia e dalle Isole dell’Egeo.
Alla commemorazione erano presenti l’assessora alle Culture Paola Romano, in rappresentanza del sindaco Vito Leccese, l’avv. Paolo Scagliarini, Alessandra Lopez, presidente del Municipio2, don Giorgio Lionetti, parroco della chiesa di Sant’Errico, rappresentanti militari e ex combattenti.

Come ricordato dall’assessora Paola Romano si è voluto ricordare la grande persecuzione inflitta agli italiani di Istria, Dalmazia, Venezia Giulia, sotto l’occupazione dei comunisti jugoslavi “e lo facciamo grazie a una legge che nel 2004 il Parlamento italiano a grande maggioranza approvò per consentire e conservare la memoria della tragedia di quegli italiani, e di tutte le vittime delle foibe, e dell’esodo dalle loro terre dopo vessazioni e violenze. Non è un caso che siamo qui oggi perché questo lembo di terra dal 1956 fu luogo di accoglienza per tante di quelle persone e non solo quelle provenienti dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia ma anche dai Balcani, dalla Romania, dalla Grecia, dall’Africa”. Si è scelto largo Policarpo Scagliarini, anche perché egli fu un prete protagonista nel settembre 1922 dell’aiuto alla popolazione armena e greca, durante l’occupazione della città di Smirne ad opera delle truppe turche di Kemal Pascià detto Ataturk. Si è così voluto rendere onore sia a quelle vittime la cui unica colpa fu quella di essere italiani, e con loro a tutte le vittime dei conflitti etnici e religiosi.

L’avv. Paolo Scagliarini, la cui famiglia originaria di Trani fu costretta nel 1946 a fuggire dall’isola greca di Rodi, quando questa passò sotto il governo greco dopo essere stata colonia italiana, il quale avere aver ringraziato le autorità e tutte le persone presenti, a nome del Villaggio Trieste, ha ricordato come ” è importante questa ricorrenza, perché viene ricucita una storia di fatti e di persone a lungo dimenticate, perché quando si parla di storia si parla di vite umane, di persone messe al bando e destinate all’oblio. È triste pensare che siano state dimenticate centinaia di migliaia di persone, che furono costrette a lasciare tutto, con un’immigrazione voluta non per necessità, ma “manu militari” cioè tragicamente forzata.  Questo giorno è importante anche per la città di Bari, che già da parecchi anni ha ricucito questo strappo, riconoscendo questa storia e la dignità delle persone venute qui dopo varie peregrinazioni e da chilometri di distanza, che vivono nel Villaggio Trieste ed oggi anche dei loro discendenti”. Molti di costoro sono voluti ritornare nelle loro città, rimanendo sempre viva in ogni profugo la vicinanza con quelle terre, perché esiste una sorta di nostalgia rispetto a una terra che però una volta rivista, non riconoscono e non li riconosce più. “Parlo a nome di tutti i profughi del Villaggio Trieste – ha continuato Scagliarini -, ricordando che è importante che l’Italia abbia una storia univoca da tramandare, perché determinate tragedie non si possono relegare soltanto alle storie di famiglia, ma nazionalizzandole si cementa l’identità della città e quella della Nazione stessa”.

Largo Policarpo Scagliarini è dedicato ad altro profugo che mise in salvo, da altre parti del mondo, migliaia di armeni e greci durante le persecuzioni dell’Impero Ottomano e dell’insorgente Turchia. “Quindi questo è un luogo della memoria, un luogo dove si respira l’aria particolare delle genti provenienti dalle più disparate parti del mondo, cementate dal dolore della “profuganza”: è un dolore che solo chi lo subisce può sentire ed è difficile da comunicare agli altri” ha concluso Scagliarini, il cui papà Antonio rappresenta tutt’oggi la memoria vivente e storica della persecuzione subita e della nascita del Villaggio Trieste.

Paola Romano, Paolo Scagliarini e Alessandra Lopez alla conclusione dell'evento
Paola Romano, Paolo Scagliarini e Alessandra Lopez alla conclusione dell’evento

Grazie alla Legge 30 marzo 2004 n.92 “La Repubblica riconosce il 10 febbraio come Giorno del Ricordo, al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esito dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”, si sono potute riportare alla luce alcune pagine dimenticate della storia italiana e le vicende del confine orientale d’Italia nel corso della Seconda guerra mondiale e, più in generale, nel suo più ampio contesto storico, proponendole alla ribalta dell’opinione pubblica nazionale.

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